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staffetta solidale

Quando il gioco si fa duro, i giovani tendono una mano

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 10 feb 2021 11:51 ~ ultimo agg. 16 feb 15:58
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“Andrà tutto bene” ci siamo detti durante il primo lockdown. Purtroppo non è andata proprio così, tanti però, hanno cercato di fare almeno in modo che le cose non peggiorassero. Tra questi un gruppo di giovani attivisti che fanno capo all’associazione Rumori Sinistri di Rimini, intenzionati a non lasciare che una fetta di concittadini scivoli lentamente e inesorabilmente verso l’indigenza.

La Staffetta Solidale, sull’onda di iniziative simili, nasce così: felpe e mascherine tra gli scatoloni, un gazebo per l’accoglienza e antenne ben puntate verso il malessere emergente.

“Non potevamo ignorare le richieste che arrivavano al servizio di Guardaroba Solidale che già effettuiamo da tempo – racconta Leonardo, di Rumori Sinistri – la pandemia è stata una bomba per coloro che vivono di lavori stagionali e non hanno una rete familiare alla quale fare riferimento.”

“Grazie al rallentamento estivo dei contagi da giugno abbiamo fatto una pausa – aggiunge Klaus – ma l’autunno ha rivelato ancora tutta la fragilità economica dei lavoratori saltuari. E’ uno stato di cose, precedente al Covid, che la malattia ha semplicemente fatto deflagrare.”

Particolarmente preoccupante, se i dati della sola Staffetta parlano di circa 53 nuclei familiari, per lo più italiani, che si rivolgono al loro servizio di aiuto. “Si tratta di qualcosa che ci coinvolge emotivamente, perché, oltre all’aiuto materiale, molti hanno bisogno di parlare, di raccontare il loro disagio – continua Klaus – così veniamo a conoscenza di storie drammatiche, scivolamenti verso la povertà che si dipanano nell’indifferenza generale: famiglie con genitori disoccupati, madri single con professionalità bloccate dalla pandemia. Una volta, durante una consegna, hanno voluto condividere con me dei fegatini di pollo cucinati sul fornello elettrico, mentre mi raccontavano le loro vicissitudini.”

Come possiamo intervenire? “Noi siamo circa 18 e facciamo il possibile – risponde Leonardo – ma abbiamo bisogno di aiuti, di contributi, soprattutto in cibo e prodotti per l’igiene personale, da parte di chi è più fortunato o semplicemente non vuole stare a guardare. Siamo a Casa Madiba Network il lunedì dalle ore 15:00 alle 17:00, il mercoledì dalle 15:00 alle 18:30 e il venerdì dalle 9:00 alle11:00. Non lasciateci e soprattutto non lasciateli soli.”