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Rimini Marathon

Oana Alina Popa vince l'Ultra Trail del Gran Sasso

In foto: Oana Alina Popa
Oana Alina Popa
di Icaro Sport   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 19 lug 2022 14:27
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Domenica 17 luglio nella meravigliosa cornice del Gran Sasso si è svolta l’Ultra Trail del Gran Sasso, sulla distanza di 65 Km con 4000d+, una gara con un percorso impegnativo, un terreno difficile e soprattutto con passaggi in quota (Monte Aquila 2494 m., Passo del Cannone 2679 m.) che ha visto tagliare il traguardo come prima donna assoluta con il tempo di 11h 41’ l’atleta portabandiera della Rimini Marathon Asd, Oana Alina Popa.

Per la Popa è stata una vittoria inaspettata, per lei che si allena a quota 700 m. (a San Marino), ma la montagna è questa, sentirsi mancare l’aria.

La storia sportiva della trentottenne di origini rumene inizia nel 2014 con la partecipazione alla prima edizione della Rimini Marathon, poi Firenze, qualche ultramaratona (Pistoia Abetone, Terre di Siena, La 50 di Romagna) e la prima gara di trail running, nel 2016 le prime ULTRATRAIL (Valli Etrusche 50 km – 3a donna, Badia Prataglia 82 km – 2a donna). Qualche altro podio, tantissime ultra. Nel 2018 la Lavaredo Ultra Trail 120 km con 5500 d+, nel 2021 e 2022 la Dolomiti EXTREME 103 km con 7000 d+.

È passata dai primi allenamenti da sola, senza una tabella, perché non amava molto le regole o i numeri, al comprendere che per fare meglio sarebbe servita disciplina, da un anno si fa allora seguire da Roberto Martini (running coach ed atleta di trail running); i risultati stanno arrivando. Alina riesce a godersi più le gare sentendosi più preparata ad affrontare i km e, soprattutto, si sente più stimolata.

“La corsa fa parte della mia vita, le montagne sono il posto dove riesco ad essere me stessa – commenta Oana Alina Popa, la competizione è uno stimolo per spingermi oltre, per trovare stimoli nuovi e per migliorarmi sempre di più. La vita in fondo è curiosità ed esplorazione, del mondo e di se stessi. Correre è stato anche un modo per viaggiare, scoprire, conoscere, oltre a quello di evolvermi come persona, sconfiggere insicurezze e paure. In tante situazioni è stata una terapia ed un “rifugio”. Bisogna sempre credere in quello che si ama fare, impegnarsi e mai mollare. Correre a lungo ed in condizioni spesso difficili significa passare tanto tempo da soli e riuscire a guardarsi dentro ma anche analizzare la vita reale, fare scelte. Ed è in quei momenti che scopri chi sei, da dove vieni e soprattutto dove vuoi andare. Non sempre è facile raggiungere il traguardo, anzi quasi mai è facile. Ma il mondo delle ultra distanze è così affascinante, come piace dire a me, è un mondo di “disagiati”. Ed è lì che sono a mio agio, quando affronto la fatica, quando corro di notte per godermi l’alba, quando sono in mezzo ai monti da sola con i miei demoni ma so di essere nel posto più sicuro al mondo. La competizione è stimolante, a volte mi penalizza e prende il sopravvento ma ho deciso che io sono questa e che se posso fare meglio lo farò”.