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La bocciatura dell'associazione

Eolico, le osservazioni di Italia Nostra: progetto stravolge territorio e paesaggio

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mar 8 nov 2022 12:40
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La sezione riminese di Italia Nostra ha inviato formalmente le proprie osservazioni al Ministero della Transizione Ecologica in merito del progetto per la centrale eolica offshore “Rimini” antistante la costa tra Rimini e Cattolica, attualmente in fase di Valutazione di Impatto Ambientale. Osservazioni che confermano la contrarietà dell’associazione, già espressa più volte in passato. La presidente Alessia Gattei parla di un “progetto che andrebbe in modo irreparabile a stravolgere il nostro territorio e il nostro paesaggio.” Secondo Italia Nostra una realtà turistica non può convivere con un impianto fatto di 51 aerogenetari con un’altezza massima dal medio mare compresa in un range di 210/220 m che arriva a 300 conteggiando l’altezza di 90 m. di ciascuna pala e chiede di negare la concessione richiesta. 

La nota di Italia Nostra

Una conferma dell’orientamento che – ha detto la Presidente Alessia Gattei la nostra associazione, prima tra le tante, ha avuto fin dal maggio del 2020 quando prese avvio l’esame della richiesta avanzata dalla società Energia Wind 2020 srl e che ora, dopo l’esame dell’imponente documentazione a corredo, ci sentiamo di confermare pienamente. Tante e diverse le motivazioni che dopo la lettura della Relazione Paesaggistica e dei rispettivi allegati ci spingono alla contrarietà ad un progetto che andrebbe in modo irreparabile a stravolgere il nostro territorio e il nostro paesaggio. Un bene che, vogliamo ribadirlo con forza, non è “un accessorio” della qualità della vita delle persone, ma è la sua stessa essenza per una vita migliore, un valore così irrinunciabile da essere tutelato dall’articolo 9 della nostra Carta costituzionale che lo pone tra le fondamenta della nostra collettività.

In considerazione di quanto riportato sopra, emerge che la completa non visibilità di un impianto eolico con fondazione fissa costituito da turbine di sempre maggiore dimensione, risulta una condizione non realizzabile nei nostri mari”, non lo dice Italia Nostra ma gli stessi estensori della Relazione paesaggistica quando a pag. 139 concludono la propria analisi sull’impatto visivo dell’impianto. Del resto basta guardare le mappe per accorgersi che le piattaforme oggi esistenti e perfettamente visibili dalla riva saranno alla stessa distanza dalla costa dei primi aerogeneratori, con la differenza che questi ultimi saranno sette volte più alti e in numero ben maggiore.

Ora è indubbio che la realizzazione di 51 aerogeneratori di 6,45 MW di potenza ciascuno con un’altezza massima dal medio mare compresa in un range di 210/220 m che arriva a 300 conteggiando l’altezza di 90 m. di ciascuna pala, posti a una distanza minima dalla costa varia da 6 Mn (11,2 km) a 9,5 Mn (17,6 km) a seconda delle alternative proposte, è un ecomostro che sarà visibile da terra, e non solo dal litorale. La domanda conseguente è solo una: può convivere una località turistica che fa del rapporto con l’ambiente il proprio assioma con un impianto industriale? Potrà continuare Rimini, che nel comparto turismo è dopo Bolzano la prima provincia in Italia per Pil turistico pro capite calcolato in oltre 3,5 miliardi di euro due terzi dei quali di valore diretto e un terzo sull’indotto, continuare a mantenere nei confronti dei propri competitor nazionali ed esteri la propria posizione d’assoluta eccellenza? La risposta è NO! e deve essere chiaro che chi si assumerà la responsabilità, anche solo di non contrastare, la realizzazione di questo ecomostro, avrà anche la responsabilità di quegli effetti conseguenti verso le generazioni presenti e future ma anche di mettere in discussione la visione che da ormai due secoli guida la nostra collettività, ovvero l’amore per la natura e per il mare che dal 1843 fu il principio ispiratore della nascita del turismo balneare. Un benessere materiale e spirituale come quello che ancora la spiaggia riminese sa offrire in ogni stagione legando natura e uomo e che la brutale presenza di 51 aerogeneratori alti fino a 300 metri snaturerebbero per sempre. Siamo sicuri che queste promesse contenute nel progetto – non ultime quelle relative agli investimenti stratosferici – saranno attentamente sottoposte a verifica nel momento di decidere della concessione del nostro mare a favore di privati. Italia Nostra rimane fortemente contraria per le ragioni espresse alla sua realizzazione e chiede di negare la concessione richiesta per l’impatto negativo che avrà attraverso la compromissione del paesaggio e della sua attrattività su tutta l’economia del territorio.