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Stabili i ricoveri

Report Ausl Romagna. In risalita i contagi e le classi in quarantena

In foto: repertorio
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di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 16 mar 2022 16:03 ~ ultimo agg. 17 mar 00:05
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Tra il 7 e il 13 marzo nel territorio dell’Ausl Romagna si sono registrate 4.600 positività (20.2%) su un totale di 22.732 tamponi molecolari e antigenici. Dopo sei settimane di calo si registra per la prima settimana un lieve aumento dei nuovi casi sia in termini assoluti (+573) che percentuali.

Il tasso di occupazione dei posti letto di pazienti affetti da Covid è stazionario rispetto alla settimana precedente. In totale sono ricoverati 134 pazienti (come la settimana precedente), si cui sei in terapia intensiva (rispetto a dieci).

In provincia di Rimini i nuovi casi sono stati 1.222 rispetto ai 1.118 della settimana precedente. Cinque i decessi. Non ci sono focolai in strutture sanitarie (uno la settimana precedente), mentre, anche in questo caso dopo diverse settimane in calo, le classi in quarantena risalgono da otto a tredici.

In risalita anche i contagi su 100mila abitanti su sette giorni: il distretto di Rimini sale da 337 a 375, quello di Riccione da 305 a 315. L’incidenza più alta nel distretto cesena-Valle del Savio, che da 453 passa a 539.

Le percentuali delle coperture vaccinali ormai registrano aggiornamenti minimi. Rimini resta l’unica provincia romagnola ancora sotto l’80% per quanto riguarda i cicli completi.

“La settimana presa in considerazione – commenta Mattia Altini, Direttore Sanitario di Ausl Romagnaconferma il lieve aumento dei casi, in linea con i dati regionali e nazionali, a cui però non corrisponde un aumento di ricoveri. Ciò conferma che il virus continua a circolare, complici anche il clima non favorevole, e l’atteggiamento più rilassato che abbiamo adottato, convinti che la diminuzione dei casi, registrata nelle settimane precedenti, ne avesse quasi decretato la sparizione. Se volevamo una riprova di quanto questo virus sia infido e imprevedibile, ora ne abbiamo la certezza. Per queste ragioni, occorre ancora di più non abbassare la guardia e continuare ad adottare le classiche misure di sicurezza che ben conosciamo. Così come è altrettanto importante continuare nell’azione di sensibilizzazione all’importanza del vaccino. Ciò riguarda chi ancora non ha effettuato la terza dose, ma anche e, soprattutto chi non si è ancora vaccinato. E penso in larga misura ai ragazzi in età pediatrica. Non si è mai fuori tempo massimo per vaccinarsi e questo altalenante atteggiamento del virus, ci offre l’ennesima riprova che potremo essere solamente noi, attraverso un atteggiamento responsabile, a decretarne o meno la sua scomparsa, o quanto meno l’impossibilità di farci del male in modo serio”.