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venerdì 26 aprile 2024
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Calcio Serie D

Forlì-Rimini: la vigilia di Alessandro Mastronicola

In foto: Alessandro Mastronicola, allenatore del Rimini FC
Alessandro Mastronicola, allenatore del Rimini FC
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mar 23 feb 2021 15:25 ~ ultimo agg. 24 feb 14:02
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Il suo terzo esordio sulla panchina del Rimini non è andato come avrebbe voluto: sabato è arrivata una sconfitta contro il Real Forte Querceta (1-2), che ha bissato così il successo dell’andata. Il derby d’andata con il Forlì evoca invece bei ricordi ad Alessandro Mastronicola, con i suoi ragazzi vittoriosi 2-0 grazie alle reti di Pecci al 16′ del primo tempo e Gigli al 38′ della ripresa. Fu quella del 4 ottobre scorso la prima partita ufficiale del Rimini di Alfredo Rota. A quattro mesi e mezzo di distanza nello spogliatoio biancorosso si respira grande delusione per una stagione ormai compromessa: 23 punti in 16 partite e capolista Aglianese a +17, un gap incolmabile. I “galletti di Romagna” non se la passano meglio: 20 punti in 15 partite e ultima gara persa, domenica, sul campo del Seravezza (3-2). In casa Rimini rientra Vuthaj, che ha scontato la squalifica. Fermato per un turno Ricciardi.

La vigilia del tecnico del Rimini, Alessandro Mastronicola.

Ricordando il 2-0 dell’andata. “Sono tempi passati, e anche da un bel po’. Oggi siamo in un altro periodo, un periodo complicato per noi, però le partite sono da fare, soprattutto c’è da cambiare rotta e da cambiare marcia”.

Dopo la sconfitta di sabato si torna subito in campo. “Se sia una fortuna o una sfortuna giocare ogni tre giorni solo il campo lo potrà dire perché giocando subito non hai modo che la sconfitta ti demoralizzi più di tanto, però ovviamente non hai il tempo per preparare le cose in un certo modo perché la partita infrasettimanale ti richiede recupero fisico nell’immediato e anche recupero mentale nell’immediato, che per certi versi oggi è quello che preoccupa di più”.

Anche il Forlì non se la passa bene. “Però intanto loro due domeniche fa avevano vinto 2-0, questa domenica hanno perso, ma è una squadra viva, nel senso che è vero che hanno perso 3-2, è vero che erano andati sotto di tre gol, ma hanno avuto una reazione. Comunque sia, ognuno ha i suoi problemi: io non posso sapere quali siano i problemi del Forlì, probabilmente ha dei problemi tra infortuni e magari risultati, però oggi non posso pensare ai problemi del Forlì perché ne abbiamo talmente tanti noi che mettermi a pensare anche a quelli del Forlì mi complicherebbe di più la vita”.

Cinque assenti in casa riminese: gli infortunati Casolla, Sambou, Gomis e Capicchioni, e lo squalificato Ricciardi. “Casolla fino a questa mattina credevo di averlo a disposizione, in realtà non ce la facciamo perché non si sente bene, non ha quelle sensazioni positive, e c’è la paura di perderlo per altre settimane da mia e anche da parte sua. Io mi fido molto delle sensazioni dei ragazzi: lui ieri ha voluto provare a tutti i costi perché voleva capire se ce l’avrebbe fatta o no. Oggi era molto molto demoralizzato. Dobbiamo aspettare per Casolla”.

Come procede il recupero di Canalicchio? “Canalicchio è rientrato in gruppo, anche in questi giorni ha lavorato bene, con qualche acciacco perché quando inizi a lavorare con ritmo allenamento un po’ di acciacchi vengono fuori, ma non possiamo sempre fare mille calcoli. Canalicchio sono convinto di averlo”.

Senza Riccardi il Rimini cambierà modulo? “Stiamo pensando, stiamo provando e abbiamo lavorato sia continuando con lo stesso modulo che modificando qualcosa in mezzo al campo. Gli uomini che voglio inserire mi darebbero la possibilità di utilizzare entrambi i moduli senza sostituire nessuno”.

Come vede i suoi ragazzi dal punto di vista mentale? “Io i ragazzi pian pianino li vedo un po’ più sereni, però questo è allenamento. Il riscontro della partita è quello fondamentale, quello che alla fine ti fa fare il salto. Vedendoli in allenamento, ma anche parlando con loro, li vedo preoccupati, è chiaro, ci mancherebbe altro, però li vedo anche presenti, lucidi per certi versi. Questa preoccupazione serve durante una gara ufficiale, ma allo stesso modo serve essere lucidi. Spero che questo pian pianino venga fuori già da domani”.

Come sta Scott Arlotti? “Fisicamente non sta benissimo: lui ha avuto un problema al tallone e questo problema probabilmente lo ha condizionando molto. Mentalmente poi c’è chi accusa di più e chi accusa di meno. E Arlotti sta accusando un po’ troppo la responsabilità, si è caricato di responsabilità che nessuno gli ha chiesto di prendersi. Ma sono ragazzi riminesi e guai a chi gli tocca il Rimini. Purtroppo il fardello si fa molto più pesante di quello che riescono a portare, a mio avviso. Lui è un altro ragazzo che deve scrollarsi queste cose di dosso e tornare ad essere ragazzo fondamentalmente. Nessuno gli chiede di fare più di quello che può fare in questo momento”.

Il Rimini continuerà ad alternare portiere under e portiere over? “Io vorrei mantenere una linea non solo per quanto riguarda il portiere: vorrei ci fosse una base solida dove ognuno deve guadagnarsi la maglia. Però sappiamo benissimo che in tutte le squadre del mondo ci sono titolari e non titolari, poi non è detto che chi non è titolare non lo possa diventare. Io vorrei dare delle sicurezze, e questo vale sia per il portiere che per qualunque altro ruolo. Considerando che oggi tanti ragazzi non li ho a disposizione vorrei dare una sicurezza di ragazzi che giocano e giocano sempre. Il ruolo del portiere è sempre quello più delicato: dare colpe al portiere secondo me è inutile perché il portiere è sempre quello che subisce il gol. Io vorrei dare delle sicurezze a questa squadra e questo vuol dire dare delle sicurezze a ogni singolo giocatore”.

Ha riguardato la partita con il Real Forte Querceta? “L’ho riguardata. Anche riguardandola mi ha dato la stessa impressione che ho avuto guardandola per la prima volta: noi non accettiamo, come succedeva a volte anche prima, questo duello uno contro uno. Al primo momento che perdi un duello uno contro uno sembra sia perso per 90 minuti, in realtà poi non è così. Questo a mio avviso è dato dalla poca sicurezza che abbiamo in questo momento. Un avversario può essere bravo in una circostanza, ma non è detto che in ogni circostanza io debba poi perdere l’uno contro uno. Un’altra cosa che ho notato, ma che è accaduta anche prima, è che alcuni giocatori si preoccupano di fare di più di quello che gli viene chiesto, e questo non è un bene. A volte fare oltre vuol dire pestare i piedi a qualcun altro. Un conto è dare una mano, ma una mano la si dà svolgendo i propri compiti al massimo. Esagerare a volte può portare problemi. Questo è quello che è successo con il Forte Querceta, ma era già successo anche in passato”.

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