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lettera aperta

La storia del quattordicenne "fuggito" da scuola

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mer 22 dic 2021 20:47 ~ ultimo agg. 11 gen 16:11
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Riceviamo e pubblichiamo questa la lettera aperta di Claudia Protti

Questa è la storia di un quattordicenne fuggito da scuola che per fortuna finisce bene e fa anche ridere ma in realtà a pensarci bene ci sarebbe da piangere. Questa storia la voglio raccontare perché sia spunto di riflessione sul buonsenso* che il covid ci ha portato via del tutto. Prima della pandemia forse ne era rimasto un pochino ma ad oggi risulta del tutto esaurito, introvabile, sparito dalla faccia della terra… pardon, della scuola!

Siete seduti? Che la storia abbia inizio: a metà mattina del giorno 22 dicembre, durante il cambio di ora ricevo un messaggio su whatsapp da parte di mio figlio che si trova a scuola, (prima classe istituto superiore di Rimini) che mi scrive: “È arrivata adesso la preside in classe e ci ha detto che è risultato un caso positivo e stanno chiamando i genitori per farci venire a prendere”

Nel mondo in cui è ambientata la mia storia i genitori non lavorano, sono tutti a casa sul divano a disposizione di una scuola che a metà mattina decide di mandare a casa gli alunni. Colpa della scuola? Del protocollo? Chi lo sa…

Alle ore 11:00 sul sito della scuola viene pubblicata la circolare per la sospensione della didattica in presenza a partire da oggi stesso.

Alle ore 11:16 ricevo una telefonata da scuola, mi comunicano che devo andare a prendere mio figlio. Spiego che non posso, che sono in ufficio, mi chiedono se posso delegare qualcuno: no, non posso. Domando se posso autorizzare mio figlio a uscire da solo inviando una mail, sono disposta a inviare anche un modulo firmato ma la risposta è: no.

Chiedo a chi mi ha telefonato di informarsi con la preside o vice-preside in quanto trovo assurdo che mio figlio possa uscire da scuola al termine delle lezioni da scuola da solo perché ho firmato un’autorizzazione a inizio anno scolastico, possa uscire da scuola alla quarta ora in caso di sciopero dei professori se ha apposito modulo da me firmato, addirittura lasciano mio figlio fuori da scuola alle 8:00 in caso assenza del professore della prima ora per sciopero ma pare io non possa inviare autorizzazione a farlo uscire da scuola via mail. Però potrebbe uscire con un qualsiasi adulto provvisto di mia delega scritta a ritirare il ragazzo.

In ogni caso chi mi ha telefonato si informa e dopo 30 minuti mi richiama dicendomi che la preside non autorizza alunni minorenni a uscire da scuola senza un adulto.

Apro il programma di posta elettronica e invio immediatamente una mail alla segreteria della scuola, referente covid, coordinatore di classe e qualche altro destinatario e metto per iscritto la mia intenzione di  autorizzare mio figlio ad uscire da scuola e domando anche qual è la differenza tra uscita per sciopero e uscita per sgombero aula causa caso positivo covid (un alunno che non si trova in aula ma a casa da alcuni giorni).

Il referente covid risponde di no, non può autorizzare mio figlio a uscire da solo e mi spiega che nei casi da me citati la famiglia è in grado di organizzarsi per il trasporto dell’alunno…

Telefono a scuola e chiedo di parlare con il referente covid al quale ripeto che non possono trattenere mio figlio a scuola, il genitore sono io e sono sempre io ad avere potere decisionale. Il referente mi suggerisce di chiedere a un genitore di un compagno di mio figlio di ritirare il ragazzo al posto mio. Ovvero: meglio uno sconosciuto (siamo in prima e non conosco personalmente nessun genitore) che una autorizzazione scritta dal genitore inviata tramite mail.

Il referente covid mi informa che proverà a contattare la preside con la quale io ho chiesto di poter parlare più volte ma mi è stato negato.

Entro le 12.30 circa tutti i genitori vanno a ritirare i figli tranne me e mio figlio resta solo.

Verso le 12:45 chiudono l’aula e mio figlio viene fatto sedere vicino al bar.

Alle 12:55 mio figlio mi chiama e mi comunica che qualcuno del personale ATA gli si è avvicinato e gli ha detto che poteva andare a casa e quindi finalmente è uscito. Esultiamo a scherzando gli chiedo: sei sicuro che non sei scappato?

Alle 13.17 mi chiamano dalla scuola per dirmi che il prof della sesta ora non trova mio figlio, che lo ha cercato in aula, in laboratorio e non so dove ma mio figlio non si trova, mio figlio risulta assente, non sanno dove sia.

Mi intrattengo a spiegare la situazione in maniera anche piuttosto agitata, e di questo mi dispiaccio, ma ero veramente stupefatta, pensavo di essere su “Scherzi a parte”.

Poco dopo sul registro elettronico è apparsa la notifica: uscita in sesta ora da giustificare.

La storia è finita e non vissero tutti felici e contenti, proprio per niente. Il figlio sta benissimo, ha preso i mezzi pubblici ed è rientrato a casa, d’ora in poi lo chiameremo “il fuggitivo” mentre sua madre è molto arrabbiata.

Sua madre non si capacita dell’attuale situazione di dilagante follia a cui ci ha portato il covid, in particolare come mai a metà mattina bisogna correre a ritirare i figli da scuola, e non si capacita dei protocolli privi di ogni logica che sono applicati dalle scuole.

Forse la prossima volta dovrà rivolgersi a un avvocato per poter fare uscire il figlio da scuola.

*Capacità naturale dell’individuo di giudicare rettamente in vista delle necessità pratiche.

Claudia Protti