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Non in Emilia Romagna

Saldi di fine stagione anticipati? Zanzini (federmoda): sconcertante

In foto: Giammaria Zanzini
Giammaria Zanzini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 24 lug 2020 14:54
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Prima la soddisfazione per il posticipo dei saldi di fine stagione al primo agosto, poi la preoccupazione per la decisione della Conferenza Stato-regioni di dare libertà alle Regione di decidere in maniera autonoma. Per Federmoda-Confcommercio “una decisione sconcertante, che non tiene conto della volontà dei negozi d’abbigliamento e calzature multibrand. La liquidità data dai saldi non dà marginalità e senza di essa le piccole imprese non possono sopravvivere.” Ad esprimere tutta la contrarietà della categoria è il referente provinciale e consigliere nazionale di Federmoda-Confcommercio, Giammaria Zanzini che plaude però all’Emilia Romagna che, a differenza di Lombardia, Piemonte e Campania, ha confermato la data del primo agosto.

Ecco il suo intervento

“Tutti abbiamo applaudito con soddisfazione al posticipo dei saldi al 1° agosto. Tutti eravamo d’accordo su questo provvedimento concordato al tavolo Stato-Regioni. Ma ora – spiega il referente provinciale e consigliere nazionale di Federmoda-Confcommercio, Giammaria Zanzini – con un’improvvida sortita, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha messo in atto un’autentica follia, dando mandato alle Regioni di decidere autonomamente. E alcune, Lombardia, Piemonte e Campania in primis, hanno già deliberato di anticiparne la data d’inizio. Una decisione sconcertante, che va nella direzione opposta rispetto al recente indirizzo assunto e non tiene conto della volontà di gran parte delle aziende di abbigliamento e calzature multibrand, ovvero dei piccoli negozi indipendenti multimarca, che a grande maggioranza si erano espressi a favore del posticipo dei saldi e per un inizio degli stessi omogeneo su tutto il territorio nazionale. Un insulto anche all’organizzazione del nostro lavoro.
Questa decisione non solo crea ulteriore confusione e incentiva il nomadismo extraregionale per gli acquisti che da sempre abbiamo combattuto, ma costringe i negozi a perdere ulteriore marginalità, ovvero ciò che fa stare in piedi i conti aziendali. Già prima di questo periodo l’Italia era al primo posto nell’Unione Europea per il peso delle vendite promozionali: la quota di prodotti venduti in saldo o in sconto quest’anno supererà il 54%. Gli sconti sono indispensabili e danno liquidità immediata, ma lo diventano solo quando si è riusciti a vendere prodotti con margini di guadagno sufficienti a pagare i conti dell’impresa: affitto, imposte, utenze, lavoratori. La liquidità data dai saldi non dà marginalità e senza di essa l’impresa non può sopravvivere. Oggi, in questo contesto emergenziale, si spaccia come volontà di rilancio degli acquisti un vero e proprio passo indietro, che va a favore solamente di alcune catene multinazionali. Non ne avevamo bisogno e non possiamo rimanere in silenzio. Tra l’altro un’apertura in questa direzione era stata messa in atto, ovvero la possibilità di attivare le promozioni già alla riapertura dopo il lockdown. Una decisione che già mi vedeva contrario perché, mancando dell’inserimento di un tetto percentuale alle promozioni, si era andati di fatto a favorire chi può lavorare sulla quantità e non sulla qualità dei prodotti.
In questo contesto, è doveroso un plauso alla Regione Emilia Romagna per avere confermato l’avvio dei saldi al 1° agosto”.