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davanti al gip

Dodicenne incinta, il cugino ammette gli atti sessuali: "Tra noi c'è un sentimento"

In foto: repertorio
repertorio
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 1 dic 2020 15:11 ~ ultimo agg. 2 dic 12:07
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“Da parte mia c’è un sentimento e quel sentimento è corrisposto. Gli atti sessuali? So che sono sbagliati per via dell’età di lei, ma tra noi c’è un sentimento”. L’ha ripetuto più volte questa mattina davanti al giudice nel corso dell’interrogatorio di convalida del fermo. Il 23enne peruviano, cugino alla lontana della 12enne rimasta incinta (vedi notizia), ha ammesso la “relazione”, non esclusivamente – sostiene lui – di natura sessuale, iniziata durante il lockdown e terminata a fine ottobre. Per la legge italiana, però, un adulto che fa sesso con una minore di 14 anni commette sempre un abuso, indipendentemente dall’eventuale “consenso” della vittima, da considerarsi viziato dall’incompleto sviluppo psichico dei minori di quell’età.

La gravidanza, invece, non era cercata e il 23enne lo ha spiegato al gip. Ha aggiunto anche di essersi accorto di quel gonfiore addominale sospetto, ma di essere stato rassicurato dalla minore, che avrebbe continuato a ripetergli che non era niente. Una volta scoperto, però, che la cugina era all’ottavo mese di gravidanza, ha deciso di scappare: “Era l’unico modo per sfuggire alle ritorsioni della famiglia di lei”. Da qui la decisione di rifugiarsi a casa di una zia a Firenze. Nessuna intenzione, invece, di andarsene all’estero. Un’ipotesi, questa, che sarebbe stata comunque complicata da attuare dal momento che tempo fa gli era stato ritirato il passaporto.

L’indagato ha invece respinto con forza le accuse di violenza sessuale nei confronti di una seconda cugina, sempre minorenne: “Non l’ho mai molestata, sono tutte invenzioni”. A tal proposito il suo difensore, l’avvocato riminese Enrico Graziosi, che ha seguito l’interrogatorio in videoconferenza, ha deposito alcuni messaggi che la presunta vittima ha inviato al suo assistito. Messaggi che lo scagionerebbero dalle infamanti accuse, nei quali la minore ammetterebbe di essere stata “costretta dai miei parenti a dire quelle cose”.

Il giovane peruviano, in attesa della convalida del fermo che dovrebbe arrivare in giornata, resta in carcere a Firenze, dove domenica mattina è stato arrestato dai carabinieri all’uscita dalla casa della zia. L’avvocato Graziosi non ha chiesto misure detentive alternative, ha però ribadito al giudice l’insussistenza del pericolo di fuga.