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una produzione gruppo Icaro

In sala “Lo spazio che vive”, un documentario sulla storia del Ceis

In foto: Lo spazio che vive
Lo spazio che vive
di Cristina Gambini   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
lun 9 mag 2022 16:00
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Arriva in sala “Lo spazio che vive”, un documentario sulla storia del Ceis prodotto da Gruppo Icaro, Ceis e Fondazione Margherita Zoebeli

Dopo oltre un anno e mezzo di lavoro esce il documentario di Teo De Luigi dedicato al Ceis. Il racconto di ieri e di oggi di una delle più importanti realtà educative italiane. Con interviste a pedagogisti, educatori, architetti, ex alunni, testimoni.

Scritto e prodotto tra il 2021 e il 2022 il documentario “Lo spazio che vive”, dedicato ai 75 anni del Ceis, viene presentato al cinema. Una produzione realizzata tra Italia e Svizzera con interviste a personaggi del mondo della cultura, insegnanti e operatori che hanno conosciuto e vissuto al fianco di Margherita Zoebeli, la fondatrice, e la partecipazione dei bambini e degli adulti che quotidianamente vivono e operano nel “villaggio”.

“È stata una grande sfida” – dichiara Francesco Cavalli, direttore di produzione di Gruppo Icaro – “girare un documentario in epoca Covid considerando che abbiamo lavorato per oltre un mese e mezzo nella scuola del Ceis, a stretto contatto con i bambini e gli insegnanti. La pandemia ha rallentato i tempi di realizzazione ma non ci ha fermati, certi della riuscita di un progetto ambizioso quanto fondamentale per la memoria e il futuro della città di Rimini”.

Il regista Teo De Luigi, di origini riminesi, ha conosciuto e collaborato con Margherita Zoebeli. “Questo documentario – dichiara – “è un omaggio alla mia città e al Ceis, prezioso come i grandi monumenti riminesi, di valore internazionale: è un segno archeologico, un attraversamento di epoche. Rientrando in questo luogo, dopo tanti anni, ho sentito un richiamo naturale, istintivo, per questo “spazio che vive”, si modifica e cambia continuamente e che definirei un tempio sociale”. Per realizzarlo De Luigi ha studiato il legame unico che unisce pedagogia e architettura in questo luogo, sin dalla sua fondazione. Sono infatti numerose le testimonianze di architetti, pedagogisti, personalità del mondo della cultura: tra queste Andrea Canevaro, padre della pedagogia speciale; Goffredo Fofi, saggista, critico cinematografico, teatrale e letterario che lavorò negli anni Cinquanta e Sessanta in campo pedagogico e sociale; Michele Gulinucci, che per la Rai curò una trasmissione dedicata al Ceis; Maristella Casciato, Pippo Ciorra e Andera Ugolini sono docenti universitari che hanno studiato a lungo la storia dell’architettura e il rapporto tra la stessa e l’archeologia. Le interviste realizzate in Svizzera a Oliver Schwarz e Marco Bischof hanno il sapore del recupero e dell’attualizzazione della memoria. Il primo è figlio di Felice Schwarz, l’architetto che giunse a Rimini insieme a Margherita Zoebeli, subito dopo la fine della guerra, e con lei progettò la scuola. Il secondo è figlio del grande fotografo Werner Bischof che documentò, con i suoi scatti, i primi momenti della fondazione.

Per la produzione del film è stato restaurato “Solidarietà”, il filmato che Felice Schwarz realizzò nel 1946 in occasione della sua venuta in città. Il recupero di questa pellicola è stato possibile grazie al sostegno della Fondazione Margherita Zoebeli. Monica Maioli, presidente della stessa, spiega che “è un documento unico, di grande valore storico e culturale per la memoria dell’immediato dopoguerra di Rimini. Il suo restauro è stato un’occasione anche per rinsaldare i rapporti con la Svizzera, da cui tutto ha avuto origine con l’invio delle baracche e la venuta di Zoebeli e Schwarz in soccorso della popolazione locale stremata dagli eventi bellici”. Il documentario è stato fortemente voluto anche dal Ceis: per il suo Presidente, Romano Filanti, “è fondamentale far conoscere le origini di questo villaggio, perché è nato e come si è sviluppato. Questo ci permetterà di pensare con maggiore consapevolezze e slancio anche al suo futuro”.

Per Chiara Bellini, vicesindaca del comune di Rimini, “c’era bisogno di un film sul Ceis. A Rimini tutti lo conoscono ma dobbiamo ricordare che è un progetto educativo pioneristico: è diventato un modello a livello internazionale. Alcuni aspetti, come l’outdoor education di cui tanto oggi si parla, qui veniva praticato già molti anni fa. Il rapporto con l’ambiente diventa parte integrante del percorso formativo dei bambini, è elemento centrale del loro percorso di crescita”.

Il documentario è stato realizzato con il supporto dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna. Per la presidente Emma Petitti, il Ceis è “un esempio innovativo, capace di mettere al centro i bambini e le bambine, divenuto un modello educativo per tutte le istituzioni scolastiche regionali e italiane. Partire dal mondo dell’infanzia è l’investimento più importante che si possa fare per dare basi solide al presente e al futuro della nostra società. Sono molto orgogliosa che l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna abbia collaborato a un importante e eccezionale progetto che testimonia la unicità di questa esperienza”.

Tra gli altri hanno sostenuto il progetto Riviera Banca, con un importante contributo, Focchi e Nuova Ricerca e poi Gruppo Maggioli, Società Italiana Gas Liquidi, SGR, Fondazione Carim. Si ricordano la preziosa collaborazione con Comune, Cineteca e Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, Fondazione Cineteca di Bologna.

L’anteprima del film è oggi, 9 maggio. Per la prima data si è scelto di condividere questo momento con chi più da vicino ha partecipato alla produzione mesi di lavoro invitando la grande famiglia del Ceis. La risposta è stata oltre ogni aspettativa: alle due proiezioni previste al Cinema Fulgor (ore 18.00 e 20.00), andate subito sold out, se ne sono dovute aggiungere altrettante al Cinema Tiberio (ore 18.45 e 20.45) per poter accogliere tutte le prenotazioni.

Questo è solo l’inizio: le prossime proiezioni aperte a tutta la cittadinanza, sempre gratuite e su prenotazione, sono previste per lunedì 13 e martedì 14 giugno al Cinema Tiberio, ore 19.00 e 21:00. In fase di definizione le presentazioni a Zurigo, Bologna e Roma.

“Lo spazio che vive”, è un documentario di Teo De Luigi, scritto da Teo De Luigi, Serena Saporito ed Edda Valentini. Direttore della fotografia Michele Barone. Operatori video: Marco Colonna, Enrico Guidi, Roberto Bianchi e Gianmarco Zannoni. Montaggio Diego Zicchetti. Musiche originali di Massimiliano Rocchetta. Responsabile di produzione Cristina Gambini, direttore di produzione Francesco Cavalli. Una produzione Gruppo Icaro, Ceis e fondazione Margherita Zoebeli.