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la presa di distanza

Profughi fuori dall'albergo. Riviera Sicura: estraneo a noi, si affretti accoglienza istituzionale

In foto: la recente conferenza stampa di Riviera Sicura
la recente conferenza stampa di Riviera Sicura
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 21 mar 2022 10:30 ~ ultimo agg. 16:34
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E’ notizia di oggi, riportata dai quotidiani locali, che un gruppo di profughi dall’Ucraina, sette donne e otto bambini, sono stati invitati a lasciare l’albergo che li ha accolti. Nei giorni scorsi i titolari hanno chiesto loro di registrarsi in questura per poter attivare l’assistenza sanitaria e rientrare nell’ambito della convenzione che permette agli albergatori di ricevere il rimborso, ma la procedura non è immediata.

Riviera Sicura, che dall’inizio dell’emergenza ha messo a disposizione diversi alberghi per l’accoglienza, fa sapere che l’albergo in questione non è legato all’associazione, condannando l’episodio: “Non si possono mettere alla porta donne e bambini. I nostri hotel sono consapevoli che aprire le porte significa affrontare spese e lavorare 18 ore al giorno e lo stanno facendo con grande spirito umanitario”.

Riviera Sicura, per voce del presidente Giosué Salomone, auspica che “in pochi giorni riesca finalmente a decollare l’accoglienza istituzionale alla quale passare il testimone. La stanchezza degli albergatori è fisiologica al ventiduesimo giorno di accoglienza e la macchina organizzativa dell’associazione cerca, quotidianamente, di risolvere le problematiche delle singole strutture: dai rifornimenti alimentari all’assistenza per le procedure di accoglienza, dalle attività ludiche per i bambini al supporto logistico. Ma occorre fare in fretta per trovare soluzioni stabili per i rifugiati presenti sul territorio senza che i problemi gravino esclusivamente sugli alberghi che si sono prestati, ma che mai avrebbero immaginato che a quasi un mese dall’inizio della guerra, le istituzioni locali non avessero ancora messo in atto iniziative concrete e congrue al numero di arrivi”.

“Nessun albergo di Riviera Sicura – continua Giosuè Salomone – potrebbe mai mettere in strada una sola persona. Quando si libera una camera la rendiamo, anzi, subito disponibile per un’altra famiglia di rifugiati che non ha un tetto e quando un nostro albergo ha avuto necessità di liberare qualche camera siamo sempre riusciti a ricollocare gli ospiti in altre nostre strutture. E ove qualcuno dei nostri hotel si trovasse nell’impossibilità di proseguire l’accoglienza, allerteremmo le istituzioni per trovare soluzioni che garantiscano il prosieguo dell’ospitalità”. Riviera Sicura prende le distanze anche da altre strutture che starebbero attuando comportamenti poco trasparenti: “Cercheremo anche di capire a che titolo stiano operando altre strutture non collegate a noi, al fine di segnalare alle autorità eventuali comportamenti speculativi o che possano approfittare della disperazione”.

Proseguono, intanto tutte le attività di Riviera Sicura negli hotel: corsi di italiano, censimento della disponibilità al lavoro, attività ludiche per i bambini, animazione e assistenza.