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Ampliare l'esistente

Le pesanti conseguenze della variante alla SS16: la denuncia di un gruppo di agricoltori

In foto: campi a Rimini nord
campi a Rimini nord
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 11 set 2021 08:55 ~ ultimo agg. 18:09
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Da un gruppo di agricoltori dell’area Rimini Nord una lettera per denunciare le conseguenze del nuovo tracciato della Variante alla SS16 sul territorio rurale. Perché, chiedono, non si migliora l’esistente piuttosto che cementificare aree verdi?

“Sono circa 20 anni che se ne parla, si tratta di un’opera che -si dice- solleverà Rimini dal transito del traffico pesante, in realtà si dovrebbe contemporaneamente e onestamente dire che il tracciato previsto è, almeno per quanto riguarda il primo stralcio che va da Igea Marina alla via Marecchiese, una colata di asfalto su campi verdi e rigogliosi i cui frutti finiscono sulle nostre tavole. Si tratta di sacrificare km e km di campagna anche questa riminese e meritevole di attenzione (!) e di cancellare quel poco che resta dell’area verde a vocazione agricola di alto pregio della NOSTRA città.

Se si costruiscono strade di questa portata il traffico non diminuisce, verosimilmente aumenta e la qualità dell’aria peggiora! Se davvero si vuole diminuire l’impatto ambientale  e migliorare la qualità di vita di tutti si devono operare scelte in ben altra direzione come quelle che prevedono l’implementazione del trasporto su rotaia e solo gli ultimi km di trasporto su gomma con mezzi leggeri”.

La zona nord di Rimini è divenuta  refugium peccatorum: alla terza corsia autostradale, all’elettrodotto, al depuratore, al metanodotto, al traffico pesante dei mezzi che già l’attraversano (Santa Giustina  attende da anni una bretella) si somma  anche il prossimo avvento della variante alla ss16.  Il tracciato previsto si configura come ECOMOSTRO. Svincoli imponenti,  piloni, sopraelevate e tonnellate di asfalto seppelliranno campi, alberi e, non da ultimo case, sia nella zona nord che nella zona sud dove diverse abitazioni devono essere abbattute per fare spazio a 25 metri di carreggiate. Prima di raccordarsi al tracciato autostradale la variante prevista impatta brutalmente su  un’area verde che va da Igea a Variano  per poi raccordarsi e correre parallelamente all’autostrada stessa tagliando di fatto a metà un territorio a vocazione agricola speciale (così definito nel vecchio piano regolatore). Anche la via Orsoleto sarà interessata da questo passaggio, la stessa via che oggi si presenta sdrucciolevole  danneggiata ed estremamente pericolosa, qui l’asfalto lo si è usato poco e solo per chiudere buche grandi come voragini mentre ora ci si appresta a seppellire frutteti e orticolture di pregio!”.

Se serve davvero alla città, “Sacrifichiamoci pure ma almeno si scelga una soluzione meno impattante! E la soluzione c’è: uno dei tracciati ipotizzati dai tecnici che hanno messo mano alle varie opzioni e non si capisce per quale motivo scartato! Forse costava troppo poco ampliare la via Tolemaide? È già a 4 corsie in direzione mare perché non fare lo stesso in direzione monte?”; “Deve davvero essere questo il tracciato definitivo solo perché si “deve” avviare l’opera entro il 2023 o si può forse ragionare con chi il territorio lo deve vivere?

Piuttosto che tracciare un percorso totalmente nuovo e sottrarre terra agli agricoltori non sarebbe opportuno potenziare strade già esistenti? Non è forse questa una scelta più green? Oppure dobbiamo pensare che il green vale solo per il parco del mare e per i proclami dove tanto si parla di una Rimini come Friburgo? “Una delle nostre priorità -diceva il sindaco Gnassi nel 2011- è stata quella di passare dallo sviluppo quantitativo allo sviluppo qualitativo”. Benissimo! Rivendichiamo questa qualità che è prima di tutto qualità di vita per tutti i riminesi, quelli che vivono  e lavorano in centro e quelli che vivono e lavorano in campagna!”.

Ricordando che “la prima valutazione di impatto ambientale di questa strada ebbe parere negativo! Magicamente qualcosa è cambiato, come è possibile? Cosa è cambiato??? Come può un territorio considerato di pregio diventare di serie “c” dunque sacrificabile per essere seppellito dal catrame? Vogliamo che le politiche adottate da questo comune, da questa provincia,  da questa regione e da tutto il paese siano davvero ecosostenibili e green!”.