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Coronavirus, Gimbe: "Meno contagi col Decreto Natale. Seconda dose vaccino a rischio"

In foto: repertorio
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di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 21 gen 2021 14:05
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Le feste natalizie in zona rossa sembrano aver prodotto gli effetti sperati dal Governo. Meno contagi, meno ricoveri e meno morti. Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 13-19 gennaio la riduzione dei nuovi casi rispetto alla precedente (97.335 vs 121.644), a fronte di un significativo e anomalo calo del rapporto positivi/casi testati (19,8% vs 29,5%). In leggera diminuzione i casi attualmente positivi (535.524 vs 570.040) e, sul fronte ospedaliero, si riducono sia i ricoverati con sintomi (22.699 vs 23.712) sia le terapie intensive (2.487 vs 2.636). Lieve diminuzione anche dei decessi (3.338 vs 3.490). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • Decessi: 3.338 (-4,4%)
  • Terapia intensiva: -149 (-5,7%)
  • Ricoverati con sintomi: +1.013 (-4,3%)
  • Nuovi casi: 97.335 (-20%)
  • Casi attualmente positivi: -34.516 (-6,1%)

“Dopo due settimane di lenta risalita di tutte le curve che riflettevano gli allentamenti pre-natalizi – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – si osserva una riduzione dei nuovi casi grazie agli effetti del Decreto Natale, che nei primi giorni ha di fatto colorato di rosso l’intero Paese”. 

Vaccini: disponibilità dosi. Il Piano vaccinale nazionale prevede nel 2021 la consegna di 154,1 milioni di dosi: 28,3 nel primo trimestre, 57,2 nel secondo, 53,8 nel terzo e 14,8 nel quarto. Tuttavia, i dati non risultano aggiornati in relazione ai nuovi contratti stipulati dalla Commissione Europea, allo status di avanzamento degli studi clinici e a quello di approvazione dell’European Medicines Agency (EMA). Secondo gli approfondimenti effettuati dalla Fondazione Gimbe sui dati di Commissione Europea ed EMA, dei vaccini approvati (Pfizer-BioNTech e Moderna) l’Italia dispone sulla carta di 102,3 milioni di dosi, di cui 37,7 milioni con tempi di consegna già definiti dal Piano vaccinale, mentre 64,6 milioni con tempi di consegna non noti. Tali dosi includono quelle previste dal contratto aggiuntivo stipulato dalla Commissione Europea con Pfizer-BioNtech lo scorso 8 gennaio (40,3 milioni) e quelle aggiuntive opzionali previste dai contratti con Pfizer-BioNTech (13,5 milioni) e Moderna (10,8 milioni).

AstraZeneca si è impegnata a fornire 53,8 milioni di dosi, con tempi di consegna noti solo per 40,4 milioni di dosi (16,2 nel primo trimestre 2021 e 24,2 nel secondo), previa autorizzazione condizionata all’immissione in commercio (AIC) dell’Ema, il cui parere è atteso per il 29 gennaio. Le rimanenti 202,6 milioni di dosi riguardano vaccini per i quali le aziende non hanno presentato all’Ema la domanda di Aic: in particolare, per il vaccino di Johnson&Johnson è stata avviata la procedura di rolling review, Cure-Vac ha iniziato lo studio di fase 3 a metà dicembre (ma inspiegabilmente il Piano vaccinale prevede consegne già nel primo trimestre), mentre Sanofi-GSK ha posticipato le consegne al 2022.

Al 20 gennaio (aggiornamento dell ore 21.48) sono state consegnate alle Regioni 1.558.635 dosi, di cui 1.250.903 già somministrate (80,3%), con inevitabile rallentamento negli ultimi giorni per i ritardi segnalati. Solo 9.160 persone hanno completato il ciclo vaccinale, mentre 13.534 persone avrebbero già dovuto ricevere la seconda dose. “Tenendo conto dei possibili ritardi di consegna, anche comunicati last minute come nel caso di Pfizer – afferma Cartabellotta – è fondamentale che in questa fase le Regioni accantonino i vaccini per la somministrazione della seconda dose. La campagna vaccinale non è una gara di velocità: l’unità di misura su cui confrontarsi, sia con gli altri Paesi, sia tra le Regioni, non è infatti il numero di dosi somministrate, ma la percentuale della popolazione che ha completato il ciclo vaccinale, garanzia di efficacia del 94-95% nel prevenire la malattia Covid sintomatica”.

La Commissione Europea ha pubblicato il 19 gennaio un documento che evidenzia le azioni necessarie per intensificare la lotta contro la pandemia. “Gli obiettivi delineati sulle coperture vaccinali – commenta Renata Gili, Responsabile Gimbe Ricerca sui Servizi Sanitari – prevedono la vaccinazione dell’80% degli operatori sanitari, socio-sanitari e delle persone over 80 entro la fine di marzo e il 70% degli adulti entro la fine dell’estate, richiedendo un’accelerazione che, con le attuali criticità, sembra ardua da raggiungere, pur rimanendo obiettivo prioritario una volta risolti i problemi di fornitura dei vaccini”.