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Nel giorno del presidio

Irpef. Vanni Lazzari: scelta necessaria, serve anche rilanciare confronto

In foto: Alberto Vanni Lazzari
Alberto Vanni Lazzari
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mar 19 mar 2019 13:52 ~ ultimo agg. 14:14
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A poche ore dal presidio dei sindacati in piazza Cavour per protestare contro il previsto aumento dell’Irpef e lamentare il mancato confronto con l’Amministrazione Comunale (in programma alle 17.30), il segretario comunale del PD di Rimini Alberto Vanni Lazzari torna a ribadire come la scelta, seppur dolorosa, sia necessaria. E come il Comune di Rimini, a fronte di consistenti tagli da Roma, abbia mantenuto una pressione fiscale inferiore a molti altri comuni. ma anche per sottolineare come sia necessario il confronto con cittadini e associazioni per preservare il patto di fiducia che ha confermato il centrosinistra alla guida di Rimini.


Agire sul livello di tassazione è un gesto doloroso a cui nessun amministratore vorrebbe ricorrere , per ovvi motivi. Primo di tutti il mantenimento del livello di fiducia nel rapporto con i cittadini. Ma non si può prescindere dal considerare alcuni dati oggettivi: dal 2008 ad oggi , data dell’avvio della crisi, gli enti locali sono stati le principale “vittime” della spending review con un taglio dei trasferimenti erariali pari, per il Comune di Rimini, a 22 milioni di Euro: un’enormità a cui vanno aggiunti 5 milioni di tagli occulti come l’esenzione Imu-Tasi, di cui solo 1 milione per le piatattaforme Eni a cui aggiungere l’anticipo di 4,4, milioni per il funzionamento del Tribunale. Anticipo a perdere. Questo alcuni esempi evidenti dei segno meno che ha caratterizzato le entrate per il bilancio del Comune. Con mandanti, ad onor del vero, di entrambi i colori politici. Nonostante ciò, nel 2014 l’amministrazione di Sinistra ha ampliato l’esenzione dell’addizionale Irpef a ben 17.000 euro. Ad oggi, queste operazioni , consentono al Comune di Rimini di vantare uno dei carichi fiscali per cittadino più basso a livello nazionale, pari a 449 euro , che colloca Rimini all’ultimo posto nella classifica regionale di questa antipatica classifica.

Oggi, con la possibilità concessa dal governo del “contratto” di rimodulare le leve fiscali , l’amministrazione Riminese di fronte all’incertezza concreta di entrate annunciate ma non ascrivibili nel bilancio, il riferimento va al tragico teatrino dei fondi per le periferie ostaggio di speculazioni politiche per minare amministrazioni non amiche, si trova nelle condizione di rivedere sia le soglie dei contribuenti che le aliquote. In linea con le realtà più vicine e simili alla nostra. Ripetiamo, scelta sofferta ma inevitabile per garantire la prosecuzione e l’avvio di opere e servizi fondamentali per la città, dalla riqualificazione della zona Nord all’edilizia scolastica, al mantenimento e sviluppo di politiche sociale e culturali. Azioni che sarebbero garantite da un’autonomia finanziaria locale pienamente ripristinata da abbinare al forte recupero dell’evasione già in corso. Come Partito Democratico riteniamo primario garantire un equilibrio tra queste azioni del governo cittadino e lo sforzo fiscale richiesto ai contribuenti valutando tutte le opzioni possibili nel nome dell’equità fiscale, a cominciare dall’ampliamento della soglia di esenzione. Altrettanto, questo equilibrio, potrà essere consolidato e garantito se esso sarà la sintesi di un processo di confronto con le parti sociali espressione dei cittadini.

Ovviamente con uno spirito reciproco di collaborazione. Senza pregiudiziali e strumentalizzazioni. Ascolto, confronto, sintesi per rafforzare quel patto di fiducia che ha consentito all’amministrazione Gnassi e al Partito Democratico quale forza di maggioranza, di proseguire il proprio mandato con un risultato elettorale netto. Concludiamo citando il monito espresso ieri dal Presidente Mattarella per il quale, “rappresentanze sociali e corpi intermedi sono realtà in cui i cittadini si riconoscono”, ascoltare loro significa ascoltare gli italiani. La realtà cambia, è cambiata notevolmente per cui occorre trovare nuove modulazioni, nuove articolazioni e strutturazioni delle rappresentanze sociali. Ma va rivalutato in pieno il ruolo delle associazioni che riuniscono i cittadini, siano essi lavoratori, datori di lavoro o portatori di diversi interessi come quelli del Terzo settore.