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Il post della discordia

Fake news. Esplode la polemica tra Bonaccini e Tosi

In foto: Stefano Bonaccini e Renata Tosi
Stefano Bonaccini e Renata Tosi
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
lun 20 gen 2020 14:05 ~ ultimo agg. 21 gen 12:13
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Nel pieno della campagna elettorale ad alzare il livello delle polemiche ci pensa un post pubblicato, e poi rimosso, dal sindaco di Riccione Renata Tosi. Una notizia datata settembre 2014 nella quale si parlava del coinvolgimento di Stefano Bonaccini nello scandalo “spese pazze” (vicenda risoltasi poi già prima delle elezioni del 2014). Proprio il candidato e presidente uscente attacca la Tosi con parole dure: “si vergogni. Rilanciare fake news vuol dire non avere argomenti né un’etica.” In riferimento alla vicenda, Bonaccini spiega: “chiesi immediatamente di essere ascoltato dai magistrati per chiarire la mia posizione e in pochi giorni la cosa si chiuse perché il fatto non sussisteva”.“Le mie idee possono piacere o meno, si chiama democrazia. Ma – conclude il candidato – sono una persona perbene”.
Quando si sbaglia, è corretto chiedere scusa” ammette il sindaco di Riccione Renata Tosi che però contrattacca stigmatizzando “le “parole “violente” utilizzate dal candidato del Pd“. “Per rimanere in tema di fake news – scrive –, non sono io ma è Bonaccini che ogni giorno spara promesse come botti a capodanno: “Pensiamo alla cittadella della sicurezza” alla Giulio Cesare”, o solo alle “concessioni ai balneari per trenta anni”, quali ultime chicche. Promesse inventate.

La nota di Stefano Bonaccini

“Se si arriva a mentire, sapendo di mentire, per colpire l’avversario vuol dire che non si hanno argomenti. E nemmeno un’etica”.

“La sindaca leghista Tosi di Riccione rilancia come fosse attualità una notizia di 5 anni mezzo fa. All’epoca fui indagato, al pari di quasi tutti i consiglieri regionali, per l’utilizzo dei fondi ai gruppi. Chiesi immediatamente di essere ascoltato dai magistrati per chiarire la mia posizione e in pochi giorni la cosa si chiuse perché il fatto non sussisteva. Il tutto fu talmente rapido e lineare che non ricevetti neppure un avviso di garanzia e potei candidarmi a testa alta alle scorse elezioni regionali. E vincendole diventare Presidente di questa bellissima regione.

Le mie idee possono piacere o meno, si chiama democrazia. Ma sono una persona perbene. Provengo da una famiglia umile e vivo nella stessa casa dove sono cresciuto fin da bambino. Non ho altri patrimoni, fondi o ricchezze. Per qualcuno sembra impossibile che si possa far politica senza cercare arricchimento o vantaggi personali. Invece io sono stato educato così e conosco tante persone, di destra e di sinistra, che in questo sono come me. Perché l’onestà non ha colore politico. Mi si critichi su tutto ma su questo perdete il vostro tempo, ve lo assicuro.

Quando si arriva a rilanciare fake news del genere è perché si è disperati, si pensa di aver già perso e si vuole allora tentare il tutto per tutto. Si vergogni Sindaca.”

La nota di Renata Tosi

“Quando si sbaglia, è corretto chiedere scusa. Ho condiviso un post vecchio, in cui si scriveva di una indagine in corso, senza accorgermi che era un post rilanciato da altri, ma vecchio di anni; pertanto, con tutta l’onesta intellettuale che mi è propria, chiedo scusa al Governatore ed a Matteo Ricchetti.

Credo che il buon dovere di un politico sia -anche- quello di ammettere i propri errori.

Detto questo, mi spiace leggere le parole “violente” utilizzate dal candidato del PD alla Presidenza della Regione, in merito all’episodio.
Leggo con stupore che lo stesso si scaglia (giustamente) contro una “fake news”, salvo utilizzare egli stesso una “fake news” nel suo stesso comunicato di accuse.
A scanso di equivoci, è una “fake news” quella che scrive, quando afferma che io sia “leghista”.
Sono Sindaco di una città e segreteria e coordinatrice di due liste civiche, ma non ho mai avuto la tessera leghista in tasca.
Poi, sempre per rimanere in tema di fake news, non sono io (nemmeno candidata) ma è Bonaccini che ogni giorno spara promesse come botti a capodanno: “Pensiamo alla cittadella della sicurezza” alla Giulio Cesare”, o solo alle “concessioni ai balneari per trenta anni”, quali ultime chicche….
Promesse inventate.
Fake news certe.
Ribadisco, chiedo scusa per l’errore alle due persone non indagate.
Ma sarebbe bello, nel contempo, che anche il Governatore mi chiedesse scusa.

Anche perché quel post, è vero, faceva riferimento ad una notizia vecchia ma comunque ancora leggibile in Internet e di conseguenza postabile e ripostabile all’infinito da chiunque. Chiunque, candidato, amministratore o attivista che fosse stato, avrebbe quindi potuto commettere il mio stesso errore. La differenza è che quando qualcosa arriva da Riccione, e da me, si scatenano le “ire funeste”, perché Riccione è una città che si è sganciata dal Pd. Riccione è un modello di buona amministrazione. Un’amministrazione che, fuori dalla logica della sinistra progredisce e prospera, fa paura”.