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l'interrogatorio

L'accoltellatore al gip: "Perseguitato da una donna, vogliono farmi del male"

In foto: Due poliziotti delle Volanti in servizio (repertorio)
Due poliziotti delle Volanti in servizio (repertorio)
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 14 set 2021 14:08 ~ ultimo agg. 15 set 11:53
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E’ durato un’ora e mezza circa l’interrogatorio di Somane Duula, il 26enne somalo che sabato 11 settembre ha accoltellato tra Miramare e Rimini cinque persone, tra cui un bimbo di 6 anni che ora è fortunatamente fuori pericolo. Duula, alla presenza del suo avvocato, Maria Rivieccio, e di un interprete (l’indagato infatti non parla né l’inglese né tantomeno l’italiano) dal carcere dei Casetti non ha risposto in videocollegamento alle domande del gip del tribunale di Rimini Manuel Bianchi e del pm Davide Ercolani.

Il 26enne è apparso in stato confusionale, sconnesso dalla realtà. Ha parlato di una donna di origine tedesca senza mani, della quale ha ricostruito sommariamente le fattezze, che a suo dire lo perseguita da anni. Ultimamente lo avrebbe aggredito: dove, come e quando però non è stato in grado di spiegarlo. Addirittura, durante una videochiamata con la madre, questa fantomatica donna sarebbe apparsa sullo schermo dello smartphone interrompendo la conversazione. Segni evidenti di una persona disturbata. Ma a stabilirlo con certezza sarà la perizia psichiatrica alla quale presto verrà sottoposto.

Duula ha sempre evaso le domande del gip, non ha fornito alcuna spiegazione sul perché abbia accoltellato quattro donne (tra cui le due controllori del bus) e un bambino. “Chi siete? Cosa volete da me? Dovete proteggermi, mi faranno del male…”, ha continuato a ripetere in maniera ossessiva nel corso dell’interrogatorio di convalida. Quando gli sono apparsi in video il giudice e il pm si è subito agitato, mostrando una sorta di fobia nell’essere ripreso.

Dagli atti emergerebbe un particolare che confermerebbe la sua instabilità: il giorno dell’aggressione sul bus della linea 11, Duula non era sprovvisto di biglietto, ce l’aveva ma non era stato obliterato. Quando le due addette al controllo gli hanno chiesto di fornire i documenti, il 26enne somalo ha fatto capire di non possederli e ha mostrato loro la copia della denuncia sporta proprio quella mattina in questura a Rimini per una presunta aggressione (a tal proposito un referto medico del pronto soccorso di Rimini parlerebbe di lesioni compatibili con una aggressione e di 4 giorni di prognosi). Sulla denuncia erano presenti i suoi dati anagrafici e le controllori hanno potuto stilare e consegnare a Duula la multa. Tutto sembrava finito lì, invece non appena si sono voltate lui le ha aggredite con un coltello da bistecca, per poi fuggire e colpire a caso altre quattro persone.

Si attende ora la decisione del gip sulla convalida del fermo per tentato omicidio, lesioni, tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale, e sulla detenzione preventiva in carcere.