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la fine del "divertimentificio"

Movida. In calo le imprese nel settore divertimento in Romagna

In foto: repertorio
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di Lucia Renati   
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gio 27 giu 2019 16:48 ~ ultimo agg. 28 giu 13:27
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Pensare che alla fine degli anni ’80 nacque proprio grazie (o per colpa) a Rimini il neologismo “divertimentificio” per indicare la nascita di nuove tendenze in fatto di locali, musica, mode e via dicendo. Oggi, nell’epoca del post-divertimentificio la Romagna sta inequivocabilmente cambiando pelle, i teorici del marketing parlerebbero di riposizionamento del brand, cercando di lasciarsi alle spalle riti e stereotipi che l’hanno accompagnata negli ultimi cent’anni. Oggi la Romagna studia le best practices del nord Europa in tema ambientale, si concentra sulla riqualificazione dei luoghi storici e sul benessere. Che fine ha fatto la “movida”, ma soprattutto che futuro ha? A queste domande rispondono i dati Infocamere Stockview elaborati dall’Osservatorio economico della Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini a cura dell’Ufficio Informazione Economica.

In diminuzione le imprese, in aumento gli occupati; commercio in difficoltà, tengono gli altri settori.

Uno dei settori principali del turismo è rappresentato da quello trasversale della “movida”: nel dettaglio, si parla di shopping, ricettività, ristorazione, tempo libero, sport, cinema, musica ed eventi.

Nel territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), al 31 maggio 2019, sono presenti 15.809 imprese attive della movida che costituiscono il 22,3% del totale delle imprese; tale quota risulta superiore a quella regionale (17,2%) e nazionale (19,7%). Tra i settori, spicca il commercio al dettaglio (al netto di quello di seconda mano, ambulante, via internet e corrispondenza), con 6.611 imprese (41,8% sul totale movida), seguito dalla ristorazione, con 4.925 imprese (31,2%), dall’alloggio, con 2.608 imprese (16,5%), dalle attività sportive e di divertimento, 1.299 (8,2%), agenzie di viaggio e tour operator, 220 (1,4%) e produzione cinematografica e televisiva, 146 (0,9%). Nel confronto col 31 maggio 2018 si rileva una diminuzione delle imprese della movida pari allo 0,9%, in linea con la variazione negativa regionale (-1,0%) e superiore a quella nazionale (-0,5%); ciò è imputabile esclusivamente alla flessione delle imprese commerciali (-2,6%) mentre aumenti caratterizzano gli altri settori, a parte la sostanziale stabilità delle attività sportive e di divertimento (-0,2%).
Diminuzione anche nel medio periodo: -2,7% rispetto al 31 maggio 2014, a causa sempre del commercio al dettaglio (-7,4%).
Incremento annuo, invece, per gli addetti del settore movida che contano 75mila unità (il 28,8% del totale) al 31 marzo 2019 (ultimo dato disponibile): +3,8%.

Imprese della “Movida” in provincia di Rimini

In provincia di Rimini, al 31 maggio 2019, sono presenti 9.460 imprese attive della movida che costituiscono ben il 27,6% del totale delle imprese; tale quota è nettamente superiore a quella regionale (17,2%) e nazionale (19,7%).

Tra i settori, spicca il commercio al dettaglio (al netto di quello di seconda mano, ambulante, via internet e corrispondenza), con 3.650 imprese (38,6% sul totale movida), seguito dalla ristorazione, con 2.666 imprese (28,2%), dall’alloggio, con 2.084 imprese (22,0%), dalle attività sportive e di divertimento, 848 (9,0%), agenzie di viaggio e tour operator, 147 (1,6%) e produzione cinematografica e televisiva, 65 (0,7%).

Nel confronto col 31 maggio 2018 si registra una diminuzione delle imprese della movida pari all’1,2%, superiore alla variazione negativa regionale (-1,0%) e nazionale (-0,5%), dovuta alla flessione delle stesse in quasi tutti i settori interessati: commercio al dettaglio (-3,3%), produzione cinematografica e televisiva (-3,0%), attività sportive e di divertimento (-1,7%), agenzie di viaggio e tour operator (-1,3%) e alloggio (-0,4%). Al riguardo, l’unico incremento si rileva nel settore della ristorazione (+1,2%). Diminuzione anche nel medio periodo: -3,2% rispetto al 31/05/14, dovuta ai cali nel commercio (-7,5%), nell’alloggio (-1,2%) e nelle attività sportive e di divertimento (-1,3%). Incremento annuo del 3,7%, invece, per gli addetti del settore movida che contano 50mila unità (il 38,6% del totale) al 31 marzo 2019 (ultimo dato disponibile); a beneficiarne, questa volta, tutti i settori. A livello territoriale, infine, quasi la metà delle imprese della movida ha sede nel comune principale di Rimini (45,1%); buona comunque anche la presenza negli altri comuni della riviera: in ordine, Riccione (16,5%), Bellaria (9,4%), Cattolica (9,2%) e Misano Adriatico (4,7%), mentre tra i comuni “interni” si distingue Santarcangelo di Romagna (3,9%).

Fonte: Infocamere Stockview

Elaborazioni: Osservatorio economico della Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini a cura dell’Ufficio Informazione Economica