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proposte al governo

Ristoratori e ambulanti. Petitti: più sostegni e valutare ripresa mercati

In foto: Emma Petitti
Emma Petitti
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 8 apr 2021 13:11 ~ ultimo agg. 13:12
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Le manifestazioni di ristoratori, ambulanti e imprenditori alle prese con la prolungata chiusura delle proprie attività “sono comprensibili e non possono lasciare indifferenti chi ricopre ruoli istituzionali e decisionali“. A dirlo è Emma Petitti, presidente dell’assemblea legislativa regionale, che si rivolge al Governo con alcuni suggerimenti per sostenere i comparti piegati dalla pandemia. Secondo Petitti servono un maggiore sostegno alla liquidità delle imprese, l’allargamento degli ammortizzatori sociali e un aiuto per supportare i costi fissi. Inoltre, secondo la presidente dell’assemblea legislativa, l’esenzione dal pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico per bar e ristoranti dovrebbe essere estesa anche per gli anni a venire. Infine Petitti invita ad una riflessione sull’eventuale ripartenza delle attività che si possono svolgere all’aria aperta, come i mercati ambulanti

La nota di Emma Petitti

Le manifestazioni da parte dei ristoratori, degli ambulanti e di chi ha delle attività economiche che si sono tenute in questi giorni nelle diverse piazze delle città italiane, Rimini compresa, sono comprensibili e non possono lasciare indifferenti chi ricopre ruoli istituzionali e decisionali.

Parliamo di settori purtroppo piegati da questa funesta situazione economica che si è andata a sommare a un periodo di crisi precedente slegato dalla pandemia, aggiungendo crisi alla crisi.

Ed è proprio per questo che chi ha il ruolo di dover prendere delle scelte e di valutare se aprire o chiudere ha a che fare con equilibrio tutt’altro che semplice da risolvere.

Tralasciando i negazionisti e chi trova gusto ad esasperare un clima già di tensione, bisogna però guardare a quella platea di lavoratori davvero preoccupati di non arrivare a fine mese e di non poter più rialzare le serrande. Sono tanti, tantissimi, e fa male al cuore pensare che dietro a questi ci sono tante famiglie e anche giovani che nell’ultimo periodo avevano scommesso nell’avvio di attività in proprio, coronando magari un sogno.

È chiaro dunque che di fronte a una lacerazione così profonda del nostro sistema produttivo, a dei timori crescenti dei lavoratori e imprenditori, dev’essere garantito un insieme ancora più corposo e significativo di misure d’aiuto, a cominciare da un grande sostegno alla liquidità delle imprese per quanto concerne le PMI e i professionisti e lavoratori autonomi.

Dev’essere fatto tutto il possibile, anche perché i vaccini cominciano a farci intravedere la luce in fondo il tunnel. È l’ultima corsa ed è quindi urgente moltiplicare gli interventi di aiuto su tutte le molteplici attività che stanno soffrendo di più, e da più tempo, le restrizioni.

Le misure di sostegno, come ha ribadito anche oggi il Ministro al Lavoro Andrea Orlando in un’intervista, devono essere trasformate in politiche industriali e gli ammortizzatori devono essere tarati alle specifiche attività e devono essere estesi con uno sguardo lungimirante, guardando anche ai cambiamenti che si verificheranno una volta finita la pandemia, onde evitare di generare una perdita della forza lavoro. Ammortizzatori che devono essere allargati anche a quei lavoratori che oggi sono senza adeguate coperture.

Poi abbiamo il capitolo dei costi fissi, come ad esempio gli affitti a carico di esercenti e commercianti. In un periodo come questo, in cui si registrano veri e propri crolli di fatturato, è ovvio che l’affitto è una spesa che molto spesso si rivela insostenibile. Qui, a mio avviso, serve una mano ancora più consistente da parte dello Stato che tenga in considerazione le pesanti contrazioni dei fatturati. E’ un potenziamento necessario e indifferibile.

Guardo poi, ad esempio, anche al tema dehors. L’esenzione dal pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico da parte di bar e ristoranti penso che debba non solo essere estesa fino a fine anno, ma anche dopo, per gli anni a venire, quando il virus magari sarà finito, ma i danni economici avranno comunque lasciato delle ferite aperte che, come politica e istituzioni, abbiamo il dovere di rimarginare.

Infine, penso a tutte quelle attività che si possono svolgere all’aria aperta come i mercati ambulanti i cui operatori, proprio in questi giorni, hanno manifestato il loro malcontento. A Rimini so che hanno scritto al prefetto per ribadire, e portare all’attenzione del Governo, il drammatico momento che stanno vivendo. Per questo credo sia opportuno riflettere su eventuali allentamenti delle restrizioni per questo settore, pur mantenendo tutti i dovuti accorgimenti e cautele del caso.