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"vittime dei decreti"

Covid. Sessanta medici riminesi contestano la validità del vaccino

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 4 mag 2022 11:03 ~ ultimo agg. 17:54
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Circa una sessantina di medici riminesi, tra cui anche professionisti che hanno scelto di non vaccinarsi contro il coronavirus, chiedono all’Ordine un confronto su come è stato affrontato il covid, in particolare sul vaccino che a loro avviso ha mostrato di non essere efficace. Al gruppo hanno dato il nome “Siamo medici” e nell’ultima assemblea dell’ordine hanno chiesto di “discutere dati di letteratura scientifica sul Covid e sui trattamenti utilizzati per fermare la diffusione del contagio, oltre a un confronto sulle modalità perentorie con le quali si devono accettare protocolli terapeutici“. Hanno ottenuto che ci sia un incontro proprio per riflettere su queste tematiche.

Molti di loro si sono presentati all’assemblea e hanno letto una lettera in cui scrivono: “siamo un gruppo eterogeneo di medici che si presenta qui per aprire con voi da oggi un dialogo sincero e costruttivo, non nella divisione ma nel rispetto delle reciproche convinzioni. In questi ultimi due anni abbiamo dovuto tutti affrontare il duro periodo pandemico: alcuni di noi si sono vaccinati con tre dosi, altri solo con una o due dosi contraendo nella maggior parte dei casi anche la Covid; altri fra noi hanno scelto di non vaccinarsi per libera scelta o per precauzione perché portatori di condizioni o patologie che costituiscono un fattore di rischio. La maggior parte di noi comunque ha acquisito un’immunità naturale da malattia“.

Il gruppo contesta l’efficacia del vaccino: “da mesi, tutti ci siamo resi conto che i vaccini non hanno mantenuto le aspettative che ci erano state prospettate, quelle cioè di fermare la pandemia e restituirci la libertà. A fronte dell’inefficacia nel prevenire contagi e diffusione di mutazioni del virus originario, è esperienza comune, oramai quotidiana, quella di assistere, spesso impotenti, alla evidenza di effetti collaterali, anche gravi, provocati ai danni della popolazione. Lo scopo del nostro Ordine è quello di tutelare la salute pubblica e noi tutti siamo il nostro Ordine: ma cosa stiamo facendo per tutelare la salute dei cittadini? Stiamo assistendo, decreto dopo decreto, ad una abdicazione della medicina alla politica. Ma noi non siamo politici, siamo medici! Abbiamo fatto un giuramento col quale ci siamo impegnati ad “operare in libertà ed Indipendenza di giudizio e di comportamento, rifuggendo dai condizionamenti, al fine di perseguire la difesa della vita e la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo”. Siamo sicuri di mantenere fede a questo giuramento?”

Non possiamo non farci delle domande di fronte ad un vaccino dalle dubbie potenzialità che viene imposto a noi per primi, pena la sospensione dal lavoro, un vaccino presentato come privo di controindicazioni eludendo il principio di precauzione e la possibilità che quello che è salutare per una persona può non esserlo per un’altra. È ormai sempre più evidente e sempre meno occultabile, la comparsa di effetti collaterali gravi, quando non addirittura mortali. Quante dosi saremo ancora costretti a subire? Quante dosi saremo ancora disposti a fare? E quante dosi potremmo sopportare prima di giungere ad un punto di non ritorno? (Ricordiamo che la sperimentazione, fra l’altro non ancora conclusa, non è andata oltre le prime due dosi.)”

E poi la richiesta: “Chiediamo formalmente di istituire tavoli tecnici di studio della letteratura emergente, di sollecitare la sorveglianza attiva e di promuovere incontri scientifici di confronto fra professionisti sanitari. Siamo medici e vogliamo tornare ad esserlo pienamente, esercitando in scienza e coscienza questa nostra meravigliosa professione“.