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la festa il 23 aprile

La biblioteca Gambalunga spegne 400 candeline con Bergonzoni e Capossela

di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 3 apr 2019 15:17 ~ ultimo agg. 4 apr 14:46
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Quattrocento anni di storia vanno festeggiati degnamente. Così, il Comune di Rimini ha pensato di organizzare una serie di eventi, che proseguiranno lungo tutto il 2019, per il compleanno della Biblioteca Gambalunga. La data simbolica scelta per la festa è martedì 23 aprile, Giornata mondiale del libro. Si partirà dal mattino con un’apertura straordinaria (dalle 8 alle 21) che offrirà la possibilità di effettuare visite guidate nelle Sale antiche (dalle 9 alle 19, prenotazione obbligatoria), poi nel pomeriggio il clou dei festeggiamenti sarà in un altro luogo simbolo della città, il Teatro Galli, dove dalle 17,15 Luciano Canfora, grande storico e filologo, terrà una lezione magistrale sulla ‘Storia politica delle biblioteche’. Alle 18.30 Alessandro Bergonzoni e Marino Sinibaldi, colti e raffinati ‘giocolieri’ della parola, saranno sempre al Galli in una conversazione dal titolo ‘Leggi per il silenzio. Il raccoglimento del volume, tra consulto e inconsulto’. Infine, a partire dalle 21 al Teatro degli Atti, il cantore Vinicio Capossela delizierà la platea con ‘Ri-trovatori, uomini e bestie in libri e canzoni’ (ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria).

La festa di compleanno, organizzata dal Comune con il sostegno del Gruppo Sgr e il patrocinio dell’istituto per i Beni artistici e culturali della Regione Emilia Romagna, vuole rappresentare un ideale abbraccio della città a un luogo che deve la propria esistenza al grande gesto di un mecenate: Alessandro Gambalunga, giureconsulto riminese nato il 14 marzo del 1554 e morto il 12 agosto del 1619. Fu nipote di un maestro muratore lombardo e figlio di un ricco commerciante di ferro che si era arricchito, oltre che con il commercio, con le doti delle sue quattro mogli. E’ grazie a lui, e al suo testamento redatto nel 1617 a Pesaro, che oggi la Gambalunga può vantare il titolo di prima Biblioteca civica e pubblica aperta in Italia. Alessandro Gambalunga destinò infatti alla città il suo Palazzo e la sua biblioteca, affinché fosse aperta a tutti, senza distinzioni di censo e religione. Con testamento redatto dal notaio Simone Rossi, il Gambalunga affidò al Magistrato di Rimini i suoi libri (un patrimonio di oltre 2.000 volumi), dettando precise disposizioni. Stabilì una rendita di trecento scudi per incrementare le raccolte, uno stipendio per il bibliotecario, “persona di lettere idonea et atta”, raccomandando un orario di apertura comodo al pubblico, che poteva consultare le opere solo in sede; previde inoltre una multa di cento scudi, da reinvestire in libri, per chi li avesse sottratti.

Per l’assessore alla Cultura, Giampiero Piscaglia, “quello di Gambalunga non fu un lascito, bensì un’eredità. Disse: «Io vi do i soldi per trasmettere il sapere del bibliotecario». Di conseguenza non siamo discendenti ma eredi”. E a proposito di eredità il sindaco Andrea Gnassi lancia una battuta: “Dopo Alessandro Gambalunga non ci dispiacerebbe avere altri eredi contemporanei”. Il primo cittadino ha poi ricordato l’immenso valore del possedere “una biblioteca che è patrimonio dell’umanità. Dare un senso ad una storia così lunga e gloriosa è una bella responsabilità”. Per Oriana Maroni, responsabile della Biblioteca Gambalunga, “il sindaco ci ha spinti a valorizzare ancora di più il nostro patrimonio. La nostra è una biblioteca che rappresenta la cultura europea ma anche l’anima della città, da sempre aperta alle altre culture”. 

La Biblioteca Gambalunga ad oggi possiede circa 70mila volumi di testi di stampa, di cui 382 incunaboli e circa 7mila cinquecentine. I manoscritti sono invece 1.350. Il codice più prezioso di proprietà della Gambalunaga è senza dubbio il De Civitate Dei eseguito per Pandolfo Malatesta nel Quattrocento. “Qualsiasi biblioteca contiene un’immensa quantità di sapere, figuratevi la Gambalunga”, afferma estasiato lo scrittore riminese Piero Meldini. Per Paolo Fabbri, rappresentante del Comitato scientifico per le celebrazioni gambalunghiane, “il libro resta ancora oggi la più straordinaria invenzione tecnica dell’umanità, in grado persino di resistere alla tecnologia”.