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Camera ardente oggi e domani

Scomparso il poeta santarcangiolese Gianni Fucci

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 15 feb 2019 10:29 ~ ultimo agg. 16 feb 10:57
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È morto questa notte all’età di 90 anni nella sua abitazione di Santarcangelo il poeta Gianni Fucci, tra gli esponenti di spicco del “Circolo del Giudizio”. Ne dà notizia l’amministrazione comunale di Santarcangelo.

La camera ardente, allestita nella sala del Consiglio comunale “Maria Cristina Garattoni” rimarrà aperta oggi fino alle 18 e sabato dalle 10 alle 14. Al termine, l’intervento del sindaco Alice Parma a ricordo del poeta.

Nel 2015 ha donato il suo archivio di scrittore e studioso del dialetto romagnolo alla biblioteca Baldini di Santarcangelo, che in occasione della sua scomparsa ha organizzato un percorso di lettura dedicato alla sua ampia produzione poetica. Nel settembre 2017 era diventato primo sindaco della Città della Poesia eletto ad honorem in occasione della terza edizione di Cantiere Poetico per Santarcangelo.

Il video della cerimonia:

Nato il 3 ottobre del 1928 a Montbeliard (Francia), viveva a Santarcangelo fin dall’infanzia. A Santarcangelo ha dedicato alcuni lavori sia di carattere critico-letterario, sia di carattere storico: si segnala in particolare “La notte delle bandierine rosse. Vita a Santarcangelo tra fascismo ed antifascismo 1919-1943”, scritto con l’amico Serino Baldazzi, pubblicato nel 1994 e rieditato nel 2017 dall’Anpi di Santarcangelo.

Giovanissimo, assieme agli amici Tonino Guerra, Nino Pedretti, Flavio Nicolini, Rina Macrelli, Raffaello Baldini, Federico Moroni e Giulio Turci, fece parte di quel sodalizio che fu’ ribattezzato ironicamente “E’ cìrcal de giudéizi”. È stato probabilmente il primo ad analizzare l’esperienza del cosiddetto Circolo del Giudizio, consacrandone il nome con l’intervento “E’ circal de giudéizi (un ricordo di Nino Pedretti)”, apparso in “Il lettore di provincia” di aprile-maggio 1987. Si è occupato anche di cinema collaborando con Elio Petri e Flavio Nicolini, ma è soprattutto come poeta che si è imposto all’attenzione della critica letteraria nazionale. Avvicinatosi alla poesia dialettale intorno alla metà degli anni settanta, Fucci pubblica le sue prime sei raccolte in romagnolo: “La morta e e’ cazadòur” (1981), “Elbar dla memoria” (1989), “La baleda de vènt” (1996), “E’ bastimènt” (1996), “Témp e tempèsti” (2003), “Vent e bandiri” (2005), mentre è del 2002 la plaquette “Nadel. Sonetti d’auguri”.

Così lo ricorda il sindaco Alice Parma:

“Gianni ci ha fatto conoscere quello che non abbiamo vissuto direttamente: la straordinaria avventura del Circolo del Giudizio, la lotta partigiana per la liberazione e la sua grande generosità e disponibilità nel trasmettere l’amore per la poesia dialettale”. “Lo ricordiamo con i suoi amici di allora: Tonino Guerra, Lello Baldini, Nino Pedretti, Rina Macrelli, Flavio Nicolini, Federico Moroni e Giulio Turci. Ma lo ricordiamo anche nelle tante occasioni in cui è stato al fianco dell’Amministrazione comunale per trasmettere i valori della libertà, della giustizia e della democrazia agli studenti e alle giovani generazioni”.

“Poeta e critico letterario, è stato punto di riferimento per la cultura santarcangiolese anche a livello nazionale, tanto da ricevere la carica di sindaco ad honorem della Città della Poesia durante l’edizione 2017 di Cantiere poetico. Ma Gianni è stato anche punto di riferimento nella battaglia partigiana, sia per la partecipazione attiva, sia per le preziose testimonianze che ci ha lasciato, fra cui spiccano per importanza quelle legate alla notte delle bandierine rosse”.