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Parla l'ex assessore

Acquarena-Tecnopolo. Biagini: così funzionava l'inquinato sistema Rimini

In foto: Roberto Biagini
Roberto Biagini
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 19 set 2019 13:54 ~ ultimo agg. 24 set 16:27
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Dopo un rinvio per difetto di notifica, il 24 settembre in Tribunale a Rimini si svolgerà la prima udienza sul filone di indagine della Guardia di Finanza relativa al Tecnopolo. Tutto è nato dall’esposto presentato nell’agosto del 2015 dall’avvocato Roberto Biagini, all’epoca assessore della Giunta Gnassi. 18 gli indagati tra i quali anche tre dipendenti comunali e Mirco Ragazzi, figura al centro dell’esposto presentato (una sorta di “facilitatore” che si muoveva all’interno degli uffici comunali). E’ oggi più indietro invece, nella fase delle indagini preliminari, lo stralcio relativo ad Acquarena.

Biagini ha convocato la stampa dopo un accesso agli atti “per far conoscere come funzionava il sistema Rimini ” nella gestione di appalti pubblici e privati. “Sarei contento – prosegue – se fossero tutti assolti. A me interessa però far sapere alla cittadinanza quello che accadeva e che non credo debba accadere mai più: un sistema fallato con concatenazioni fra imprese, tecnici, eccetera. Ritengo che la pubblica amministrazione debba farsi un esame di coscienza. La Giunta deve indagare“.

Nel documento relativo alla notizia di reato, per quanto riguarda il Tecnopolo si parla di: “illeciti tecnico contabili – aumento costi dell’ opera – falsi collaudi preordinati alla frode“. L’ipotesi di indagine è che il falso collaudo fosse legato al rispetto di tempistiche per accedere ai finanziamenti. Per Acquarena invece si parla di “atti artatamente preordinati per alterare la scelta del contrante della P.A.“. Comune e Regione sono ritenute parti offese e secondo l’ex assessore “hanno il dovere di costituirsi parte civile in caso di rinvio a giudizio“. Biagini punta il dito anche “sul totale spregio con il quale alcuni dipendenti comunali (e provinciali) trattavano le istituzioni“. Ma a non andargli giù l’atteggiamento che definisce “omertoso” della politica. 

Molte le intercettazioni ambientali e telefoniche finite nei 10 faldoni dell’indagine nei quali si parla anche di un altro cantiere importante, quello del Valgimigli. L’ex assessore torna anche sulle conseguenze dell’esposto anche sul suo futuro politico. Sulla sua candidatura alle amministrative 2016 fu messo un veto dal sindaco Gnassi dopo che emerse la notizia dell’esposto (con una accesa riunione alla presenza anche del segretario regionale Calvano).

. Alcuni live della conferenza