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Presentata osservazione

Eolico. Croatti (M5S): i 4 milioni del canone siano girati ai comuni

In foto: Croatti negli studi di icaro TV
Croatti negli studi di icaro TV
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 10 nov 2022 13:45
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Il senatore riminese del MoVimento 5 Stelle Marco Croatti ha presentato al Ministero un’osservazione all’istanza di Valutazione di Impatto Ambientale per l’impianto eolico offshore al largo delle coste riminesi. Il senatore, in oltre sei pagine di documentazione, spiega che il “si” al progetto è subordinato ad alcune condizioni imprescindibili: impianto oltre le 12 miglia, canone concessorio (oltre 4 milioni annui) girato dallo Stato ai comuni della provincia, opere, agevolazioni e investimenti compensativi per le comunità prospicienti, mitigazione dell’impatto luminoso. Croatti auspica poi che forze politiche, amministrazioni locali e associazioni che in questi giorni ha esposto la loro posizione sul progetto non lo abbiano fatto solo sui media ma tramite un’osservazione al MITE. “Ho letto molte parole e molte prese di posizione strumentali o ideologiche – conclude il senatore –, addirittura forze politiche che bocciano qualunque progetto eolico per proteggere il paesaggio e poi a Roma spingono per nuove trivellazioni e quindi nuove  piattaforme. Incoerenti, incompetenti e inaffidabili. Vedremo nei prossimi giorni se oltre ai soliti e inutili slogan avranno anche agito concretamente e seriamente presentando osservazioni al MITE“.

La nota del sen. Marco Croatti (M5S)

Ho presentato al MITE un’osservazione di oltre 6 pagine all’istanza di Valutazione di Impatto Ambientale per l’impianto eolico offshore progettato al largo delle nostre coste.
Lo studio dell’imponente documentazione presentata da Energia Wind 2000 ha confermato e rafforzato la posizione che in questi mesi ho difeso con forza e che già avevo espresso all’interno dell’osservazione in fase di istanza per l’ottenimento della concessione demaniale, unico rappresentante politico ad averlo fatto: l’impianto eolico deve essere progettato ed interamente realizzato quanto più possibile oltre le 12 miglia e devono essere previste alcune misure a favore delle comunità prospicienti.
Questo territorio è disposto a fare la propria parte e a pagare un prezzo nella sfida che porta alla transizione energetica del Paese ma non a qualunque costo. E se si parla di sostenibilità la si declini sotto tutti i punti di vista.
La prima richiesta a cui ho subordinato il si al progetto è quello dello spostamento dell’impianto quanto più possibile oltre le 12 miglia. In Europa ci sono 116 impianti eolici offshore e mediamente distano dalla costa 52 chilometri (circa 28 miglia nautiche), non si capisce perché il nostro territorio, uno dei distretti turistici più importanti in Europa, debba accettare un impianto di questo tipo a sole 6 miglia, o anche a 9 miglia, come prospettato nei vari layout presentati nella VIA da Energia Wind 2000 che, per altro, ha espresso a mio avviso valutazioni assolutamente non condivisibili, pretestuose e anche irrispettose in merito alla (bassa) sensibilità che i riminesi avrebbero rispetto al cambiamento del loro paesaggio marino.
In merito alle distanze dalla costa va evidenziato che il ministero ha già ritenuto ammissibile l’area oltre le 12 miglia e si sta procedendo ad adeguare la normativa promuovendo l’istituzione di Zone Economiche Esclusive per consentire la costruzione degli impianti offshore oltre le acque territoriali, un’opzione che limita fortemente l’impatto paesaggistico, uno degli aspetti di maggiore conflittualità con le comunità prospicienti.
Al secondo punto ho chiesto al ministero che il canone concessorio pagato allo Stato, tra i 4 e i 4,5 milioni di euro annuì, rimanga interamente ai comuni prospicienti, eventualmente agendo su un riordino complessivo di questo tipo di concessioni demaniali.
Al terzo punto che si finanzino opere compensatorie con un confronto tra i comuni riminesi e la società proponente.
Al quarto punto che il ministero si confronti con ANAC per adottare alcune misure di mitigazione dell’inquinamento luminoso che i 51 aerogeneratori provocheranno dovendo essere illuminati giorno e notte da luci ad alta intensità posizionate sia in alto sul rotore che a metà pilone. Si immaginino centinaia di queste luci molto potenti quanto potranno cambiare il nostro skyline; si deve minimizzare questo impatto.

In questi giorni molte sono le voci che dal territorio si sono levate sul tema, forze politiche, amministrazioni locali, associazioni. Tutti hanno esposto la loro posizione. Auspico però che oltre ad averlo fatto sui quotidiani e sui social questi stakeholders abbiano anche fatto l’unica cosa davvero utile in questa fase: presentare al MITE un’osservazione con le varie valutazioni affinché il ministero possa avere nelle prossime e decisive settimane un quadro chiaro delle diverse visioni sul territorio. Ho letto molte parole e molte prese di posizione strumentali o ideologiche, addirittura forze politiche che bocciano qualunque progetto eolico per proteggere il paesaggio e poi a Roma spingono per nuove trivellazioni e quindi nuove piattaforme. Incoerenti, incompetenti e inaffidabili. Vedremo nei prossimi giorni se oltre ai soliti e inutili slogan avranno anche agito concretamente e seriamente presentando osservazioni al MITE.