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Combattere battaglia comune

Sicurezza. Sadegholvaad: non si faccia della Tosi il capro espiatorio

In foto: Sadegholvaad e Bellini
Sadegholvaad e Bellini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
lun 23 ago 2021 17:14
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Sul tema sicurezza e gli ultimi episodi avvenuti a Riccione, interviene anche il candidato sindaco per il centrosinistra a Rimini, Jamil Sadegholvaad. “Credo non sia più tempo di campanili e prese di posizioni strumentali a qualsiasi campagna elettorale” premette, affermando poi che “non si può fare di Renata Tosi il capro espiatorio dei gravi fatti accaduti l’altra notte a Riccione“.
Sulla sicurezza – aggiunge – i sindaci hanno armi poco più che spuntate. E questo vale per tutti i Comuni, a prescindere dal colore politico. E se, pochi giorni fa, non aveva alcun senso scaricare sui Comuni vicini i problemi di ordine pubblico della realtà riccionese, oggi non ne ha altrettanto addossare a una amministrazione comunale la gestione di fenomeni che riguardano purtroppo l’intera Italia dei mesi estivi.” “Dico a Renata Tosi – prosegue -, e agli altri Sindaci, che dobbiamo lasciare da parte la politica peggiore, fatta di strumentalizzazioni e di atteggiamenti scaricabarile, ritrovando semmai nell’unità e nella coesione istituzionale il percorso operativo che può dare risposta a fatti e comportamenti dalle modalità inedite e che, dunque, hanno e avranno bisogno di risposte altrettanto nuove.
Proprio la provincia di Rimini, da decenni, chiede l’adeguamento permanente di uomini e mezzi di polizia. Negli anni si sono alternati governi di tutti i colori e ministri di tutte le forze politiche, ma nessuno ha mai preso seriamente in considerazione le legittime richieste del nostro territorio. Su questo dobbiamo combattere una battaglia comune, altroché dividersi per ragioni bassamente elettorali!
Questa è una sfida che riguarda tutte le amministrazioni, visto che i poteri di legge dei sindaci in materia equivalgono a poco più di zero.”

Sul tema interviene anche la consigliera regionale del Pd Nadia Rossi. “Il tema della sicurezza in Riviera – scrive –, tornato con forza alla ribalta dopo i recenti episodi di cronaca legati alla città di Riccione, è una questione che va oltre gli schieramenti politici. È una questione di ordine pubblico, di prevenzione, di controllo, tanto più in una zona come la Romagna dove ogni anno si riversano milioni di arrivi nella stagione turistica, facendo lievitare esponenzialmente la popolazione residente.”

A inizio estate – ricorda – avevo lanciato l’allarme ed insieme ai colleghi consiglieri Pd avevo depositato un’interrogazione urgente alla Giunta regionale perché si attivasse presso il Governo con il fine di ampliare i Presidi di Polizia estivi, che rischiavano di essere previsti solo nei Comuni capoluogo di provincia. E solo una settimana fa ho firmato un testo che chiede ulteriori misure da mettere in campo per rispondere al fenomeno delle baby gang, sempre più diffuso anche a causa della pandemia, che ha aumentato il disagio sociale ed incrementato gli episodi di violenza ed aggressione da parte dei giovani.” “Come evidenziato dalla preoccupazione dei sindaci del territorio – prosegue –, il tema sicurezza è molto ampio: per questo eviterei di strumentalizzarlo come sto purtroppo vedendo fare in queste ore da esponenti locali della Lega, l’onorevole Raffaelli per prima, che ha subito attaccato le politiche portate avanti dalla Regione in questi anni, come quella di “Città sicure”. L’Emilia-Romagna, per inciso, stanzia ogni anno 2 milioni e mezzo di euro per finanziare progetti sulla sicurezza integrata proposti dai comuni e dagli enti locali, interventi sicuramente non risolutivi ma importanti per i territori: il Comune di Riccione non presenta progetti da oltre due anni. Se è vero che le armi degli enti locali sono spuntate dal punto di vista della repressione, è anche vero che nel campo della prevenzione, dell’inclusione e della riqualificazione urbana il comune può fare la sua parte, anche grazie ai finanziamenti regionali. Detto questo, è evidente che il nodo della questione inerente alle competenze sia nazionale, ed è lì che va portato il tema, senza perdere altro tempo. Mai come in questo momento la politica e il territorio devono essere compatti nel chiedere risorse e definire strategie comuni. Auspico quindi che il governo e il parlamento, su impulso dei deputati e dei senatori eletti sul territorio in tutti gli schieramenti, si muovano perché alla Riviera romagnola sia garantito il presidio e le forze che sono necessarie per la tutela dell’ordine pubblico. Ognuno faccia la sua parte ed agisca con responsabilità per garantire ai cittadini ed ai turisti una Riviera sempre più sicura.” conclude Nadia Rossi.