La storia finisce e lui si vendica umiliandola nella chat della scuola
Una storia finita male, dopo un’iniziale convivenza di un anno, si è trasformata per una 40enne riminese, madre di due figli, nel più classico degli stalking. Lui, il suo ex compagno, nell’agosto del 2020 era stato allontanato dalla donna, che non sopportava più la sua gelosia ossessiva. L’uomo, che era arrivato persino al punto di impedirle di uscire con le amiche, le controllava continuamente il telefono, la seguiva ovunque e la insultava davanti ai figli di lei.
Stanca e spaventata dalla sua possessività, era riuscita a troncare la relazione. Una decisione che però aveva incattivito ancora di più il 42enne, che per ripicca mise in atto una serie di atti persecutori, terminati nel marzo del 2021, per i quali è finito a processo. Nel corso delle udienze sono emersi episodi inquietanti, come quella volta che l’uomo contattò gli amici del figlio di lei al solo scopo di insultarla o quando la screditò e umiliò nella chat dei genitori della scuola. Il numero di telefono della donna, corredato da parole oscene, comparve su alcune panchine e cabine telefoniche della città. Nel computer dell’imputato, sequestrato su ordine del pm, furono trovate immagini intime dell’ex compagna. Quelle stesse immagini che lui aveva più volte paventato di rendere pubbliche se non fossero tornati insieme.
Il pm titolare dell’indagine, Paola Bonetti, aveva chiesto per il 42enne una condanna a 4 anni. Il giudice invece, oggi pomeriggio, ha dimezzato la pena condannandolo a 2 anni di reclusione e al risarcimento di 20mila euro nei confronti della vittima, costituitasi parti civile attraverso l’avvocato Veronica Magnani.