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"rigidità delle persone"

Percettori reddito cittadinanza. Pochi quelli impegnati in lavori socialmente utili

In foto: Kristian Gianfreda
Kristian Gianfreda
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 21 gen 2022 15:21 ~ ultimo agg. 15:32
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Sono solo 20 i progetti di pubblica utilità realizzati, su 128 possibili, nel distretto sanitario di Rimini, con recettori di reddito di cittadinanza. Ad offrire il quadro l’assessore alla protezione sociale del comune di Rimini Kristian Gianfreda, che allarga la riflessione agli strumenti per contrastare la povertà. “Il reddito di cittadinanza, se finalizzato soltanto a erogare delle risorse a chi attraversa periodi di difficoltà, è sì utile (ci sono famiglie che altrimenti non arriverebbero a fine mese), ma svolge una funzione parziale” afferma Gianfreda.

Diverse le storture che, però, l’assessore mette in luce. “I lavori socialmente utili rivestono un ruolo centrale nella concezione del Reddito di Cittadinanza e, non a caso, rientrano nel Patto di Inclusione sociale, un accordo tra i beneficiari e le istituzioni, in cui chi riceve il reddito si impegna e dà disponibilità a seguire o svolgere progetti utili alla collettività (PUC) nel proprio comune di residenza, per almeno 8 ore a settimana – aumentabili a 16 – in cambio del contributo. Come Distretto di Rimini ci siamo da subito attivati per mettere in moto questo processo, avvalendoci, attraverso una convenzione, della collaborazione con il centro Servizi di Volontariato, elaborando 53 progetti, di cui 34 con il terzo settore”.

Ad oggi, però. “solo 20 PUC, su 128 possibili, sono stati effettivamente utilizzati, per diverse ragioni, a partire dal fatto che il reddito di cittadinanza rimane uno strumento estremamente complesso e burocratizzato, le cui potenzialità molte volte rimangono soffocate. A causa della pandemia, inoltre, molte associazioni sono state chiuse e, spesso, l’operato dei Servizi Sociali del Comune di Rimini si è dovuto misurare su operazioni di supporto emergenziale ai cittadini legate al Covid”.

Altro ostacolo, in alcuni casi, l’atteggiamento delle persone: “devo anche ravvisare, non di rado, una certa rigidità da parte dei percettori del RdC ad avviarsi a questa attività di volontariato non retribuita per la quale oggi è richiesto anche il green pass”.

L’assessore rilancia per il prossimo futuro:  “sono in corso incontri con il nuovo CSV per andare a formalizzare una nuova collaborazione con Volontaromagna al fine di poter gestire il coinvolgimento del Terzo settore, i corsi di formazione sulla sicurezza, l’attivazione di polizze civili e l’acquisto di materiale necessario al progetto, per dare vita a nuove iniziative e intercettare il maggior numero di persone, all’interno di un modello di welfare davvero proattivo e moderno“.