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"assumersi responsabilità"

Elezioni. L'analisi di Barboni (FI): male, nel 2026 si punterà su nome politico

In foto: Antonio Barboni
Antonio Barboni
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 6 ott 2021 12:53 ~ ultimo agg. 14:54
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Per la seconda volta consecutiva il centrodestra riminese non riesce a portare il centrosinistra al ballottaggio. Ma se cinque anni fa la vittoria di Gnassi al primo turno era ampiamente pronosticabile, quest’anno i vertici locali di Lega, Fratelli d’Italia e Fi avevano più volte parlato di una Rimini contendibile. Alla prova dei fatti, le cose non sono andate come ci si attendeva e urge rimettere insieme i cocci in vista delle elezioni che il prossimo anno toccheranno realtà come Riccione. Intanto il senatore Antonio Barboni, reduce dal 2% preso dalla Casa dei Moderati (con all’interno anche Forza Italia), fa il punto sul voto e su cosa non è andato per il verso giusto nel centrodestra riminese, a partire dalle lungaggini sulla scelta del candidato. “Aver presentato Ceccarelli ad agosto non ha cambiato molto, l’avessimo fatto a giugno i riminesi avrebbero avuto comunque altro da fare con l’avvio dell’estate” secondo Barboni. “Ceccarelli ha il pregio di essere un amministratore capace e il difetto di non essere di Rimini – aggiunge – ha fatto una buona campagna elettorale nella quale si doveva far passare il concetto di squadra e forse si poteva spingere un po’ di più su questo aspetto nell’ultima settimana. Ma non avrebbe spostato molto l’esito.” L’ipotesi del candidato civico per il centrodestra sembra però definitivamente tramontata. “Lo ha detto anche la Meloni che ora si punterà sui politici – dice Barboni – io in tempi non sospetti avevo fatto anche nomi ed ero riuscito a far passare la candidatura di Nicola Marcello (ndr anche in queste elezioni il re delle preferenze), facendo superare ai vertici azzurri il problema del suo passaggio da Forza Italia a Fratelli d’Italia. Poi tutti hanno voluto virare sul civico.” E le cose sono andate male per il centrodestra. Per Barboni quello di Marcello sarebbe un nome su cui puntare già per il 2026. In prospettiva c’è anche Filippo Zilli. E sulla tendenza dei politici nazionali e non solo a “non perdere mai”, ironicamente il senatore ammette: “io ho sicuramente perso, tanto che ho rimesso il mandato di coordinatore ai miei vertici che mi hanno detto invece di continuare. In politica quando si perde bisogna assumersi le proprie responsabilità.