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Tutor dell'integrazione

Progetto Intarsi: piccoli gesti creano grandi legami

di Silvia Sanchini   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mar 22 mar 2022 09:48 ~ ultimo agg. 30 mar 10:51
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Anche piccoli gesti possono creare legami profondi. Si potrebbe sintetizzare così, in una battuta, il progetto Fami Intarsi, avviato sul territorio riminese nell’ultimo anno.

Un progetto che mira a individuare e a prendere in carico nuclei familiari, anche e soprattutto monogenitoriali, di persone migranti con figli minorenni, in uscita dai circuiti dell’accoglienza.

Nella provincia di Rimini Intarsi, progetto di respiro regionale, è attuato per conto del Comune di Rimini dal Consorzio Mosaico – attraverso la coop. sociale Il Millepiedi e la coop. sociale Eucrante – insieme all’associazione Papa Giovanni XXIII.

Spesso quando si pensa al tema dell’immigrazione si immaginano solo persone sole che arrivano nelle nostre città, mentre in realtà da anni la provincia di Rimini ha accolto anche famiglie o mamme sole insieme ai loro bambini.

In questi primi mesi gli operatori di Intarsi hanno svolto un’azione di monitoraggio dei nuclei familiari del territorio riminese, prendendoli in carico e promuovendo percorsi individualizzati anche attraverso l’attivazione di reti sociali di prossimità.

Questo, infatti, uno degli elementi di maggiore innovazione del progetto che intende proprio favorire una maggiore integrazione tra persone migranti e territorio anche attraverso la promozione della figura del “Tutor volontario dell’integrazione”.

Di che cosa si tratta? Lo spiega Sara Ferri, operatrice del progetto: “Il tutor dell’integrazione si propone come una figura volontaria che affianca le persone coinvolte nel progetto nella quotidianità. È come un amico, un fratello maggiore, un compagno di strada che affianca gli operatori professionisti instaurando relazioni significative con i beneficiari”.

Anche piccoli gesti, appunto, sono importanti: un invito a pranzo o a cena, un aiuto per le mamme sole per affidare i loro bambini a qualcuno di fiducia quando lavorano, l’accompagnamento ai servizi del territorio per facilitarne la comprensione.

Aggiunge Debora Debebe, coordinatrice: “Il tutor ovviamente non viene mai lasciato solo nel suo intervento, ma può contare sul sostegno di noi operatori. Il suo ruolo però è fondamentale perché le persone si sentano accolte, migliorino il loro livello di conoscenza della lingua italiana e possano aumentare anche le opportunità di inserimento abitativo e lavorativo”.

Diverse famiglie e cittadini si sono già avvicinati al progetto, in particolare un primo momento di incontro è stato organizzato lo scorso 23 febbraio al Bar Lento, a Rimini.

Tra le persone presenti anche alcune che già, a titolo volontario, affiancano donne, bambini e famiglie.

Racconta ad esempio Nicoletta Farina: “Abbiamo conosciuto Gora insieme alla mia famiglia grazie alla cooperativa Eucrante. Il nostro rapporto si è costruito un passo alla volta, con semplicità, cominciando con qualche invito a cena. Piano piano la relazione si è approfondita sempre di più. Inizialmente abbiamo aiutato Gora negli adempimenti burocratici e nel cercare un lavoro. Oggi che è autonomo – con una casa, un lavoro, una fidanzata – continuiamo comunque a sentirci e a vederci quando è possibile. È nato un vero e proprio rapporto di amicizia e io mi sento molto fortunata ad averlo incontrato”.

Penso che quando arrivi solo in un Paese che non conosci sia importante sentire che c’è qualcuno che ti vuole bene”, aggiunge Federica, una delle figlie di Nicoletta. Conclude: “Penso che Gora rimarrà parte importante della mia vita e della mia famiglia per sempre. Come mi ha detto lui un giorno: ora non ho più solo tre sorelle, ma anche un fratello”.

L’azione dei volontari ha effetti benefici su tutto il territorio, ne è convinta Patrizia Fiori, coordinatrice progetti Sai e referente immigrazione del Comune di Rimini: “C’è ancora tanta diffidenza e tanti pregiudizi da scalfire nei confronti dei cittadini stranieri. Vedere non solo gli operatori professionisti ma anche la cittadinanza che si attiva per migliorare la vita di queste persone e aiutarle a inserirsi positivamente nel territorio, è un grande arricchimento di cui tutta la comunità riminese alla fine può beneficiare”.

Il prossimo step del progetto prevede tre serate di formazione dedicate alle persone che hanno mostrato interesse a conoscere meglio la figura del tutor dell’integrazione e a offrire il loro contributo.

La prima serata è in programma giovedì 7 aprile dalle 18 alle 20 al Centro per le Famiglie del Comune di Rimini (piazzetta dei Servi, 1). Si prosegue nello stesso luogo e agli stessi orari martedì 12 aprile e giovedì 21 aprile-

Per ricevere maggiori informazioni sul progetto e per partecipare al corso di formazione è possibile contattare l’indirizzo e-mail: intarsi.rimini@gmail.com o il numero di telefono: 388 6481599.

Famiglie che affiancano famiglie, perché nessuno debba più sentirsi solo.

Insieme, questo incontro è possibile!