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il tribunale annulla il debito

Cartella esattoriale da 20mila euro, ma i contributi non erano dovuti

In foto: repertorio
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di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 25 mag 2020 16:14 ~ ultimo agg. 19:46
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Un po’ come la storia di Davide contro Golia. Una geometra iscritta all’albo, ma che non ha mai esercitato, che “sconfigge” la potente Cassa Geometri (CIPAG). E’ la vicenda giudiziaria che vede da una parte una professionista di 58 anni, moglie di un importante imprenditore del Riminese, assistita dall’Avvocato Matteo Casini del Foro di Rimini, e dall’altra l’istituto di previdenza dei geometri.

Questi i fatti. La donna, che ad oggi lavora come dipendente per un’azienda di Cesena, dopo aver conseguito il diploma di geometra nel 1982, decide di iscriversi all’albo. Per lei è una soddisfazione personale, anche se è consapevole che la sua strada in realtà sarà un’altra (infatti non svolgerà mai la professione). Nel 2011, alle prese con la ristrutturazione di una casa di sua proprietà, deposita in Comune una Scia (una Segnalazione Certificata di Inizio Attività). Tradotto: presenta, in qualità di geometra, una pratica di natura dichiarativa (non tecnica né tanto meno progettuale). E poi delle successive integrazioni nel 2012, nel 2013 e nel 2015.

Il 12 giugno del 2018 la geometra si vede recapitare a casa una lettera dell’Agenzia delle Entrate. La apre e scopre che la Cassa Geometri, alla quale la 58enne ha sempre sostenuto di essere stata iscritta a sua insaputa, reclama con efficacia retroattiva il versamento dei contributi previdenziali dal 2011 al 2018, pari a 20mila euro, ignorando che la donna è regolarmente (e da tempo) a carico dell’Inps.

Assistita dall’avvocato Casini, la 58enne presenta opposizione al tribunale del Lavoro di Forlì e i giudici le danno ragione, riconoscendo l’insussistenza dei presupposti per l’iscrizione d’ufficio alla Cipag. Il legale della donna, infatti, ha evidenziato la mancanza di continuità professionale (la sua assistita infatti non aveva esercitato neppure un solo giorno), requisito indispensabile per l’iscrizione alla Cassa Geometri. Da qui la decisione di annullare la cartella di riscossione da 20mila euro, con la conseguente condanna per l’istituto di previdenza al pagamento delle spese legali.

Una sentenza destinata a far rumore, finita addirittura in Senato, dove alcuni parlamentari hanno sollevato il caso davanti al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali. Nello specifico si chiede “se il ministro sia o meno a conoscenza dei fatti esposti, se il comportamento della Cipag sia conforme alle disposizioni di legge vigenti, ovvero come sembrerebbe emergere dai provvedimenti dell’autorità giudiziaria, sia in contrasto con la normativa di settore e, per questa ragione illegittimo, e se non ritenga opportuno svolgere un’azione ispettiva funzionale all’accertamento del corretto agire dell’ente”. Molti, infatti, i geometri che, pur non esercitando, potrebbero ritrovarsi nelle stesse condizioni della collega e che quindi opponendosi in tribunale potrebbero veder riconosciute le loro ragioni, con un conseguente danno economico per la Cassa Geometri