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Dopo un mese di indagini

Omicidio di Galileo Landicho alla stazione: fermato un 51enne

In foto: gli investigatori della Mobile sul luogo del delitto @Newsrimini
gli investigatori della Mobile sul luogo del delitto @Newsrimini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 23 dic 2021 13:10 ~ ultimo agg. 24 dic 12:58
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Alle prime ore di ieri la Polizia di Stato di Rimini ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere a carico di un cittadino filippino di 51 anni individuato quale presunto autore dell’omicidio di Galileo Landicho, connazionale 74enne residente a Verucchio, avvenuto nel tardo pomeriggio del 21 novembre in una pensilina davanti alla stazione ferroviaria cittadina. L’attività investigativa – svolta senza soluzione di continuità sotto il coordinamento della Procura della Repubblica – ha consentito di raccogliere importanti indizi di responsabilità a carico dell’indagato che è stato fermato nelle prime ore di martedì e condotto presso gli uffici della Squadra Mobile. Qui ha reso dichiarazioni spontanee sulle proprie responsabilità nell’omicidio, commesso presumibilmente per motivi passionali. L’assassino infatti era convinto che Landicho avesse avuto un breve flirt  con sua moglie. “Perdonatemi”, avrebbe poi detto al momento dell’arresto. Nell’interrogatorio di garanzia di questa mattina, avvenuto tramite remoto, ha confermato la versione dei fatti fornita subito dopo l’arresto.

Le indagini, condotte dagli agenti della Squadra Mobile guidata dal vice questore aggiunto Mattia Falso, in primo luogo, si sono sviluppate a partire da un’analisi minuziosa del profilo della vittima e della comunità di riferimento (il giorno dell’omicidio Landicho aveva partecipato a un pranzo con la comunità filippina), attività che ha consentito di raccogliere una prima serie di dati che si sono rivelati poi utili nelle indagini.

Inoltre, l’acquisizione e l’analisi della mole di immagini delle diverse telecamere di videosorveglianza, effettuate senza sosta sin da subito, hanno consentito di ricostruire in maniera certosina tutte le fasi della vicenda, partendo dall’avvicinamento dell’omicida alla pensilina, poi l’attesa del momento giusto per colpire, sino alla sua fuga a bordo di una bicicletta. La svolta è stata possibile grazie ad un’intuizione degli agenti della Squadra Mobile, che hanno acquisito le immagini registrate dalle telecamere installate sui mezzi del trasporto pubblico in transito ed in sosta nella zona della stazione ferroviaria ed in quelle vicine. Questa attività ha consentito di registrare gli istanti immediatamente precedenti e successivi all’efferato delitto, consentendo poi di individuare ulteriori telecamere sull’itinerario di fuga dell’omicida, ricostruire in toto il suo percorso e, quindi, giungere alla sua identificazione.
Importante è stato il contributo tecnico della Polizia Scientifica, che, con un’analisi ed una comparazione del complesso delle immagini acquisite, ha fornito ulteriori elementi a sostegno della ricostruzione dei fatti e dell’identificazione dell’indagato quale presunto autore dell’efferato delitto.