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Incastrati dai Carabinieri

Traditi dalle riscossioni dei gratta e vinci. In manette banda di rapinatori

In foto: la rapina
la rapina
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 29 mag 2020 09:32 ~ ultimo agg. 17:40
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Due uomini e una donna sono stati incastrati dei Carabinieri dopo una complessa indagine sui loro colpi, riusciti o tentati. La svolta, quando uno di loro è stato intercettato mentre incassava i gratta e vinci rubati.

È scattato all’alba di giovedì il blitz dei carabinieri del N.O.R. – Sezione Operativa di Riccione, che ha visto finire in manette una vera e propria banda di rapinatori, responsabili – in concorso tra loro – della rapina dello scorso 10 febbraio al bar “Post” di Misano Adriatico.
Un riminese classe ’80, residente a Tavullia, operaio, pregiudicato; una russa classe ’86, nullafacente, pregiudicata e un riminese classe ’80, operaio, pregiudicato, sono stati arrestati al termine di una complessa attività investigativa condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo e da quelli della Stazione di Misano Adriatico.
Le indagini, avviate lo scorso 10 febbraio dopo la rapina consumata al Bar Post, che aveva fruttato un bottino di circa 2.500 euro oltre a numerose stecche di sigarette e gratta e vinci, avevano sin da subito consentito di ricostruire l’azione delittuosa e di appurare che in quella occasione un solo rapinatore, completamente vestito di nero, con volto travisato e armato di pistola, a bordo di uno scooter di colore nero, dopo aver convinto la dipendente a farsi aprire le porte del bar-tabacchi per un acquisto dell’ultimo minuto intorno alle due di notte, quando l’attività commerciale era già chiusa), con violenti strattoni era riuscito a farsi consegnare il denaro contenuto in cassa e a portar via i biglietti da gioco.
Presa subito visione dei filmati degli impianti di videosorveglianza – pubblici e privati – e guidati da una prima descrizione delle caratteristiche fisiche del rapinatore, i carabinieri sono riusciti a ricostruire l’intero percorso effettuato dal malvivente e anche un verosimile tentativo di rapina che lo stesso individuo, a bordo dello stesso scooter, aveva tentato di mettere a segno nella notte tra l’8 e il 9 febbraio, sempre presentandosi alla chiusura del bar e tentando di convincere la commessa ad aprirgli.
Durante le fasi preliminari delle indagini, coordinate dalla Dottoressa Giulia Brandanini – i militari hanno avviato un difficoltoso processo di ricostruzione dei flussi di spendita e cambio dei gratta e vinci asportati la notte del colpo, attraverso un giro di tutte le tabaccherie del riminese e del pesarese e grazie all’analisi di tutti i sistemi di videosorveglianza dei vari esercizi commerciali, alla ricerca di “clienti anomali”.

Ed infatti, anche grazie alle dichiarazioni rese dai vari gestori delle tabaccherie in merito ad eventuali sconosciuti clienti, i Carabinieri hanno individuato dapprima una coppia e poi un terzo uomo che, anche nelle stesse giornate, a distanza di breve tempo tra loro facevano ingresso in diverse tabaccherie per incassare le vincite dei biglietti fortunati. Una mossa azzardata che ha fatto si che le indagini si concentrassero sul terzetto, legato oltre che da rapporti sentimentali e di amicizia, anche da comuni precedenti reati contro il patrimonio.
La sera del 13 febbraio, mentre gli investigatori stavano svolgendo i loro accertamenti presso una tabaccheria di Cesenatico, il 40enne di Tavullia – inconsapevole della loro presenza – si è presentato per l’ennesimo cambio, venendo controllato e identificato.
Vistosi probabilmente scoperto perché proprio lui rispondeva in maniera molto aderente alle descrizioni del rapinatore del bar, il 40enne vecchia conoscenza dei carabinieri – aveva deciso di farsi momentaneamente da parte. Così per un nuovo colpo, poi andato a male, aveva deciso di affidarsi alla propria compagna e al 40enne riminese.
Questi ultimi, infatti la sera del 19 febbraio, a bordo di quello stesso scooter nero, con volto travisato si erano presentati nel negozio di alimentari “da Sara” in zona Santamonica a Misano Adriatico. Uno dei due malviventi era entrato impugnando la solita pistola ma il colpo è fallito grazie al coraggio delle due impiegate presenti in quel momento, che hanno subito gridato al malvivente di averlo riconosciuto, erano riuscite a metterli in fuga.
Certi della pista investigativa intrapresa, i militari hanno raccoltro altri elementi indiziari che hanno spinto, il 28 febbraio, il Pubblico Ministero ad emettere un decreto di perquisizione a carico dei tre soggetti.
Un’attività di ricerca risultata determinante, in quanto ha consentito di rinvenire inequivocabili indizi di colpevolezza a carico dei tre indagati. Nell’abitazione del tavulliese e della donna, infatti, oltre a numerosi pacchetti di sigarette ancora imballati, i carabinieri hanno recuperato i caschi utilizzati duranti i vari colpi ed hanno notato la presenza dello stesso modello di scooter utilizzato, maldestramente riverniciato con un colore bianco. Nell’abitazione del 40enne riminese, invece, i militari hanno recuperato il casco e gli indumenti utilizzati dal rapinatore nel tentativo di rapina dell’alimentari di Misano nonché, sotterrata in giardino, l’arma utilizzata per i colpi, poi risultata una scacciacani.
Gli indizi raccolti, anche grazie alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno consentito alla dottoressa Brandanini di richiedere l’emissione del provvedimento cautelare nei loro confronti, emesso in peno accordo dal GIP del Tribunale di Rimini.
Rapina e tentata rapina in concorso, ricettazione e porto abusivo di strumenti atti ad offendere, i capi d’imputazione contestati ai tre.
In attesa degli interrogatori di garanzia, il 40enne di Tavullia e la donna, difesi dall’avvocato Marco Genghini del foro di Rimini, sono cosi stati condotti presso la casa circondariale di Pesaro al termine delle ritualità dopo la loro cattura. Per il 40enne riminese, difeso dall’avvocato Gianluigi Durante del foro di Rimini, si sono invece aperte le porte del “Casetti”.