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Racconti del servizio civile

LOVe – il racconto di Arianna

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 11 dic 2020 12:24 ~ ultimo agg. 15 dic 17:16
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Riprendiamo la pubblicazione dei racconti dei ragazzi che hanno svolto o stanno ancora svolgendo il servizio civile. Un grazie a Chiara Canini del Copresc per la collaborazione

LOVe – il racconto di Arianna

Affrontare questa situazione di emergenza sanitaria per me, in veste di volontaria del servizio civile non è stato molto semplice. Dopo solo un mese di servizio, in cui mi stavo ambientando, in cui iniziavo ad assaporare la gioia dello stare a contatto con gli anziani dell’associazione Alzheimer di Rimini, è arrivata la notizia della chiusura di ogni attività. Quindi ho passato i due mesi di quarantena forzata tra dubbi e perplessità rispetto alle future attività del servizio civile. Ho iniziato a pensare a come potevo rendermi utile, ma era davvero difficile poterlo essere in piena emergenza sanitaria e soprattutto essendo in un’altra regione.

Poi è arrivata la proposta di partecipare ad un progetto in collaborazione con il comune di Rimini. Il progetto LOVe, volto al sostegno e alla vicinanza emotiva per le persone con disabilità o ritardo cognitivo e le loro famiglie.

Da subito ho accolto questa iniziativa con grande entusiasmo e propositività.

Mi è sembrata all’istante un’idea davvero preziosa, che avrebbe permesso con poco, di aiutare e sollevare dei ragazzi/e e signore/i con maggiori fragilità, dalle difficoltà imposte da questo periodo così delicato. Ma non solo, ho anche pensato che sicuramente avrebbe promosso una crescita e un arricchimento personale.

Il progetto LOVe, nel concreto, è stato svolto attraverso delle videochiamate su skype con le persone che usufruiscono dei servizi comunali assistenziali, con l’obiettivo di fornire un sostegno attraverso il potere della parola e dell’ascolto empatico dell’altro. Attraverso lo scambio di sguardi e sorrisi abbiamo potuto condividere la bellezza dello stare insieme, anche a distanza.
Già dalle prime telefonate è stato evidente come la signora fosse emozionata dall’idea di iniziare questa nuova esperienza.

Per lei sarei stata un punto fermo, un’ancora in questo mare mosso dato dall’emergenza sanitaria.

servizio civile - telefonataInfatti, io e la signora M. abbiamo coltivato una bellissima e ricca relazione anche se a distanza. È stato emozionante poter parlare con lei e ascoltare i suoi racconti, la sua storia di vita. Ho potuto comprendere quanto, nonostante le sue fragilità, fossimo in realtà molto simili e condividevamo molti interessi: tra cui la passione per i film horror, per i tatuaggi, per l’amatriciana. Ci siamo anche scambiate consigli sulla cura dei capelli, su come fare delle maschere per il viso fatte in casa. Pensavo di saperne abbastanza di queste cose, eppure i suoi suggerimenti sono stati molto curiosi.

È stato toccante poter rivivere la sua storia passata, attraverso la visione delle sue foto di quando era bambina. Insieme ad esse il racconto della sua malattia, definita da lei un “animale cattivo”. Ma ciò che mi ha fatto davvero riflettere è stato il suo modo di parlarne, il modo con cui lei l’ha affrontata e continua a farlo, con una grande forza, coraggio ed un grandissimo sorriso. Ho davvero ammirato la sua positività, il suo modo di concentrarsi su ciò che di bello ha la vita da offrire e il suo saper apprezzare le piccole cose.

Parlare e confrontarmi con lei è stato per me un accrescimento rispetto al modo di vedere la realtà. Mi ha dato modo di comprendere quanto spesso mi arrabbio e mi innervosisco per cose futili, di poco valore. Cose per cui non varrebbe la pena spendere tempo ed energie.

Mi ha permesso di guardare davvero la realtà con un’altra lente, una lente focalizzata sui piccoli momenti presenti. Perché se sappiamo davvero guardare, anziché amareggiarci di ciò che non possiamo avere o essere, capiremo quante cose che davamo per scontate, in realtà possono renderci felici.

Pertanto, sono io in primis a ringraziare per la possibilità che mi è stata data. Un’esperienza di questo tipo va accolta con estrema gentilezza e vanno compresi appieno i suoi benefici a livello personale: come l’aumento della nostra capacità di ascolto e comprensione emotiva, possibilità di sperimentare emozioni piacevoli (gioia, serenità, felicità, interesse, accettazione).

Penso che aiutare il prossimo sia la chiave per aiutare se stessi a ritrovarsi e a scovare una nuova strada per la serenità.

Arianna

Operatrice volontaria in servizio civile presso Associazione Alzheimer (Arci Servizio Civile Rimini)