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Fermento nel centrosinistra

Amministrative. Vanni Lazzari (Pd) a civiche: autocandidature sono valore aggiunto

In foto: Alberto Vanni Lazzari
Alberto Vanni Lazzari
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mar 12 gen 2021 12:43 ~ ultimo agg. 18:11
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C’è fermento a Rimini in vista delle prossime amministrative, anche se ancora manca la certezza sulla data. Ieri l’intervento delle liste civiche (vedi notizia) che hanno sostenuto la candidatura di Gnassi nel 2016 e che hanno auspicato uno sforzo unitario per l’individuazione di una figura capace di aggregare un ampio schieramento politico e sociale in coerenza col percorso avviato in questi anni. Niente autocandidature, hanno spiegato senza fare nomi ma con chiari riferimenti ad Emma Petitti che è uscita allo scoperto nell’ottobre scorso dando disponibilità alla candidatura. Oggi arriva il commento del segretario comunale del Pd Alberto Vanni Lazzari che, subito dopo l’uscita della Petitti e le critiche arrivate da una parte del partito, ne prese le difese. Il segretario spiega di aver letto con interesse la nota delle liste civiche e di condividerne il giudizio sull’amministrazione uscente. Vanni Lazzari spiega che sarà necessaria una ampia coalizione e che le liste civiche sono una gamba fondamentale. Diversa invece l’opinione sulle autocandidature giudicate dal segretario comunale “un valore aggiunto. “Trovare dirigenti che si mettono in gioco per il bene di una comunità politica nobilita la partecipazione e il coinvolgimento” spiega Vanni Lazzari aggiungendo che “una candidatura unitaria decisa tra tutte le componenti del centrosinistra è la soluzione che in tanti auspicano” ma “si realizza se la soluzione soddisfa tutte le aree culturali e politiche. Altrimenti sono inevitabili le primarie”.

La nota di Alberto Vanni Lazzari, segretario comunale pd

 

Ho letto con molto interesse la nota delle liste civiche presenti nel consiglio comunale a Rimini. Mi pare che vi siano tanti punti di condivisione ad iniziare dal giudizio sull’amministrazione uscente. Già nelle scorse settimane ho indicato una strada ed una linea di comportamento del Partito Democratico di Rimini penso chiara in vista dell’appuntamento elettorale. La posso riassumere in questo modo:

– Il lavoro fatto in questi anni dalle giunte Gnassi ha cambiato in positivo Rimini, portando a soluzione alcuni problemi storici. Penso al piano di risanamento ambientale, alla messa in esercizio del Trc, al grande lavoro di arredo urbano e riqualificazione del centro storico. Risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Da li ripartiamo per nuovi ed altrettanti obiettivi, fondamentali per la nostra comunità. 

– La pandemia ci obbliga a ripensare e riprogettare aspetti fondamentali per la vita dei nostri cittadini. Penso alla sanità, alla digitalizzazione, ai servizi, alle periferie, all’economia riminese pesantemente colpita nella filiera del turismo ed al grande tema della rigenerazione urbana. Tutti aspetti che abbiamo cercato di approfondire nel corso delle settimane scorse nel PD di Rimini con la costituzione di gruppi di lavoro e del coinvolgimento di decine di competenze del Pd ma non solo. Un lavoro programmatico che metteremo a disposizione di tutta la coalizione di centro sinistra per giungere ad un programma comune.

– La coalizione di centrosinistra dovrà essere la più ampia possibile. Abbiamo lavorato in questo modo con l’ultimo mandato di Gnassi ed abbiamo riconfermata la stessa linea con la coalizione vincente di Stefano Bonaccini. Da li ripartiamo. Alleanze sociali e alleanze politiche. Le liste civiche rappresentate in Consiglio Comunale sono una gamba fondamentale del centrosinistra riminese. Se è possibile occorre andare oltre coinvolgendo altre esperienze presenti nella società riminese. 

– Sulla candidatura a sindaco ho già espresso il mio pensiero. Una candidatura unitaria decisa tra tutte le componenti del centrosinistra è la soluzione che in tanti auspicano. Si realizza se la soluzione soddisfa tutte le aree culturali e politiche. Altrimenti sono inevitabili le primarie. Sono nel Dna del Pd. E’ già successo nel 2011 con Andrea Gnassi e mi pare che il metodo e il risultato siano stati entrambi ampiamente positivi. D’altra parte dare la parola a cittadini ed elettori del centrosinistra è un segnale di forza e di uscita da quella logica dei caminetti che in tanti hanno criticato come prassi del passato. In questa ottica le autocandidature sono un valore e non certo il contrario. Trovare dirigenti che si mettono in gioco per il bene di una comunità politica nobilita la partecipazione e il coinvolgimento. Dal mio punto di vista abbiamo tempo per trovare il percorso migliore e soprattutto possibile.