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Appello al Governo sui fondi

Alzheimer, in provincia 6mila pazienti seguiti. 1200 nuovi casi all'anno

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 18 set 2019 18:17 ~ ultimo agg. 26 set 09:49
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Sono seimila i malati di Alzheimer seguiti in provincia di Rimini dove si registrano 1.200 nuovi casi ogni anno. A fornire i numeri, in occasione del mese mondiale dell’Alzheimer settembre, è il vicesindaco Gloria Lisi. “Un numero – spiega – che andrebbe moltiplicato per tre, coinvolgendo i nuclei familiari, dove la classica famiglia diventa la prima badante, in gergo tecnico caregiver“.

La Lisi parla poi di un grande paradosso: “proprio L’Italia, uno dei paesi più “vecchi” del mondo e, dunque, maggiormente vulnerabile all’Alzheimer, non trova i fondi necessari per servizi e cure pubblici. Servizi, come spesso succede nella sanità pubblica italiana, presenti a macchia di leopardo lungo lo stivale. La nostra regione e anche il territorio Riminese sono, per fortuna, più avanti di altri, sia a livello sanitario che sociale. Ma non basta“.

Nel distretto di Rimini nord sono stati oltre mille gli anziani fragili con demenza, i famigliari e i caregivers incontrati nell’ultimo paio d’anni dai servizi. “Abbiamo aperto sportelli dedicati nei servizi territoriali – racconta la Lisi –, anche nelle zone più periferiche, promosso azioni di conoscenza e sensibilizzazione, sostegno psicologico, gruppi di stimolazione cognitiva. Sono progetti nati dalla stretta sinergia con le associazioni di familiari, una serie composita di gruppi di volontariato che oggi costituisce un fondamentale presidio e una rete di protezione per i malati e le famiglie. Abbiamo ricevuto premi europei per alcune sperimentazioni, come l’Amarcord Cafè (All’Istituto Valloni), dove facciamo dialogare tra loro chi sofrre di questi problemi, o i punti di incontro insieme ai famigliari. Figure di rilevanza nazionale come il dott. De Carolis della nostra Ausl o il Prof. Rabih Chattat dell’Università di Bologna formano i nostri operatori e qualificano interventi territoriali presi ad esempio a livello internazionale. Eppure non basta, perchè il bisogno aumenta, ma non sempre le risorse per sostenere a medio e lungo termini questi servizi che danno profondità e completezza a quelli sanitari“.

Da qui la richiesta al governo centrale di programmare in maniera organica fondi di assistenza per l’Alzheimer. Anche alla luce del fatto “che, da qui al 2050, visti i tassi di invecchiamento della popolazione – ricorda il vicesindaco – i numeri dei potenziali anziani con Alzheimer possano raddoppiare“.

Ecco allora il mio appello alla vigilia della giornata mondiale dell’Alzheimer – conclude –, che il “nuovo” Governo recepisca questo grido di allarme delle famiglie e dei servizi locali, proponendo al più presto un piano di risorse assistenziali all’altezza dei bisogni di un numero sempre più alto di famiglie“.