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Al Liceo Serpieri

Classe soppressa perchè poco numerosa. Gli studenti scrivono al Ministro

In foto: il liceo Serpieri
il liceo Serpieri
di Serena Saporito   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 4 ago 2022 10:45 ~ ultimo agg. 5 ago 09:20
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Con l’avvicinarsi del nuovo anno scolastico torna ad affacciarsi il tema delle classi pollaio.

Una modalità usata quest’anno per risolvere il rebus delle classi troppo numerose sembra essere quella della soppressione di alcune classi con distribuzione dei ragazzi in altre sezioni, segnalata, con proteste dei genitori, in alcune città. Succede anche a Rimini.

Qui a scrivere una lettera aperta al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, all’Ufficio Scolastico per l’Emilia Romagna e al preside della scuola è uno studente della classe che sarebbe dovuta diventare la III B del Liceo Scientifico “Serpieri”.

“Il Liceo “Serpieri” di Rimini sopprime una delle classi migliori e gli studenti ridistribuiti come scatolette negli scaffali. Ministro, tanto vale usare un software per governare le scuole” scrive nella lettera lo studente. Che sottolinea come si scelga in questo modo di smantellare un’ottima classe: che aveva ottenuto anche il primo posto nazionale alle Olimpiadi di Statistica nella competizione di gruppo (oltre che nella gara individuale).

Tutta colpa di un solo studente. Nel senso che la classe risulta avere uno studente in meno rispetto alle altre future terze, di qui la decisione delle ridistribuzione degli alunni. Una decisione giudicata ingiusta, anche alla luce della situazione vissuta durante la pandemia, con tutti i risvolti legati alla difficoltà di mantenere le relazioni di amicizia.

“Quale differenza ci dovrebbe essere tra gli studenti e le scatolette di tonno o di pelati da ricollocare negli scaffali del supermercato”? Chiede polemicamente lo studente.

Di seguito la lettera (firmata):

Egregio Signor Ministro, sono uno studente della futura classe III B del Liceo Scientifico “Serpieri” di Rimini.
So che forse in questo momento ci sono problemi più seri, ma per noi il problema è che ci è stata eliminata la
classe.

Con una e-mail, il Preside ci comunica che ha deciso di sopprimere la nostra classe, per rispettare i numeri
imposti dal Provveditorato (Ufficio Scolastico). La scuola avrebbe utilizzato il criterio del minor numero di
iscritti e sembrerebbe che la nostra classe abbia un iscritto in meno delle altre.

Noi studenti siamo in totale disaccordo. Arriviamo da una pandemia con conseguenze molto pesanti dal punto di vista relazionale. Nonostante le lezioni
a distanza dell’anno scolastico 2020/21, quest’anno siamo riusciti a stringere i rapporti di amicizia e a costruire
un gruppo unito e piacevole sia per noi studenti che per i nostri insegnanti.

La nostra è una classe che ha mostrato sempre un ottimo comportamento, è sempre stata coesa, solidale e
inclusiva, soprattutto nell’accompagnare, quando ce n’era bisogno, chi era più indietro o in difficoltà. Tutto
questo non lo diciamo solamente noi ma lo hanno detto e scritto più volte i Professori.

Inoltre, la nostra classe ha tenuto alto il nome del Liceo “Serpieri” e della nostra Città e Regione, con i risultati
ottenuti dal gruppo che ha partecipato alle Olimpiadi di Statistica (ISTAT): primo posto nazionale nelle
competizioni individuali e di gruppo.

Ciò premesso, volevo chiederVi quale differenza ci dovrebbe essere tra gli studenti e le scatolette di tonno o
di pelati da ricollocare negli scaffali del supermercato. In tutta sincerità a noi sembra nessuna: siamo trattati a
tutti gli effetti come numeri e non come persone legate tra loro e legate alla classe formata in questi ultimi due
anni difficili.

Si sopprimono classi senza tenere conto della pandemia in corso e del numero di studenti per classe, oltretutto
in una scuola con cubature ridotte a causa di zone inaccessibili.
La scuola non mette in atto nessuna valutazione di merito sulle classi candidate alla soppressione. Per cui il
nostro futuro non dipende da come andiamo, da come ci siamo comportati e dai giudizi dei Professori, ma da
un ipotetico iscritto in meno. Andiamo a scuola per imparare: se dobbiamo trarre un insegnamento da questa
vicenda, abbiamo imparato che possiamo comportarci bene o male e impegnarci come e quanto vogliamo,
tanto è la stessa cosa.

Concludo con una proposta provocatoria: perché, Signor Ministro, non propone di sostituire tutta la dirigenza
con un software? Si otterrebbero gli stessi risultati, ma più tempestivi e con costi molto inferiori.