A processo per bancarotta l'ex liquidatore di Dama Mosconi
Bancarotta fraudolenta semplice. E’ il reato ipotizzato dall’accusa e per il quale è finito a processo Guerrino Mosconi, commercialista riminese e liquidatore di Dama dal 2015 al 2016, società a suo tempo proprietaria dello stabile abbandonato di via Ugo Bassi, dove sarebbe dovuta sorgere la nuova questura di Rimini.
Nella relazione presentata a suo tempo dal curatore fallimentare Andrea Ferri, Mosconi sarebbe stato accusato di aver richiesto al tribunale di Rimini il fallimento tardivo della società, aggravando così il dissesto patrimoniale. Al professionista, inoltre, viene imputata la mancata richiesta al Comune di applicazione dell’Imu al 50% anziché al 100%, trattandosi di immobile inagibile e avendo – sostiene l’accusa – i requisiti necessari per ottenere lo sgravio.
Le tesi accusatorie sono sempre state respinte con forza da Mosconi e dal suo difensore, l’avvocato Gianluca Brugioni. Il commercialista riminese sostiene di aver operato in periodo di liquidazione sempre con assolute trasparenza e correttezza. A sostegno del suo buon operato ci sarebbe anche il parere della Commissione tributaria che in passato avrebbe respinto la domanda di Imu al 50% per l’immobile di via Bassi.
La bancarotta ammonterebbe a 490mila, somma chiesta come risarcimento in sede civile. Una sentenza di primo grado, però, ha respinto la domanda risarcitoria avanzata nei confronti di Mosconi. Che verrà sentito, insieme ai testimoni e consulenti di parte, il prossimo marzo. Questa mattina, invece, era presente in aula curatore Andrea Ferri, che testimoniato in merito alla presunta malagestione del liquidatore.