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Diffamazione e fake news su balneazione: Federalberghi querela

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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 13 ago 2019 22:52 ~ ultimo agg. 14 ago 16:48
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Che quello dei social network sia un mondo a sé dove poter esprimere di tutto senza limiti e inibizioni, è purtroppo una distorsione in cui molti cadono. Federalberghi di Rimini ha ritenuto che la misura sia stata superata ed è passata alle vie legali. L’oggetto della denuncia/querela è un post di un utente pubblicato lo scorso 2 agosto a commento di un post di una notizia sulla balneazione delle acque.

Oltre che di avere diffuso fake news sulla balneazione, i cui divieti erano già rientrati, l’utente nel miirino di Federalberghi è accusato di avere leso l’onore dell’intera categoria. Spiega la presidente di Federalberghi Patrizia Rinaldis: “il contenuto della richiesta prevede che l’utente venga perseguito e punito a termine di legge per il reato di diffamazione aggravata a mezzo facebook ex art. 595 comma 3 C.P. Nel post è stato diffamato l’ onore, il soggetto passivo della diffamazione non è rappresentato da un singolo Albergatore e/o operatore turistico, ma piuttosto dall’intera categoria economica degli  Albergatori locali (definiti: “porci arraffoni” – “fannulloni” ecc). In questo contesto sono stati creati “ad arte” falsi allarmismi e sono state diffuse sui “social network” notizie false, vere e proprie “fake news”

Infatti, la situazione dell’acqua dell’Adriatico, è assolutamente positiva sotto il profilo della balneazione ed è costantemente monitorata nel rispetto delle direttive europee recepite dalla  legislazione nazionale” (in Emilia Romagna le acque di balneazione, risultate di qualità “eccellente” in 88 località su 97)”.

In quanto associazione sindacale di categoria che rappresenta e tutela a livello istituzionale gli albergatori e gli operatori turistici di Rimini, Federalberghi ha quindi ritenuto di dare avvio all’azione legale, assistita dall’avvocato Maurizio Ghinelli.

“Diciamo basta a questa guerra sociale, il turismo è ricchezza per tutta la città attraverso il suo indotto. I social sono uno strumento di comunicazione e scambio, non come una valvola offensiva di sfogo o di dileggio verso coloro che professionalmente portano avanti la propria attività. Gli operatori sono stanchi di personaggi che, anche se a parole, offendono profondamente il loro lavoro. Questa azione deve servire come monito. Voglio difendere un territorio e tutti gli operatori sani che con sacrificio rendono grande il nostro turismo“