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Altini: vaccini per reggere urto

Rispetto a un anno fa, contagi raddoppiati e ricoveri dimezzati

In foto: repertorio
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di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 29 dic 2021 17:07 ~ ultimo agg. 30 dic 15:10
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Tra il 20 e il 26 dicembre nelle tre province romagnole si sono registrati 6.214 nuovi contagi a fronte di 55.502 tamponi (11,2% rispetto al 9% dei sette giorni prima). E’ quanto emerge dal consueto report dell’Ausl Romagna. Rispetto alla settimana precedente si registra una crescita di 1209 casi. 2.275 i contagi in provincia di Rimini (erano 1.751). Complessivamente negli ospedali della Romagna sono 290 i pazienti ricoverati (50 in più), al 26 dicembre, di cui 24 in terapia intensiva.

Si impenna l’incidenza dei nuovi casi ogni 100mila abitanti: nel distretto Rimini l’indice raggiunge i 653 mentre a Riccione i 602 casi. Sono i dati più alti in Romagna. La scorsa settimana l’incidenza era rispettivamente di 327 e 220.

Nel riminese si registrano anche tre focolai in Rsa ed uno in ospedale mentre le classi scolastiche in quarantena scendono da 69 a 56 (sono 77 a Forlì e 50 a Ravenna).

Rispetto alla stessa settimana di un anno fa, in Romagna si contano il doppio dei contagi (6.214 contro 3.177), la metà dei ricoveri (253 contro 567) e un quinto dei decessi (33 contro 131). La differenza è data dall’85% di copertura vaccinale.

Gli operatori sanitari sospesi in tutta la Romagna per mancata vaccinazione sono 258, 86 in provincia di Rimini. Proprio il riminese si conferma quello più indietro dal punto di vista delle vaccinazioni.

In queste settimane, stiamo assistendo ad un aumento molto significativo dei casi – commenta Mattia Altini, direttore Sanitario di Ausl Romagnail virus corre a ritmi molto sostenuti e il grande numero di contagi sta comunque determinando un aumento della pressione sugli ospedali. C’è comunque un dato che non dobbiamo mai perdere di vista e che ha cambiato il corso degli eventi rispetto ad un anno fa. il vaccino. Se non fossimo partiti con la massiccia campagna vaccinale da un anno a questa parte, non avremmo retto alle nuove ondate che si sono succedute e oggi continueremmo a contare morti. Il vaccino non ha fatto finire la pandemia, i contagi possono esserci anche fra le persone vaccinate, ma un conto è avere sintomi simil influenzali e un conto è finire in ospedale e, ancora peggio in terapia intensiva, con gli esiti nefasti che tutti conosciamo. Ecco perché non ci stancheremo mai di ripetere che la prima risposta per frenare la pandemia è il vaccino. Ma da solo non basta. Ci preserva dalla malattia grave, ma non dal contagio. Occorre che, soprattutto in questo periodo di maggiore socialità, legata al momento festivo, si continuino ad adottare senza esitazioni tutte le misure che ben conosciamo: mascherine, distanziamento e igiene delle mani. E’ veramente indispensabile per arginare questa fase di massima espansione del virus. Al contempo occorre accelerare con la terza dose e per chi ancora non si è vaccinato, ricordiamo che per le prime dosi l’accesso è diretto e non occorre la prenotazione. Vi aspettiamo quindi nei nostri centri vaccinali che non effettuano pause festive. La giornata di Natale dal punto di vista vaccinale è stata un successo. Approfittiamo di questa pausa lavorativa per regalarci un nuovo anno, liberi dall’incubo vissuto in questo lungo periodo. Per scongiurare nuove chiusure ed effetti deleteri sull’ intero Paese (economici, sociali, sanitari) occorre EQUILIBRIO; limitarsi oggi  nei comportamenti per superare questa ondata cosi critica in termini numerici di contagi”.