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nuovi guai per un 37enne

Botte e insulti alla fidanzata che non lo denuncia, il padre di lei lo fa arrestare

In foto: la Questura di Rimini
la Questura di Rimini
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 22 giu 2022 15:56 ~ ultimo agg. 23 giu 15:27
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Era diventata succube del compagno violento a tal punto da giustificarlo persino quando lui la massacrava di botte: “Me le sono meritate, è colpa mia”, aveva confidato di recente alla madre. Oppure nell’agosto del 2021, quando lui di ritorno a casa da una cena al ristorante l’aveva colpita con schiaffi e pugni su tutto corpo, provocandole una vistosa ferita alla nuca dopo averla spintonata a terra, lei si era rifiutata di denunciarlo: “Sono follemente innamorata e non voglio inguaiarlo”, aveva raccontato a una passante che l’aveva soccorsa in strada.

Ci ha pensato il padre della ragazza, però, a presentarsi in questura a Rimini per segnalare le continue violenze che la figlia era costretta a subire, mostrando le foto del viso della giovane tumefatto per i colpi ricevuti, dei lividi su tutto il corpo e della profonda ferita a un dito che il compagno le aveva provocato con coccio. Le indagini della squadra Mobile di Rimini hanno confermato l’indole violenta dell’uomo, un 37enne appartenente ad una nota e stimata famiglia riminese e già arrestato in passato per altre vicende, che martedì è stato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a firma del Gip del tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini, su richiesta del sostituto procuratore Davide Ercolani.

Le umiliazioni, gli insulti (“sei una putt…”) e le percosse avvenivano sempre all’interno dell’abitazione della coppia, in modo che nessun altro potesse vedere. Il 37enne perdeva facilmente la testa, soprattutto quando faceva uso di alcol e droghe. Gli schiaffi, i pugni, gli spintoni e le vessazioni psicologiche nell’ultimo periodo erano sempre più frequenti. L’aggressività dell’uomo è stata confermata anche dalla sua ex convivente, che agli investigatori ha raccontato di aver subito ogni tipo di violenza. Quando lei anni fa rimase incinta, lui cercò inutilmente di convincerla ad abortire e, proprio per la sua inscalfibile convinzione nel voler portare a termine la gravidanza, subì gravi percosse, come i calci indirizzati alla pancia e alla schiena.

Il gip nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere scrive: “Il rischio di analoghe e gravi condotte da parte dell’indagato appare tanto più concreto e serio a causa dell’abuso di alcol e droghe, che ne offuscano i freni inibitori accentuandone gli impulsi aggressivi e violenti”. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, che dovrebbe tenersi giovedì in carcere alla presenza del suo difensore, l’avvocato Piero Ippoliti, il 37enne riminese potrà fornire la sua versione dei fatti o avvalersi della facoltà di non rispondere.

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