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Scatta la decadenza

Niente scuole d'infanzia e nidi per 34 non vaccinati. Scovati 13 furbetti

In foto: repertorio
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di Andrea Polazzi   
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gio 5 set 2019 12:38 ~ ultimo agg. 6 set 11:00
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Dovrebbero essere 34 i bambini tra 0-6 anni che nel prossimo anno scolastico non potranno frequentare nidi o scuole d’infanzia del comune di Rimini perché non vaccinati. Nei giorni scorsi l’amministrazione ha pubblicato il resoconto sull’albo pretorio. Nel documento si ripercorre l’iter seguito. Al 10 giugno scorso nell’elenco degli iscritti inviato dall’Ausl al Comune risultavano ben 184 posizioni irregolari. Successivamente, si legge, diversi minori sono stati ritirati e per altri è stata presentata spontaneamente la documentazione attestante la situazione vaccinale. Delle 90 posizioni rimaste in bilico, 28 risultavano quelle prive di qualsiasi documentazione e per le quali è scattato il provvedimento di decadenza dall’iscrizione ai servizi per l’infanzia comunali, come previsto dalla Legge Lorenzin. Alcune di queste posizioni sono poi rientrate. Alcune famiglie infatti non avevano correttamente comunicato l’avvenuta vaccinazione. In totale “non a norma” ne sono rimaste 21, ma per due bambini è stato al momento annullato il provvedimento perché non è ancora avvenuto il previsto contraddittorio. Al conto dei “non in regola” si aggiungono poi altri 13 bambini le cui famiglie hanno tentato di fare le furbe: alla richiesta di presentare idonea documentazione, hanno presentato infatti per l’ennesima volta la richiesta di appuntamento all’Ausl. Una richiesta che, a seguito dell’istruttoria, è stata giudicata un “espediente finalizzato ad ottenere l’accesso ai servizi per l’infanzia” visti i precedenti appuntamenti fissati e puntualmente inevasi da parte delle famiglie stesse. Inutili anche gli ulteriori sette giorni concessi dal comune che, visto il comportamento tenuto dalle famiglie nello scorso anno scolastico, ha fatto partire il provvedimento di decadenza anche per loro.

In tutti questi casi le famiglie hanno avuto tutto il tempo, e stiamo parlando di molti mesi e un intero anno scolastico, per poter regolarizzare la propria posizione, in un dialogo costante con i nostri uffici – spiega l’assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini Mattia MorolliOltre a poter contare sul supporto organizzativo del servizio pediatrico dell’AUSL della Romagna, che garantisce alle famiglie che intendono vaccinare i propri figli di provvedere senza formalismi e in pochi giorni, così da poter avere in mani in tempi celeri la documentazione che ricordiamo è requisito indispensabile per confermare l’iscrizione. E’ l’ultimo atto quindi di un percorso che parte da lontano, fatto di lettere, incontri, solleciti, mirati ad agevolare il più possibile le famiglie nell’adempimento delle prescrizioni di legge. Il Comune non può chiudere gli occhi davanti ad atteggiamenti palesemente elusivi, mirati oltre ogni evidenza ad aggirare le normative ma soprattutto rischiose: ricordo infatti che stiamo parlando della tutela della salute della comunità e in particolare delle fasce più deboli ed esposte. La linea tenuta finora, fatta di accompagnamento alle famiglie ma di intransigenza nel tener fede a un obiettivo che consideriamo prioritario, ci ha consentito di ridurre notevolmente il gap di copertura vaccinale che ha storicamente contraddistinto il nostro territorio. Mi auguro che l’attività che stiamo portando avanti – la cui bontà è stata riconosciuta anche dal Tar dell’Emilia Romagna che a fine maggio ha respinto i ricorsi contro l’ordinanza – sia servita anche a diffondere una maggiore consapevolezza e informazione sul tema dell’importanza della copertura vaccinale per la salute di tutti. Voglio ribadire che grazie alla determinazione del Comune di Rimini, la percentuale dei bambini vaccinati nella fascia di età 0-6 si è elevata tra 2017 e 2018 di oltre 6 punti percentuali medi. La dimostrazione concreta che solo intervenendo e agendo per la tutela del diritto alla salute, e non chiudendosi gli occhi o rifugiandosi in atteggiamenti di comodo e pilateschi, si garantiscono i diritti inalienabili di tutti e dell’intera comunità”.

I genitori free vax del Comitato per la Libera Scelta però non ci stanno e annunciano ancora battaglia. “L’interpretazione di questa legge – recita una nota –, approvata con furia inaudita e in assenza di reale emergenza, non è mai stata chiara: da subito si sono susseguite numerose circolari nel tentativo di coprire evidenti lacune. Non sorprende, quindi, che venga applicata in maniera disomogenea: ogni amministratore, ogni dirigente scolastico ha libertà di azione – ha specificato martedì la Regione Emilia Romagna. Capita quindi che ci siano comuni, come Rimini, assolutamente intransigenti e sordi alle motivazioni dei genitori, e altri, come Ferrara, dove è stato annunciato che nessuno sarà escluso.” “Molti genitori – prosegue il comitato – vedranno i figli subire l’esclusione da percorsi scolastici già avviati, senza peraltro alcuna ragione medica obiettiva. Intendiamo denunciare con forza questa situazione paradossale, e lo faremo in tutte le sedi possibili.