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"I doveri dello Stato laico"

Documento delle Caritas. Una risposta dalla Lega

In foto: Massimiliano Pompignoli (Lega)
Massimiliano Pompignoli (Lega)
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 25 feb 2019 18:05 ~ ultimo agg. 22:04
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Da Massimiliano Pompignoli, Consigliere regionale della Lega Romagna, Andrea Cintorino, Segretario Prov.le della Lega Forlì Cesena e da Antonella Celletti, Responsabile degli Enti Locali della Lega Romagna, arriva una risposta alla lettera delle Caritas emiliano.romagnole sul tema dell’accoglienza e di una possibile “obiezione di coscienza” rispetto al Decreto Sicurezza.

“Il documento siglato dalla Caritas diocesana dell’Emilia-Romagna non può rimanere senza risposta – premettono – Si tratta infatti di un documento dove appare evidente come certi ambienti cattolici facciano una grande confusione fra fede e politica. Senza curarsi del fatto che se si scende nell’agone politico, secolarizzandosi, con prese di posizione fortemente ideologizzate, si cade inevitabilmente in un contesto di contrapposizione, anche valoriale, con altri soggetti politici. Crediamo che nella stesura del documento si sia sorvolato su molte questioni non secondarie. Quello che constatiamo è il mancato riconoscimento delle prerogative e delle peculiarità di uno Stato laico che ha dei doveri e degli obblighi, come la difesa del territorio, della sicurezza e del bene del popolo italiano, che sono diversi rispetto a quelli della Chiesa”.

Gli esponenti della lega ripescano diverse citazioni dallo stesso ambito cattolica, a partire da Giovanni Paolo II “nel discorso al IV Congresso mondiale delle migrazioni del 1998, dove si affermava: ‘il diritto primario dell’uomo è di vivere nella propria patria: diritto che diventa effettivo solo se si tengono costantemente sotto controllo i fattori che spingono all’emigrazione’, principio ripreso da Benedetto XVI nel 2013 nel messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, dove ha sostenuto il ‘diritto a non emigrare, cioè a essere in condizioni di rimanere nella propria terra”.
Passando per Monsignor Luigi Negri, teologo ed ex arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio, “intervistato sull’obiezione di coscienza propugnata da alcuni sindaci nei confronti del ‘decreto sicurezza’, ha sostenuto che era sbagliato perché ‘l’’integrazione deve essere affrontata con prudenza e realismo mettendo al centro diritti e doveri insieme’ e che ‘bisogna essere realisti nella valutazione dei problemi e delle soluzioni”.

Per gli esponenti leghisti “Nel documento si tratta il tema immigratorio solo dal punto di vista di chi immigra (illegalmente), mentre si ignorano le necessità e le richieste dei Paesi di arrivo. Inoltre non si considera un tema fondamentale come quello delle differenze, culturali, religiose, sociali, di tradizione che incidono profondamente sulle possibilità e capacità di accoglienza e poi di integrazione da parte delle nostre comunità”.

Ricordando che “In Africa la Chiesa è impegnata a non far partire i giovani irretiti dalle organizzazioni criminali, che gestiscono il mercato delle migrazioni, un mercato che ha un giro d’affari di miliardi dollari, circa 7 nel 2016, e chiede ai giovani di non emigrare e di costruire e sviluppare i loro paesi.”

Un tema che “Coinvolge più settori e più temi, non ultimo quello della criminalità e dei rapporti stretti che intercorrono fra questa e i flussi immigratori irregolari. Ci sono pagine illuminanti di scrittori africani, non certo identificabili con la Lega, che denunciano le teorie immigrazioniste e il ‘buonismo’ dei confini aperti che, forse inconsapevolmente, vanno ad alimentare il commercio di uomini, con gli abusi e le crudeltà che comporta. La Lega come è noto esprime una cultura della solidarietà coniugata alla legalità e alla sicurezza guardando in particolare alle richieste delle persone appartenenti alle fasce più deboli delle nostre comunità”.