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ricorsi storici

Rimini e i terremoti. Quella preoccupazione che si smuove ogni volta

In foto: Il Ponte del 10 novembre 2022
Il Ponte del 10 novembre 2022
di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 10 nov 2022 13:11 ~ ultimo agg. 11 nov 11:25
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Corsi e ricorsi storici. E purtroppo anche sismici. “Sisma in Molise, Rimini trema”, titolava in prima pagina il numero del Settimanale Il Ponte del 10 novembre 2002. Si parlava del sisma in Molise tra il 31 ottobre e il 2 novembre che causò 30 morti tra cui 27 bambini, 100 feriti, 3.000 sfollati. La scossa più forte, di 6.0, ebbe il suo epicentro a San Giuliano di Puglia in provincia di Campobasso. Un’emergenza che vide anche una importante risposta riminese con la partenza di gruppi di volontari e iniziative di solidarietà.

Il titolo “Rimini trema” era legato anche alle ipotesi, più o meno scientificamente fondate, che da tempo circolano sul rischio di forti sismi incombenti sul riminese: “C’è chi paventa un forte terremoto entro tre anni”, si leggeva nel sottotitolo. Ci sono le preoccupazioni per lo stato degli edifici: il territorio riminese, ricordava ieri la Fillea Cgil, è stato classificato come sismico solo a settembre del 1983 quando oltre il 70% degli edifici era già stato realizzato.

E le preoccupazioni sulla sicurezza degli edifici scolastici: le statistiche nazionali all’epoca ponevano la provincia tra le migliori in Italia ma erano comunque diversi gli investimenti in partenza da parte di provincia e comuni. Una spesa che ovviamente richiede sempre di essere aggiornata: “nel triennale ci sono 26 milioni di investimenti per migliorare l’antisimica degli edifici scolastici”, ha ricordato ieri ai nostri microfoni il presidente della Provincia Santi. “Non basta mai, ma l’attenzione c’è sicuramente”.

Un’attenzione che andrà sempre rinnovata perché, al di là delle ricorrenti ipotesi sul “grande sisma” riminese, a ogni scossa nitidamente percepita come quella del pesarese la preoccupazione inevitabilmente c’è anche a Rimini.

Cambiano, casomai, le modalità di preoccuparsi. Il sisma del 2002 avvenne un sabato alle 11.30 e, raccontava Il Ponte, “il lunedì mattina sono state numerose le chiamate ai vari uffici comunali di genitori preoccupati riguardo la sicurezza delle scuole frequentate dai loro figli”. Oggi, con telefonini e social, quale genitore aspetterebbe due giorni per domandarlo?