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Fondazione Gimbe

In Regione 1051 casi in una settimana. Ospedalizzati solo il 4,6%

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
gio 8 ott 2020 15:35
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In Emilia Romagna il rapporto tra positivi e casi testati è del 2,2% e i casi ospedalizzati sono il 4,6% del totale dei casi attivi. 1.051 i nuovi contagi nella settimana  tra il 30 settembre e il 6 ottobre con una variazione di +352 rispetto alla settimana precedente e 23,57 casi ogni 100mila abitanti. Si tratta di numeri al di sotto della media nazionale che testimoniano come finora l’Emilia Romagna si trovi in una situazione migliore rispetto ad altre regioni. E’ quanto evidenzia il rapporto settimanale diffuso dalla Fondazione Gimbe

Tabella. Nuovi casi settimana 30 settembre-6 ottobre

Regione

Variazione casi rispetto

alla settimana precedente

Totale

nuovi casi

Nuovi casi per

100.000 abitanti

Campania

912

2.708

46,68

Lombardia

644

2.140

21,27

Piemonte

587

1.339

30,74

Toscana

529

1.266

33,94

Veneto

455

1.747

35,61

Emilia Romagna

352

1.051

23,57

Lazio

282

1.767

30,06

Sicilia

256

1.059

21,18

Liguria

239

862

55,59

Puglia

191

736

18,27

Umbria

188

349

39,57

Prov. Aut. Trento

115

309

57,11

Marche

105

268

17,57

Friuli Venezia Giulia

90

324

26,66

Abruzzo

88

258

19,67

Calabria

43

142

7,29

Basilicata

38

162

28,78

Sardegna

38

531

32,39

Valle D’Aosta

17

43

34,22

Molise

5

34

11,13

Prov. Aut. Bolzano

-36

157

29,56

ITALIA

5.138

17.252

28,58

Tra il 30 settembre e il 6 ottobre si è registrato un netto incremento nel trend dei nuovi casi in Italia (17.252 rispetto a 12.114) a fronte di un numero di poco superiore di casi testati (429.984 rispetto a 394.396), oltre a un rilevante aumento del rapporto positivi/casi testati (4%, era il 3,1). Dal punto di vista epidemiologico crescono di 10mila i casi attualmente positivi (60.134) e, sul fronte degli ospedali, aumentano i pazienti ricoverati con sintomi (3.625, quasi 600 in più) e in terapia intensiva (319, 48 in più).

Nel dettaglio:
• Decessi: +18 (+13,1%)
• Terapia intensiva: +48 (+17,7%)
• Ricoverati con sintomi: +577 (+18,9%)
• Nuovi casi: +17.252 (+42,4%)
• Casi attualmente positivi: +9.504 (+18,8%)
• Casi testati +35.588 (+9%)
• Tamponi totali: +63.351 (+9,7%)

Da metà luglio, evidenzia la Fondazione Gimbe, i nuovi casi settimanali sono più che decuplicati (da poco oltre 1.400 a più di 17.000), con incremento del rapporto positivi/casi testati dallo 0,8% al 4% . Quintuplicati i casi attivi da fine luglio: da 12.482 a 60.134.

«L’incremento del rapporto positivi/casi testati – spiega il Presidente Nino Cartabellotta – conferma che il virus circola in maniera più sostenuta: per questo nelle Regioni dove supera il 5% è cruciale potenziare le attività di testing & tracing». Nella settimana 30 settembre-6 ottobre si tratta di Liguria (7,7%), Campania (6,3%), Provincia autonoma di Trento (6,8%), Piemonte (6,2%) e Valle d’Aosta (5,4%).
Sul versante delle ospedalizzazioni, da fine luglio si rileva un incremento dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva, che sono aumentati rispettivamente da 732 a 3.625 e da 49 a 319 (figura 3). «Se il dato nazionale – puntualizza Cartabellotta – non lascia intravedere alcun sovraccarico dei servizi ospedalieri, iniziano ad emergere differenze regionali rilevanti». In particolare al 6 ottobre ben 8 Regioni registrano tassi di ospedalizzazione per 100.000 abitanti superiori alla media nazionale di 6,5: Lazio (13,9), Liguria (13), Campania (9,2), Sardegna (8,8), Sicilia (7,9), Piemonte (7,1), Abruzzo e Puglia (6,6).


«La composizione percentuale dei casi attualmente positivi – continua il Presidente – si mantiene costante dai primi di luglio: mediamente il 93-94% dei positivi sono in isolamento domiciliare perché asintomatici/oligosintomatici; il 5-6% ricoverati con sintomi e lo 0,5% in terapia intensiva. Tuttavia, anche per questo indicatore le differenze regionali accendono ulteriori spie rosse». In alcune Regioni, infatti, la percentuale dei casi ospedalizzati è nettamente superiore alla media nazionale del 6,6%: Sicilia (11,5%), Liguria (10,4%) Lazio (9,9%), Puglia (8,9%), Piemonte (8,6%), Abruzzo (8,2%), Basilicata (7,9%).

Anche sul versante dei decessi dai primi di settembre inizia a delinearsi un trend in lento ma costante incremento: il numero dei pazienti deceduti è aumentato da 46 a 155 per settimana. In altri termini, spiega il Presidente «le dinamiche dell’epidemia, molto diverse dalla prima ondata, dimostrano che il progressivo incremento dei casi attualmente positivi iniziato a fine luglio, dopo un mese ha innescato l’incremento di pazienti ospedalizzati con sintomi e in terapia intensiva, e dopo 2 mesi, inizia a riflettersi anche sui decessi».
«L’obbligo delle mascherine anche all’aperto – conclude Cartabellotta – è una misura coerente con la rapida ascesa dei contagi, visto che non conosciamo ancora il reale impatto della riapertura delle scuole e quello dell’ulteriore sovraccarico dei servizi sanitari conseguente alla stagione influenzale. Tuttavia, per contenere la seconda ondata, in particolare nelle Regioni del centro-sud, la Fondazione GIMBE ribadisce la necessità di giocare d’anticipo sul virus su tutti i fronti: in particolare, è indifferibile potenziare e uniformare gli standard dell’assistenza sanitaria territoriale e ospedaliera, oltre che trovare una soluzione per ridurre l’elevato rischio di contagio sui mezzi pubblici».