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il processo

Minaccia l'ex fidanzatina: "Se non mi dai i soldi, ti brucio". Condannato 23enne

In foto: il Tribunale di Rimini
il Tribunale di Rimini
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 6 mar 2019 16:59 ~ ultimo agg. 7 mar 16:22
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E’ stato condannato in abbreviato a 2 anni e 6 mesi di reclusione per estorsione e lesioni personali. Assolto, invece, con formula piena per il reato di violenza sessuale. Così ha deciso questa mattina il gup Vinicio Cantarini, che ha ritenuto colpevole di due dei tre capi d’imputazione un 24enne tunisino, che vive da tanti anni nel Riminese insieme alla sua famiglia, difeso dall’avvocato Gianmaria Gasperoni. La richiesta del pm era stata di 5 anni e 4 mesi.

I fatti oggetto del processo risalgono all’agosto del 2017, quando la relazione tra il tunisino, all’epoca 21enne, e una 15enne del Riminese, si interrompe definitivamente dopo 8 mesi e diversi tira e molla. A prendere la decisione è il giovane nordafricano, stanco di essere osteggiato dalla famiglia della minorenne, che non vede di buon occhio il ‘fidanzamento’. La sera della rottura definitiva, la 15enne viene accompagnata dalla madre a casa dei genitori del fidanzato. I due hanno una violenta discussione avvenuta nella camera del 21enne e culminata con alcuni schiaffi e morsi sul naso della ragazzina. Poi, secondo la versione della minorenne, quella stessa sera lui l’avrebbe costretta ad avere un rapporto orale. Una volta tornata a casa, riaccompagnata dalla madre, la minorenne avrebbe taciuto tutto e sottratto dalla borsa della madre il bancomat. Poi avrebbe prelevato 250 euro e, in bici, sarebbe tornata a consegnarli all’ex fidanzato. “Mi aveva minacciata, dicendomi che se non gli avessi dato i soldi, avrebbe bruciato me e la mia famiglia”. 

Accuse, quelle della minore (che non si è mai costituita perte civile), sempre respinte con forza dal tunisino: “Nessuna violenza e nessuna minaccia. Quei soldi li ha prelevati di sua spontanea volontà perché quella sera aveva deciso di scappare di casa”. Da tempo, infatti, la ragazzina aveva continui litigi con i genitori a causa della relazione con quel ragazzo mussulmano più grande di lei. “Non ha mai accettato la fine della nostra storia e quando l’ho lasciata mi disse che me l’avrebbe fatta pagare”, ha raccontato il 24enne al giudice. Che non ha mai creduto alla violenza sessuale (non c’erano referti medici a provarla), ma che invece ha ritenuto veritiera sia l’estorsione, sia le lesioni provocate dopo il litigio. L’avvocato del nordafricano ha annunciato il ricorso in appello.