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Cronache dagli anni '90

Sulla cresta del Nightwave

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di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 31 mar 2019 14:06 ~ ultimo agg. 16:19
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A maggio tornerà a Rimini il Music Inside Rimini, il nuovo format di IEG per il mondo delle tecnologie audio, video e luci per musica, concerti ed eventi. Venti anni fa era invece solitamente alla fine di marzo che la fiera, ancora nei vecchi padiglioni, ospitava un’accoppiata che molti riminesi sicuramente ricordano: il Nightwave e il SIB. Il primo dedicato alle tendenze del popolo della notte, una sorta discoteca espansa che dal pomeriggio a tarda serata oltre alla musica offriva contenuti di vario tipo (Red Ronnie ci trasmetteva anche il suo programma “Help” su TMC), il secondo dedicato alle tecnologie e attrezzature per i locali da ballo.

E proprio il 29 marzo del 1999, in un articolo del quotidiano La Stampa dedicato agli eventi in questione, arrivavano le sentenze di fine decennio. Da una parte sui contenuti della discoteca, con un modello che segnava ormai il passo: “La discoteca dal volto umano. Dopo rave e techno, atmosfere solari”. Ma anche sui riferimenti del mondo della notte. Che, almeno stando all’inviata, affossavano proprio il territorio che ospitava Nightwave e Sib: “La Romagna non è più capitale delle mode”. Con un box che elencava i “dieci ritrovi del momento”  e che citava, oltre alle grandi città, anche le spiagge venete e il Salento ma ignorando completamente la Riviera.

Notizie da un mondo che comunque si stava ridimensionando già a livello di numeri e che cercava cerca di una nuova identità. Poi di quello che sarebbero diventate le discoteche, ogni anno se ne sentivano di nuove: quell’anno c’era pure il format “post oratorio “della hope music ma anche la discoteca-boutique, poi sarebbero arrivati i risto-dance, disco-pub, dinner club e quant’altro.

Un mondo che stava cambiando ma in una direzione, col senno di poi, tutt’altro che chiara. Lo sballo stile anni ’90, quello dei maxi rave interminabili, stava finendo. Ma non è purtroppo finito lo sballo, ce lo hanno detto anche cronache recenti.  Pure la trasmissione “Fuego!” di Italia 1 nel 1999 prese una serata legata al Nightwave come luogo emblematico per raccontare – e sotto sotto sbeffeggiare – quel “mondo della notte”. Del quale il Nightwave rappresentava l’ultimo momento di splendore prima del declino.

“Una cittadella popolata da cubiste, pierre, dj, animatori, tatuatori, stilisti, art director,  pronti a dettare la linea al popolo delle discoteche”. Così ricordava il Nightwave un articolo di Repubblica del marzo 2002, quando invece si annunciava la prima edizione del Sib orfano della celebre consorella arrivata al capolinea. Oggi la notte c’è ancora, ma non più percepita come un “mondo” totalizzante come all’epoca. Esistono tante notti, che in parte si rifanno ai vecchi canoni e in parte li hanno rivisti  e superati. Fatto sta che la Riviera romagnola, con le sue contraddizioni, è comunque rimasta negli anni sempre un riferimento per la nightlife. Con buona pace di quell’articolo di venti anni fa che l’aveva prematuramente sepolta.