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Mancano dispositivi sicurezza

Cooperative sociali scrivono ai Prefetti: a rischio servizi ospedalieri

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 20 mar 2020 16:51
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Le mascherine e dispositivi di protezione individuale per proteggersi dal Covid-19 continuano a non trovarsi e da lunedì migliaia di lavoratori delle cooperative sociali, delle pulizie, della ristorazione rischiano di doversi fermare. Lo dicono i vertici romagnoli di Agci, Confcooperative e Legacoop. Il rischio è che vengano così interrotti i servizi di interesse pubblico che i lavoratori svolgono negli ospedali, nelle case per anziani, negli stabilimenti produttivi, nei trasporti e nella logistica, nella grande distribuzione e nei servizi essenziali ancora aperti.

Alessandro Brunelli e Renato Lelli (AGCI), Luca Bracci e Mauro Neri (Confcooperative di Ravenna-Rimini e Forlì-Cesena) e da Mario Mazzotti (Legacoop Romagna) hanno manifestato le loro preoccupazioni in una lettera ai Prefetti di Rimini, Ravenna e Forlì.

La nota specifica che «l’interruzione di attività potrebbe riguardare molte prestazioni considerate di pubblico interesse che riguardano i servizi ospedalieri (manutenzioni, preparazione pasti, pulizie, ecc.) e le attività di cura svolte in strutture protette rivolte a persone anziane e a persone con disabilità o rese a domicilio, attività che rientrano nell’obbligatorietà dei Livelli Essenziali di Assistenza».

Difficoltà crescenti si segnalano anche «nelle produzioni alimentari, nell’edilizia, nei trasporti merci e persone, nella logistica, nei servizi alle persone». Sul versante degli autotrasportatori, causa il dilatarsi dei tempi di carico e di scarico presso la committenza, «i camionisti devono attendere anche 20 ore in imprese con aree ristoro e servizi igienici non più accessibili a personale esterno».

Le cooperative chiedono quindi ai Prefetti di attivarsi affinché sia reso disponibile dalla Protezione civile per le Cooperative un numero sufficiente di dispositivi di sicurezza, così da potere «garantire i servizi essenziali di pubblica utilità a cui sono preposte». Chiedono inoltre che sia reso possibile agli autotrasportatori, per il periodo dell’emergenza in deroga alle vigenti norme, entro un raggio di 100 Km dal proprio punto di rientro (sede/abitazione) di poter derogare dai limiti di ore nella guida e permetterne il rientro tempestivo alle proprie case.