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Caro carburante: 100.000 € al giorno. Categorie al Governo: basta parole, servono i fatti

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 6 minuti
ven 11 mar 2022 13:42
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Il caro carburante, con benzina, diesel e metano a prezzi record, non solo sta dando il colpo di grazia agli automobilisti ma sta mettendo in ginocchio il comparto dell’autotrasporto. Nel mirino delle associazioni di categoria ci sono accise e iva che incidono per circa il 50% sul costo. “Il Governo intervenga da subito con il taglio di iva e accise. Basta parole, servono fatti” dice il presidente di Confesercenti Rimini Fabrizio Vagnini. “Una situazione allarmante – evidenzia Federconsumatori, che il Governo è chiamato ad affrontare con urgenza disponendo l’azzeramento totale delle accise e una forma di sgravio ulteriore, ad esempio sotto forma di credito di imposta, per i mesi di marzo e aprile, per le aziende di autotrasporto“. “Stiamo parlando di un incremento del 56% nell’arco di soli due giorni, al quale si deve sommare l’aumento del carburante dell’ultimo periodo” attacca Davide Missiroli, coordinatore del CAIPET Emilia-Romagna, il comitato regionale delle associazioni di imprese del trasporto persone che riunisce le sigle regionali di ANAV, CNA, Confartigianato Imprese, Confcooperative Lavoro e Servizi, Legacoop Produzione e Servizi. “I riflessi del caro-carburante su tutto il comparto TPL regionale – puntualizza Missiroli – comportano un incremento di costi giornalieri pari a 100.000 euro al giorno. In un mese parliamo di 3 milioni di euro di costi aggiuntivi, del tutto insostenibili per le imprese“.

La nota Caipet Emilia Romagna

“L’escalation da record dei prezzi dei carburanti per autotrazione sta mettendo in ginocchio le imprese emiliano-romagnole del trasporto persone che operano sia nel turismo che nel trasporto pubblico locale. Si tratta di attività già fortemente penalizzate dalla pandemia che ha interrotto e ridimensionato i flussi turistici”.  Lo denuncia Davide Missiroli, coordinatore del CAIPET Emilia-Romagna, il comitato regionale delle associazioni di imprese del trasporto persone che riunisce le sigle regionali di ANAVCNAConfartigianato ImpreseConfcooperative Lavoro e ServiziLegacoop Produzione e Servizi. “Stiamo parlando di un incremento del 56% nell’arco di soli due giorni, al quale si deve sommare l’aumento del carburante dell’ultimo periodo” continua Missiroli, sottolineando come “tutto questo grava come un macigno sulle imprese”. “Né la ripresa post-Covid delle attività economiche, né gli eventi catastrofici di questi giorni possono giustificare tali aumenti. L’isteria che caratterizza questa fase del mercato ha fatto schizzare i prezzi così in alto da rendere evidente una speculazione finanziaria ai danni di imprese e cittadini, alla quale il Governo deve porre un immediato rimedio. Dobbiamo tutti prendere atto della straordinarietà della situazione e non affrontarla con i metodi tradizionali”. L’impatto dell’aumento del carburante – spiegano dal CAIPET Emilia-Romagna – è talmente penalizzante per un settore come quello del trasporto persone, già colpito duramente dalla crisi pandemica, che non si scaricherà solamente sui margini di profitto e sul valore aggiunto di ciascuna impresa, ma porterà ad una marginalità negativa per ogni km percorso, soprattutto sulle imprese di bus che operano in sub-affidamento nei servizi di TPL. I riflessi del caro-carburante su tutto il comparto TPL regionale – puntualizza il coordinatore Davide Missiroli – comportano un incremento di costi giornalieri pari a 100.000 euro al giorno. In un mese parliamo di 3 milioni di euro di costi aggiuntivi, del tutto insostenibili per le imprese”. Già oggi molte imprese private, duramente colpite dalla crisi Covid, non sono in grado di reggere finanziariamente così da non riuscire ad ottemperare ai loro obblighi contrattuali. “Se proseguono queste condizioni – avvisa Missiroli – è imminente un fermo bus con il taglio di linee e corse per lavoratori e studenti per mancanza di carburante”. Per questi motivi, le Associazioni regionali del trasporto persone coordinate dal CAIPET Emilia-Romagna (ANAV, CNA, Confartigianato, Confcooperative Lavoro e Servizi, Legacoop Produzione e Servizi) chiedono all’assessore regionale ai Trasporti Andrea Corsini che si faccia interprete del forte disagio delle imprese, cercando soluzioni, trovando accordi anche con le aziende pubbliche affidatarie e lavorando nei tavoli Stato-Regione per mettere in campo strumenti che possano alleviare le gravi ripercussioni derivanti da questa tensione sui prezzi che, peraltro, non vede tregua nel breve periodo. “Una proposta concreta e attuabile da subito – conclude Missiroli – potrebbe essere quella di intervenire con il recupero completo delle accise sul carburante professionale. Da sempre l’accisa è parte maggioritaria del prezzo del carburante. Il taglio temporaneo delle accise applicate su benzina e diesel permetterebbe almeno di poter continuare ad adempiere i servizi di trasporto pubblico”.

La nota Federconsumatori Rimini

Continua la corsa dei prezzi dei carburanti, che oggi superano quota 2,00 Euro al litro (nel dettaglio 2,12 la benzina e 2,17 il diesel). Un costo insostenibile per gli automobilisti e per tutti i cittadini, che pagano tali aggravi in termini di rincari generalizzati sui prezzi di beni e servizi. L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha aggiornato le stime relative agli aggravi che le famiglie dovranno fronteggiare nel 2022, calcolando che i rincari complessivi ammonteranno a +2.354,98 Euro. Di questi, ben 478 sono imputabili ai soli carburanti, visti gli aumenti già registrati da gennaio ad oggi. Si tratta di una situazione allarmante, che il Governo è chiamato ad affrontare con urgenza disponendo l’azzeramento totale delle accise e una forma di sgravio ulteriore, ad esempio sotto forma di credito di imposta, per i mesi di marzo e aprile, per le aziende di autotrasporto. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che oltre l’86% dei beni nel nostro Paese sono trasportati su gomma, per questo è fondamentale intervenire per scongiurare il blocco delle attività di fornitura di beni nei punti vendita, che comporterebbe difficoltà nel reperimento dei prodotti, corsa all’accaparramento e possibili fenomeni speculativi.
Le accise, che da tempo gravano sui carburanti, sono aggravate dall’IVA: un meccanismo assurdo ed inspiegabile che denunciamo da tempo e che, oggi, appare ancor più inaccettabile.
Ecco perché, al fianco di una necessaria riforma e revisione complessiva di accise e oneri che appesantiscono i costi di bollette e carburanti, è necessario avviare in questa fase misure straordinarie, agendo immediatamente per decreto.
Azzerando le accise (che ammontano a circa 0,72 Euro al litro per la benzina e 0,62 per il gasolio), la benzina oggi costerebbe 1,39 Euro al litro e il gasolio 1,55 Euro al litro, con un risparmio, in termini annui, di circa 874 Euro.
Un risparmio ulteriore, pari a 228 Euro annui, si avrebbe applicando ai carburanti l’IVA agevolata al 10% e non, come avviene oggi, al 22%. Inoltre, invitiamo ad effettuare maggiori controlli e a sanzionare severamente chi tenta di lucrare su tale situazione, aumentando impropriamente i prezzi già così elevati o facendo leva su costi più convenienti per vendere carburante contraffatto.

La nota Confesercenti Rimini

“Il Governo intervenga da subito con il taglio di iva e accise. Basta parole, servono fatti. E sul parco eolico in mare non facciamoci prendere dalla frenesia del momento. La maggior parte di materie prime e delle merci viene trasportata su gomma e i prezzi dei carburanti così alti si traducono, a cascata, in aumenti di tutti i prezzi. Per risolvere il problema del caro carburanti, la prima cosa da fare è tagliare nell’immediato iva e accise; con il costo dei carburanti così alto il primo a guadagnarci è lo Stato, che non può andare avanti così facendo finta di niente. Basti pensare che anni fa, con lo stesso prezzo del barile di petrolio, la benzina costava la metà, il che vuol dire che a pesare di più sui prezzi sono una marea di tasse. Stessa cosa su energia elettrica e gas; iva e accise sono le voci che pesano di più. Un altro aspetto è che in Italia il libero mercato delle materie prime sta portando a una speculazione che era iniziata ben prima della guerra in Ucraina. Non si può lasciare tutto al libero mercato. Con questa situazione siamo molto preoccupati per la stagione estiva che praticamente è alle porte. Le prenotazioni stanno subendo forti rallentamenti, e se continuiamo così si fermerà tutto. Un’altra questione che ci preoccupa molto, è che quando si parla di emergenza energetica puntualmente si rispolvera il progetto del parco eolico in mare. È chiaro che abbiamo bisogno di energia, ma non possiamo distruggere il nostro mare, a cui è legato il turismo che è la nostra principale industria. Nelle emergenze si rischia di fare scelte che sono peggio del problema. Pensiamo che per realizzare il parco del mare ci vorranno anni, dai pali in mare i cavi dovranno arrivare a terra, dove ci dovrà essere una centrale. Il rischio è una devastazione del territorio, con la deturpazione della cartolina turistica del nostro mare, come è già accaduto ad esempio con il gasdotto che arriva dalla Toscana che ha distrutto l’area in cui passa. Su questo bisogna ragionare, non dobbiamo farci prendere dalla frenesia del momento. La situazione è vero che è complicata, c’è una guerra in corso, ma non possiamo accettare di tutto e di più. Siamo una zona turistica, dobbiamo pensare a soluzioni alternative e a ragionamenti di più ampio respiro. In questo senso va l’incontro per il “Patto del lavoro e del clima”, domani mattina al Fulgor di Rimini, con il presidente regionale Stefano Bonaccini a cui parteciperanno tutti gli enti locali e le categorie economiche della provincia. Sul fronte Covid, in vista dell’arrivo della Pasqua è necessario cominciare a pensare a un allentamento delle restrizioni, sono previsti eventi sportivi, ma ancora i ragazzi sopra i 12 anni non vaccinati non possono entrare nelle strutture sportive. Questo accade solo in Italia. Occorre dare un segnale diverso, e date certe sulla modifica delle restrizioni annunciate dal Governo”.