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Reddito di cittadinanza: verifiche su 2.313 nuclei beneficiari poi le convocazioni

In foto: reddito di cittadinanza
reddito di cittadinanza
di Lucia Renati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 3 gen 2020 14:56 ~ ultimo agg. 4 gen 08:48
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Da poche settimane i comuni dell’Ambito territoriale, di cui Rimini è quello capofila, hanno a disposizione la piattaforma GePI per la gestione dei Patti per l’inclusione sociale, ovvero lo strumento per l’attuazione delle attività rivolte ai beneficiari del Reddito di Cittadinanza.

Sono 2.313 i nuclei beneficiari della misura (incluse le pensioni di cittadinanza) registrati nell’ambito territoriale di Rimini per i quali gli enti locali dovranno provvedere alle verifiche anagrafiche. Di questo numero, 651 (di cui 528 in capo al Comune di Rimini) fanno parte della platea per la quale la normativa prevede la gestione in capo ai servizi sociali del Comune, mentre un’altra quota di beneficiari sono affidati ai Centri per dell’impiego.

REQUISITI (almeno uno tra i componenti):

  • assenza di occupazione da non più di due anni;
  • essere beneficiario della NASpI ovvero di altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria o che ne abbia terminato la fruizione da non più di un anno;
  • essere iscritto ai centri per l’impiego 

La piattaforma permette ai servizi sociali dei Comuni di inviare sms ai beneficiari della misura per la convocazione ai colloqui.

I servizi del Comune di Rimini sono impegnati nella convocazione dei nuclei per la valutazione preliminare e nei casi che presentino bisogni complessi. A tutt’oggi, oltre a 145 casi di verifica dei requisiti residenziali e di soggiorno richiesti dal Patto per l’inclusione sociale, sono stati definiti una serie di progetti approvati dall’Equipe multidisciplinare (in assenza della Piattaforma) con le famiglie per i quali si sono assegnate misure di sostegno come 30 tirocini, 6 progetti con l’attivazione di un educatore, 8 consulenze famigliari, centri estivi per 25 minori.

Ad oggi 221 casi sono quelli affidati in ambito territoriale ai cosìdetti NAVIGATOR che si occupano delle analisi dei beneficiari.

Cos’è il patto per l’inclusione sociale: è una delle condizioni per ricevere il reddito di cittadinanza

Nel caso in cui il bisogno sia complesso, i servizi dei Comuni competenti per il contrasto alla povertà procedono ad una valutazione multidimensionale del nucleo familiare al fine di avviare il percorso di attivazione sociale e lavorativa coinvolgendo, oltre ai servizi per l’impiego, altri enti territoriali competenti. La valutazione multidimensionale è composta da un’analisi preliminare e da un quadro di analisi approfondito che mettono in luce bisogni e punti di forza della famiglia al fine di condividere con la famiglia gli interventi e gli impegni necessari a garantire il percorso di fuoriuscita dalla povertà che verranno sottoscritti con il Patto per l’inclusione sociale.

All’interno dei Patti di Inclusione Sociali i Case Manager potranno concordare con i componenti dei nuclei la partecipazione a progetti utili alla collettività (PUC) per un numero minimo di ore 8 settimanali. L’attività è esercitata a titolo gratuito e volontario dal privato cittadino ma resta in carico al Comune l’attivazione delle opportune assicurazioni che ha deciso di affidare al Centro di Servizi di Volontariato l’individuazione e gestione dei progetti utili alla collettività coinvolgendo le associazioni di volontariato del territorio.

L’insieme dei progetti andrà a formare un catalogo che sarà inserito sulla piattaforma GePI e sarà utilizzato in fase di definizione del Patto.