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Uno spiraglio per gli operatori

Pertinenziali, ok ad emendamento. Gnassi: una grande notizia

In foto: il sindaco Gnassi
il sindaco Gnassi
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 3 lug 2020 19:51
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In commissione bilancio è arrivato il via libera all’emendamento presentato dall’Anci sui pertinenziali. Si tratta dei canoni commisurati ai valori di mercato che la Legge 27 dicembre 2006 ha previsto per le cosiddette pertinenze demaniali marittime facendone schizzare i valori da poche migliaia di euro ad oltre centomila. Sull’emendamento oggi approvato si era speso (scrivendo a rappresentanti politici e amministrativi nazionali e regionali) il sindaco di Rimini Andrea Gnassi che oggi parla di “una grande notizia per una battaglia storica che dura da oltre 10 anni e che interessa oltre 300 operatori e coinvolge migliaia di posti di lavoro. È una battaglia portata avanti da Rimini in prima fila e che ci ha visto sollecitare i vari livelli di Governo e quindi l’emendamento in Parlamento. Una notizia che permette agli operatori e ai privati di ricominciare a programmare il futuro e investire, con beneficio per tutti i territori”.

La storia

Si tratta dei canoni commisurati ai valori di mercato che la Legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – Legge finanziaria 2007) ha previsto per le cosiddette pertinenze demaniali marittime, ovvero quegli immobili con destinazione commerciale che, in quanto ritenuti di difficile rimozione, al termine del primo periodo di concessione sono stati acquisiti al pubblico demanio dello Stato.

L’applicazione delle disposizioni della legge di cui sopra ha determinato un irragionevole aumento dei canoni demaniali marittimi, passati in alcuni casi da poche migliaia di euro ad oltre centomila euro; l’aumento, peraltro, si configura ancora più irragionevole se confrontato con i canoni irrisori richiesti agli altri concessionari demaniali marittimi.

Quanto sopra, oltre a determinare un corposo contenzioso pendente sia innanzi ai giudici amministrativi che a quelli ordinari, ha messo in ginocchio oltre 300 imprese a cui in alcuni casi per parziale versamento del canone è stata tolta la concessione, concessione che paradossalmente non è stata assegnata a nessun altro per l’elevato ammontare del canone; gli avvisi pubblici, infatti, sono andati deserti e i beni pubblici risultano in stato di degrado e abbandono.

Va rilevato, inoltre, che la Legge di Stabilità per l’anno 2014 (Legge 27 dicembre 2013, n. 147) che ha introdotto la possibilità di definire il contenzioso derivante dall’applicazione dei valori di mercato con il pagamento agevolato di una somma pari al 30% di quanto dovuto, non ha risolto il problema neppure per il periodo di sanatoria previsto (2007 – 2013) in quanto soggetta ad interpretazioni diverse che hanno innescato ulteriori contenziosi.

I Comuni delegati all’esercizio delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo sono costretti ad affrontare situazioni ingestibili con il timore da un lato che attività commerciali presenti sul territorio anziché concorrere all’incremento dell’offerta turistica possano divenire luoghi di degrado ed abbandono e dall’altro di subire indagini da parte della Corte dei Conti per non avere adottato le misure previste nei confronti dei concessionari per il parziale e/o mancato pagamento del canone.

Anci già da molto tempo e in più’ occasioni ha segnalato la necessità di un intervento del legislatore che ponga definitivamente fine alla situazione di cui sopra sottolineando anche lo scarsa incidenza che una misura a favore dei concessionari pertinenziali avrebbe sul bilancio dello Stato.