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L'incontro in provincia

Bonaccini lancia un piano investimenti straordinario per il territorio di Rimini

In foto: Bonaccini, Santi e il Prefetto
Bonaccini, Santi e il Prefetto
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 6 minuti
ven 15 mag 2020 09:28 ~ ultimo agg. 13:44
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Giovedì il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, insieme al sottosegretario alla presidenza, Davide Baruffi, e all’assessore Andrea Corsini, ha incontrato sindaci e amministratori locali, fra cui il presidente della provincia, Riziero Santi, e il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, il prefetto Alessandra Camporota.

Nella sede della Provincia, nel pomeriggio insieme agli amministratori è stato fatto un primo esame della situazione per la messa a punto di un piano straordinario di interventi che permetta di risollevarsi a un territorio che per diverse settimane è stato zona arancione, con l’applicazione di misure ulteriormente restrittive rispetto al resto della regione. Su tutte, la sospensione pressoché generalizzata delle attività economiche.

Un patto per la ricostruzione condiviso e partecipato da tutta l’Emilia-Romagna, basato su massicci investimenti pubblici e che nasca dal confronto nei territori. Nei quali, è l’obiettivo della Regione, definire in tempi rapidi accordi per far ripartire crescita sostenibile e occupazione, salvaguardando il tessuto socioeconomico delle comunità locali.

Come base di partenza, interventi e opere per quasi 300 milioni di euro, in gran parte già progettate, finanziate e cantierabili, in tutti i settori: dalla sanità alla scuola, dalle infrastrutture alla difesa del suolo, passando per turismo, sport, rigenerazione urbana. Fondi in gran parte pubblici, più cofinanziamenti privati.

L’impegno condiviso tra sindaci e Regione è su tre livelli: selezionare le priorità strategiche per il territorio di area vasta, censire tutti gli interventi progettati e finanziati ma non ancora appaltati, verificandone l’effettiva e rapida realizzabilità, individuare interventi immediatamente cantierabili, anche col contributo della Regione, per far ripartire il lavoro lungo tutta la filiera delle costruzioni. In particolare, rispetto agli assi prioritari del sociosanitario, della scuola e della cultura, della mobilità e della sicurezza del territorio, della casa.

“Il territorio di Rimini ha pagato un prezzo particolarmente alto all’epidemia- afferma il presidente Bonaccini-, non solo da un punto di vista sanitario, con i tanti malati e le tante persone che ci hanno lasciato e che non dimenticheremo. A tutti loro va il nostro pensiero. Ma anche per le pesanti limitazioni che i suoi cittadini hanno dovuto sopportare a causa dei maggiori controlli e delle maggiori restrizioni che abbiamo introdotto per lungo tempo in accordo con i sindaci e le istituzioni. I riminesi hanno però risposto nei giorni più bui con straordinario senso di responsabilità, e di questo li ringrazio. Se oggi possiamo provare a guardare con fiducia al futuro lo dobbiamo anche al loro sacrificio”.

“Ma Rimini è anche una delle capitali mondiali del turismo- sottolinea il presidente- oltre che un territorio intessuto di creatività, spirito imprenditoriale, energie, con aziende e professionalità inestimabili. E in questa fase 2 rischia di pagare un prezzo più alto proprio per le condizioni di convivenza con il virus. Se da un lato abbiamo dedicato una sforzo straordinario insieme alle rappresentanze sociali per la condivisione di protocolli per la ripartenza sicura, dall’altro adesso vogliamo sostenere attivamente un nuovo avvio, insieme: per questo con i sindaci e gli amministratori locali vogliamo stringere un patto per la ricostruzione che ci porti a concentrare ogni risorsa, capacità e progettualità per disegnare insieme uno sviluppo di qualità e sostenibile, fonte di buona occupazione, che non lasci indietro nessuno. Vogliamo recuperare ogni posto di lavoro perso o che potremmo perdere, crearne di nuovi. Far partire da qui oggi, da Piacenza domani, e più in generale dall’Emilia-Romagna, un grande piano di investimenti pubblici. Per questo serve che ogni amministrazione verifichi tutti i progetti possibili e il loro stato di avanzamento, per poterli portare avanti tutti insieme, semplificando al massimo ogni procedura, pur nella massima legalità. In Regione lo abbiamo fatto: vogliamo iniziare da lì, condividendolo con ogni amministrazione, al di là di confini e colore politico, ascoltando le esigenze di tutto il territorio- chiude Bonaccini- per arrivare entro un mese a sottoscrivere un piano di investimenti straordinario per la provincia di Rimini”.


L’intervento del presidente della provincia Riziero Santi:

Voglio trasmettere tutta la preoccupazione della nostra comunità per quello che ci aspetta
• Usciamo dalla zona sanitaria rossa.
• Entriamo nella zona economica nera.
Tutto il Paese subisce i contraccolpi inferti dalla pandemia ma le peculiari caratteristiche del nostro territorio e della sua economia rendono per noi gli effetti della crisi ancora più pesanti e drammatici.

Per fare solo un esempio, dati alla mano dello scorso anno, se l’incidenza del turismo in Emilia-Romagna, rispetto al totale del valore aggiunto, è del 12,3 per cento, in provincia di Rimini la percentuale sale, superando il 24 per cento.

La nostra è una grande economica che si fonda su piccole attività che si sviluppano su un territorio molto ristretto e congestionato.
Il contrario di ciò che servirebbe ora per la ripresa: grandi aziende con spalle larghe e ampio territorio disponibile per consentire il distanziamento.

Abbiamo vissuto un terremoto: non si vedono le macerie per le strade ma le conseguenze sulle attività economiche e sull’occupazione, e quindi sulla vita delle nostre comunità, sono purtroppo simili.
• I muri sono rimasti in piedi ma i nostri negozi, i nostri ristoranti i nostri alberghi le nostre spiagge sono rimaste inutilizzabili per molto tempo.
• I nostri operatori ed i nostri cittadini sono rimasti imprigionati dalla pandemia senza potersi muovere.
• Il fermo delle attività sociali ha colpito a morte l’industria dell’ospitalità.
Ora è evidente l’oggettiva difficoltà di conciliare la ripartenza delle attività economiche con la necessità imprescindibile di garantire la sicurezza sanitaria, trovando quel giusto equilibrio che – senza mettere in pericolo i soggetti più esposti e senza vanificare i sacrifici fatti da tutta una comunità negli ultimi due mesi – consenta al Paese di non precipitare in un abisso fatto di disoccupazione e fallimenti, di minori servizi ai cittadini, in una parola di povertà.

Noi abbiamo dimostrato di essere persone responsabili, e proprio perché lo siamo fino in fondo oggi vogliamo assumerci la responsabilità di dire che vogliamo ripartire. In sicurezza ma vogliamo ripartire.

Per ripartire abbiamo bisogno di aiuto.

SERVE “UN PIANO STRAORDINARIO PER SALVARE RIMINI”
(inteso come territorio provinciale)

1. Serve liquidità vera
per le nostre imprese, senza ritardi e senza furbizie delle banche.

2. Servono aiuti per le famiglie
che fanno i conti con l’emergenza e non riescono da sole a fare fronte al sostentamento (Cassa integrazione, salario d’emergenza, contributi straordinari, bonus)

3. Servono protocolli di sicurezza fattibili ed economicamente sostenibili
Turismo e commercio sono accomunati da un identico problema connesso al rispetto dei protocolli sanitari per le aperture in sicurezza. Non intendo certamente sostituirmi agli esperti che lavorano con serietà e competenza su questi temi, ma ritengo sia auspicabile trovare formule di distanziamento che consentano un ordinato svolgimento delle attività di vendita al dettaglio, di ristorazione e di accoglienza, ma che non si traducano infine, in buona sostanza, nel messaggio RESTATE CHIUSI.

4. Serve mettere in sicurezza i bilanci degli enti locali
Minori entrate tributarie per gli enti locali si traducono in minori servizi erogabili alla collettività e minori servizi significa ridurre la capacità di aiutare cittadini e imprese.
I bilanci degli Enti locali dovranno fare i conti con pesanti riduzioni di entrate (quelle derivanti da tributi sono stimate nell’ordine del 30–40% in meno fra Tari e Addizionale Irpef) contestualmente ad un’impennata dei costi per contributi alle famiglie e alle aziende e per i servizi in emergenza.
I Comuni a vocazione turistica risultano poi ancora più penalizzati di altri per il prevedibile e drastico calo degli introiti della tassa di soggiorno.
Noi metteremo mano a tutto ciò che possiamo mettere mano: dall’avanzo d’amministrazione, alla rinegoziazione dei mutui, all’aumento dei dividendi dalle partecipate.
Non possiamo mettere mano nelle tasche dei cittadini.

5. Servono contributi straordinari dallo stato
Ebbene si, siamo molto arrabbiati col Governo, nonostante riconosciamo gli sforzi fatti anche con l’ultimo DL. Ci aspettavamo semplicemente – e ci aspettiamo – la giusta considerazione nei confronti di una economia strategica come il turismo.
L’esclusione di Rimini dai provvedimenti straordinari per i territori più colpiti ci lascia l’amaro in bocca.
Non può essere che chi è stato più prudente e coraggioso chiudendo tutto subito per salvare il salvabile – e soprattutto vite umane – oggi venga penalizzato da provvedimenti nazionali che si basano unicamente sul numero dei decessi sul territorio, e non sui danni oggettivi subiti dal sistema pubblico e privato, senza nemmeno considerare i sacrifici fatti per garantire le cure e per limitare i decessi.
Va considerato poi che comuni turistici contribuiscono in maniera più che proporzionale alla finanza dello Stato attraverso un meccanismo del Fondo di Solidarietà comunale che penalizza il nostro sistema territoriale.
Abbiamo quindi l’assoluta necessità di correttivi nelle modalità di riparto del fondo, così da tener conto del contesto reale in cui si trovano i Comuni.

6. Serve anche un impegno straordinario della Regione
Per la verità la Regione non ha mai fatto mancare il suo impegno. Il fatto poi che il Presidente sia qui oggi con noi è la conferma della sensibilità e del lavoro che si vorrà continuare a fare insieme anche nelle fasi 2 e 3.

7. Serve rivedere l’impianto normativo che regola il rapporto con le grandi società di servizi
Va rafforzato il ruolo degli Enti Locali nel confronto delle società di servizi, e – consentitemi – nei confronti di Enti nazionali come Arera che assumono provvedimenti capestro per le comunità locali. Una debolezza che alla fine pagano i cittadini.

8. Servono risorse per gli investimenti
Investimenti in servizi e infrastrutture: viabilità, sicurezza del territorio, connettività, scuola, trasporto pubblico, ecc.

9. Servono strategie territoriali innovative
La nuova pianificazione territoriale deve fare i conti con ciò che ha messo in campo l’emergenza covid-19. Occorre ripensare il tempo, lo spazio, l’ambiente, una visione coerente del mondo che sappia aiutarci a capire e superare le crisi in atto.

10. Serve la semplificazione e la sburocratizzazione
dei processi per la realizzazione delle opere e per l’accesso al credito.

Come il presidente Bonaccini sa benissimo, noi romagnoli abbiamo nel dna la capacità di reinventarci continuamente e di tirar fuori il meglio nelle situazioni più difficili. Chiediamo allora a lui – e quindi alla Regione – e al Governo di metterci nelle condizioni di poter ripartire.

Ora mi rivolgo a noi stessi, ai sindaci e al sistema territoriale riminese. Continuiamo nel solco della collaborazione. Dimostriamo ai nostri cittadini e soprattutto ai giovani che siamo coesi. Impegniamoci a fare squadra, a lavorare tutti insieme superando le divergenze e gli individualismi.

Il nostro non deve essere percepito come il grido della disperazione ma della volontà di riemergere di rimboccarci le maniche e di lavorare duramente con quello slancio di inventiva e quello spirito intraprendente che da sempre ci contraddistinguono.