Dramma della solitudine. I parenti di ospiti di RSA scrivono alla Regione.

Un appello rimasto ancora senza risposta. E’ quello che arriva da alcuni famigliari di ospiti di RSA riminesi che da tante settimane non possono più vedere i loro parenti. A causa della nuova ondata della pandemia le stanze degli abbracci non sono più usate da tempo e il dramma della solitudine si fa sempre più forte. Chiedono un segnale di speranza, un’attenzione a questa situazione che non sembra essere tra le priorità delle agende politiche.
Siamo un “gruppo” di famigliari di degenti in RSA del riminese (in contatto anche con il comitato” RSA‑Unite” del Trentino e Veneto ecc.). Da circa un anno e due mesi stiamo vivendo una situazione davvero pesante e si cominciano a manifestare anche episodi depressivi. A parte un paio di mesi dell’estate scorsa in cui siamo riusciti a vedere i nostri cari una volta a settimana (con distanziamento, mascherina,camice,guanti e calzari) e circa un mese e mezzo di visite ( più o meno una volta al mese) separati da “vetrate”con guanti “ascellari, ad oggi tutte le visite sono nuovamente sospese. Abbiamo inviato una mail all’assessore alla salute Raffaele Donini e al presidente della Regione, ma non ha ricevuto risposta alcuna. Consci della situazione, pensiamo però di meritare parole di “speranza” se non ipotesi/soluzioni risolutorie al “nostro dramma”. Nell’ultima visita, mesi fa, nella “camera degli abbracci” abbiamo ben visto il progressivo deterioramento psico- fisico dei nostri cari! Nonostante le telefonate i famigliari degenti capiscono solo che sono soli! Lungi da noi alcuno spirito polemico, e sempre grati a tutto il personale delle RSA.
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